L'ecatombe del concorso: in Puglia bocciati metà dei prof

L'ecatombe del concorso: in Puglia bocciati metà dei prof
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 24 Agosto 2016, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 12:24
Rischia di cominciare con 23mila cattedre vuote, l’anno scolastico 2016-17. Il motivo? Le migliaia di bocciature all’ultimo concorsone bandito dal Ministero della Pubblica istruzione nel febbraio scorso. I dati sono stati diffusi da una ricerca firmata “Tuttoscuola”, che ha scattato una radiografia completa ed aggiornata della prova tanto discussa.
Dall’esito emerge un dato paradossale: il concorso in atto era riservato a personale già abilitato e, quindi, in possesso almeno dei requisiti sufficienti per ottenere la nomina a tempo indeterminato sui posti vacanti e disponibili. Ma qualcosa, evidentemente, è andata storta. Infatti, secondo lo studio, elaborato sui numeri forniti dagli Uffici scolastici regionali, tra i 71.448 candidati già esaminati agli scritti, solo 32.036 sono stati ammessi agli orali. In termini percentuali non è stato ritenuto all’altezza il 55,2%. Metà dei candidati — stima prudenziale — non ha passato l’esame. Esiti apocalittici e sicuramente inaspettati. I dati definitivi si conosceranno entro il 15 settembre, ma ad oggi c’è che il risultato rischia di mandare in tilt tutto il sistema scolastico, giacché il concorso si sarebbe dovuto concludere entro il 31 agosto prossimo per perfezionare le nomine dei docenti vincitori entro il primo settembre, giorno in cui, di fatto, parte il nuovo anno scolastico, sebbene in classe si entri poi a metà mese.

Sul piede di guerra i prof bocciati che polemizzano contro un sistema di reclutamento ritenuto «troppo severo e non in linea con la preparazione universitaria». Le cifre appena pubblicate da “Tuttoscuola” dicono che «alla linea di partenza erano quasi il triplo rispetto ai posti disponibili e che giunti a metà percorso (la prova scritta) si sono più che dimezzati», con un trend che porta addirittura alla bocciatura di 2 candidati su 3, se non peggio. Le procedure concorsuali previste per l’espletamento di tutte le classi di concorso nei diversi Uffici Scolastici Regionali sono poco più di 800 (825). A Ferragosto, secondo quanto pubblicato sui siti degli Usp regionali, sono 510 le procedure per le quali sono stati pubblicati gli elenchi dei candidati che, superati gli scritti (e le prove pratiche dove previste), sono stati ammessi agli orali. Quindi data la tempistica sopra descritta, solo il 62% o poco più dei vari concorsi banditi riuscirà a concludere le procedure concorsuali in tempo utile. Tuttoscuola ha analizzato nel dettaglio i risultati delle prime 510 procedure, e ha fatto una proiezione dei possibili esiti delle ulteriori 315 procedure concorsuali che viaggiano con forte ritardo.

I candidati che avevano presentato domanda per quelle 510 procedure concorsuali erano stati poco più di 82 mila (su 175.245 candidati totali). Degli 82 mila si erano però presentati alla prova scritta in 71,5 mila circa. Come sono andati gli scritti per quei 71,5 mila? Male, perché è stato ammesso all’orale poco meno del 45%. E ora lo scoglio degli orali potrebbe drasticamente ridurre questa percentuale. Più esattamente, dei 71.448 candidati che si sono presentati agli scritti in queste 510 procedure concorsuali sono stati ammessi agli orali in 32.036, pari al 44,8%, che equivale a dire che è stato bocciato agli scritti, finora, il 55,2%, cioè 39.412 candidati.
In testa alla graduatoria della severità selettiva c’è la Lombardia, dove ha superato gli scritti meno del 31% dei candidati, seguita dal Molise (32%), dalla Liguria (35,7%), dalla Calabria (37,6%) e dalla Sicilia (39,6%). Il Friuli Venezia Giulia risulta il meno severo con il 78,6% di ammessi. In Puglia dei 2.428 docenti che si sono presentati agli scritti è stato ammesso all’orale il 51,4%, vale a dire 1.248 candidati. Questo significa che ad oggi resteranno scoperte molte cattedre: la Puglia se la cava con 136, rispetto alla Lombardia dove i numeri - 3.516 cattedre vuote - sono decisamente allarmanti.

Una situazione sicuramente senza precedenti, almeno nella scuola. Si dice che ciò sia dovuto ad una non adeguata preparazione dei candidati, all’esiguo tempo dato a disposizione dal Miur per affrontare compiutamente le prove scritte, alla severità delle commissioni giudicatrici. Di fatto il dato incontrovertibile è che molti docenti che sono stati bocciati alle prove concorsuali ritorneranno - ironia della sorte - in cattedra con il fenomeno delle supplenze perché le scuole non possono restare senza insegnanti.
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