La Commissione Antimafia ufficializza la lista degli "impresentabili": in Puglia restano quattro

La Commissione Antimafia ufficializza la lista degli "impresentabili": in Puglia restano quattro
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Venerdì 29 Maggio 2015, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 23:22

E' formata da 16 nomi la lista dei candidati "impresentabili" alle prossime regionali resa nota oggi dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi, al termine dell'Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione. I 16 nomi appartengono a candidati nelle regioni Puglia (4) e Campania (12). In un primo momento i nomi erano 17, poi il nominativo dell'on. Biagio Iacolare - candidato Udc, Napoli - presente nella sezione degli 'impresentabili' relativa ai «casi di prescrizione per reati rientranti nel codice di autoregolamentazione con giudizio ancora pendente» è stato cancellato, come ha affermato in una successiva nota la Commissione Antimafia. I nominativi emersi dalla verifica sono pertanto 16.

(di Oronzo Martucci) - E’ ampio l’arco di forze, anche all’interno della maggioranza, che bolla come “vergognosa” o almeno ”inopportuna” la decisione della Commissione parlamentare antimafia di definire l’elenco dei candidati considerati impresentabili e di pubblicizzarlo nelle ultime ore della campagna elettorale, con la impossibilità per le stesse persone coinvolte di spiegare la loro posizione.

Oggi sono stati pubblicizzati i nominativi degli impresentabili presenti nelle liste della Campania, mentre per la Puglia già tre giorni fa sono stati resi noti quattro nomi: Enzo Palmisano e Massimiliano Oggiano, candidati a sostegno di Francesco Schittulli presidente; Giovanni Copertino, forzista schierato con Adriana Poli Bortone; Fabio Ladisa, schierato con i Popolari per Emiliano.

I quattro pugliesi hanno spiegato di non considerarsi per nulla impresentabili: i primi tre perché usciti assolti nelle fasi di giudizio nelle quali sono stati coinvolti, il quarto perché il processo nei suoi confronti inizierà a dicembre 2015. Ladisa ieri ha annunciato di essere pronto a denunciare i componenti la Commissione Antimafia: «Il mio nome non ci deve essere. Se uscirà il mio nome in modo ufficiale denuncerò la Bindi e tutta la commissione», ha detto. Ladisa è stato rinviato a giudizio per furto aggravato e tentata estorsione. «Ma si tratta di beghe tra aziende - ha aggiunto Ladisa - che sono escluse dalle competenze dell'antimafia. Stanno facendo una cosa contro la Costituzione. Hanno fatto un pasticcio, voglio la rettifica. Altrimenti denuncio la Bindi e tutta la commissione. Il danno è grosso. E’ una manovra politica. Non mi sento affatto impresentabile, non lavoro nel pubblico e negli appalti pubblici. E questa storia ci ha danneggiato, questo è poco ma sicuro. E non mi ritiro», ha concluso.

«Nella patria del diritto e del Beccaria il metodo usato dalla commissione antimafia per additare alla pubblica opinione candidati impresentabili alle elezioni regionali ha evidentemente fallito alla prova dei fatti, mettendo sulla graticola soggetti assolti o prescritti e facendo invece rimanere sommersi altri soggetti addirittura condannati seppur in primo grado», hanno evidenziato i parlamentari brindisini Nicola Ciracì e Vittorio Zizza, eletti con Forza Italia e ora vicini ai Conservatori e Rifornisti di Raffaele Fitto. «Falsa e strumentale è la posizione di chi come il Pd ha chiuso entrambi gli occhi candidando persone con condanne seppur in primo grado e oggi vorrebbe fare la morale agli altri» hanno aggiunto. «Da garantisti intendiamo difendere chi gode di diritti politici perché nessuna norma gli ha impedito di candidarsi e come tutti hanno il diritto di fare campagna elettorale e pertanto saremo presenti alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale del nostro candidato al consiglio regionale Massimiliano Oggiano», hanno concluso.

Anche Raffaele Fitto ha difeso Oggiano: «Stiamo parlando di una persona che, assolta in primo grado perché il fatto non sussiste, sarebbe impresentabile perché la procura ha presentato appello. Siamo veramente a una inversione non della logica di un garantismo normale, ma alla inversione della logica vera e propria». Sulla stessa linea dei fittiani un esponente della maggioranza come l’ex ministro Maurizio Lupi del Nuovo Centrodestra. «E’ vergognoso e fa un danno non ad un partito o ad un altro, ma alle intere istituzioni: la commissione ha aspettato gli ultimi giorni mentre avrebbe dovuto esprimersi un mese fa quando le liste sono state presentate, in modo che ogni partito e gli elettori potevano approfondire e gli stessi candidati difendersi». Su questa vicenda - secondo Lupi - ha ragione il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, quando dice che gli impresentabili non sono semplicemente legati alle indagini in corso. E' altro quello che bisogna fare, a partire dalla moralità e trasparenza».

Infine la posizione di Francesco Boccia, parlamentare vicino all’ex premier Enrico Letta. «Ho affetto e stima per la Bindi, ma questa vicenda mi vede saldamente sul fronte garantista», ha detto. «La questione riguarda la selezione della classe dirigente da parte dei partiti. E devono assolverla prima di presentare le liste. Non mi piacciono le liste di proscrizione; quando ci sono, perdono tutti. Certo, abbiamo un'evidente necessità di rinnovare la classe dirigente al Sud. Andava fatta molta attenzione nella selezione delle liste, soprattutto al Sud». «La verità è che la selezione della classe dirigente in questi anni è stata fatta in base alle appartenenze in Campania, come in Puglia. E questi sono i risultati. Il male tuttora incurabile resta il trasformismo; i candidati da non candidare sono solo uno dei tanti effetti negativi», ha concluso Boccia.

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