Primarie di centrosinistra, (quasi) pace tra Emiliano, Stefàno e Minervini. Senza patti

Primarie di centrosinistra, (quasi) pace tra Emiliano, Stefàno e Minervini. Senza patti
di Francesco G. GIOFFREDI
3 Minuti di Lettura
Martedì 18 Novembre 2014, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 10:24
Armistizio di una notte, pace duratura o addirittura patto di ferro in vista delle regionali 2015? Sarà il tempo a decretarlo, ma di certo è molto più di un fatto il clima quasi completamente depurato dai veleni che ora aleggia attorno alle primarie di centrosinistra. Michele Emiliano, Guglielmo Minervini e Dario Stefàno - nel primo confronto pubblico a tre, su Telenorba - hanno smussato i toni aggressivi di questa lunga campagna elettorale, scelto la linea del fair play e risparmiato fendenti.



L’unica frattura s’è misurata sul nome (e sul decennio al governo) di Nichi Vendola, ma anche in questo caso persino l’energico e muscolare Emiliano ha un po’ addolcito le asperità. Qualcuno nei partiti, il giorno dopo, ha azzardato: «Probabilmente c’è già un accordo tra tutti e tre su assessorati, vicepresidenza e consiglieri...». Lettura ardita, anche perché i rapporti di forza saranno soppesati dalle primarie del 30 novembre. E solo il giorno dopo si azzarderà una possibile spartizione della torta. Probabilmente nei tre candidati è scattata una molla: c’è da mettere al riparo il valore dell’unità del centrosinistra, per non mortificare le primarie (il rebus dell’affluenza è concreto) e per non ferire mortalmente la stessa tenuta della coalizione.



Insomma: da qui al 30 novembre toni bassi e buone maniere politiche. Il diktat sottinteso sembra questo. Al netto chiaramente di qualche bordata clandestina. E il più incline è senza dubbio Emiliano, che vuol iniettare «concretezza» nel governo pugliese, di fatto sancendo una vistosa discontinuità col decennio vendoliano.



E anche ieri il segretario Pd ha punzecchiato il governatore, Minervini e Stefàno, stavolta sul delicato fronte del progetto tarantino “Tempa rossa”: «La cosa incredibile è che la giunta regionale (della quale facevano parte entrambi i miei avversari alle primarie) nel 2011 ha dato parere “non contrario”, cioè nessuno si è messo per traverso. Adesso, finalmente, stanno provando a opporsi a quell’impianto. Se fossi presidente della Regione spiegherei chiaro chiaro alla multinazionale americano-olandese i rischi connessi a questa operazione in una rada già gravemente colpita e quindi, se devono imbarcare il petrolio, devono trovare un altro mare».



Negli occhi del centrosinistra resta però il clima di sostanziale concordia (anche se vagamente ingessato e quasi protocollare) del confronto a tre. Spiega Gano Cataldo, segretario regionale Sel: «Se Emiliano si fosse comportato così correttamente durante tutta la campagna elettorale, la coalizione sarebbe molto più serena e coesa. Per questo spero che il clima sia sereno fino alla fine.



Certo, mi è dispiaciuto vedere che il “tiro al Vendola” sia ormai uno sport regionale...», e il coordinatore del partito di sinistra tra le righe non si riferisce soltanto a Emiliano, ma anche allo stesso Minervini, critico sul Vendola post-2010. «Quantomeno - commenta Cataldo - c’è stata chiarezza nel confronto: sappiamo chi condivide gioie e dolori dell’esperienza di Nichi al governo (Stefàno, ndr), e chi invece parla di good e bad company». E il segretario Sel rispedisce al mittente ogni abbozzo di patto già preconfezionato da celebrare dopo le primarie: «No, non c’è alcun accordo.



Peraltro noi siamo su un piano abbastanza incoraggiante: le cose in queste primarie vanno sempre meglio, il gap di popolarità che inizialmente dava in vantaggio Emiliano si assottiglia sempre di più, grazie al fatto che Dario (Stefàno, ndr) gira come trottola per tutta la Puglia e ovunque e ne apprezzano il pragmatismo oltre che la visione politica. La partita delle primarie è tutta da giocare, per questo non credo in accordi fatti in funzione di risultati prestabiliti. E se la contesa sarà leale, dal 1° dicembre non ci saranno grandi strascichi polemici».