Centrodestra diviso: Forza Italia e Lega bocciano le primarie in Puglia, la Poli disponibile. Vitali: "Una farsa"

Centrodestra diviso: Forza Italia e Lega bocciano le primarie in Puglia, la Poli disponibile. Vitali: "Una farsa"
di Francesco G. Gioffredi
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 18:30

La mossa per sparigliare il mazzo - o, ancora una volta, per provarci - piomba a metà mattinata. Evidentemente orchestrata con la regìa di Raffaele Fitto, che delle primarie è stato ed è un incrollabile teorico. La saetta che squarcia il cielo del centrodestra pugliese però arriva da Roma, non da Bari o da Lecce: «Faccio un altro appello ai due candidati di centrodestra allo stato in campo per il ruolo di presidente della Regione: facciamo decidere ai nostri elettori. Proviamo a dedicare una giornata intera, quella di domenica, ad una grande consultazione popolare», spiega la leader nazionale di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Primarie last minute, insomma. È un disperato slancio per ricondurre ad uno il doppio centrodestra, raggrumato su due candidati (Francesco Schittulli e Adriana Poli Bortone) e mille faide. Ma è anche tattica, strategia, colpo di spada per stanare i berlusconiani: non è un caso se, a strettissimo giro, fiocca l’entusiastico sostegno dello stesso Schittulli (che è il candidato di Fd’I), e del suo maggior sponsor (Fitto). La prima reazione di Poli Bortone - dirigente nazionale di Fd’I, ma incoronata candidata in funzione anti-fittiana da Forza Italia - è un laser gelido: «No, è una provocazione». E subito, senza esitare, sbatte la porta anche Luigi Vitali, berlusconiano coordinatore di Fi in Puglia: «Non ci sono le condizioni, per modi e tempi». La giornata è un susseguirsi di repliche e controrepliche, Poli Bortone corregge parzialmente il tiro («Ci sto, ma a queste condizioni», e la prima - insormontabile - è il via libera di tutti, anche di Fi), Vitali chiude a doppia mandata il varco, Schittulli convoca un vertice unitario per stamattina.

Ma al tavolo del professore ci saranno solo i suoi ormai consolidati alleati: i fittiani, Ncd, il suo stesso movimento. «Non esiste - tuona al telefono Vitali - che noi possiamo andare da lui. Col dottor Schittulli non ho più niente da dirmi, se la canta e se la suona da solo, fa e disfa. Detto che le primarie non si organizzano in quattro giorni e che Berlusconi ha già detto di no mesi fa, mancano i presupposti politici: i candidati devono essere condivisi, e lui ci ha cacciati dalla coalizione». Il riferimento è alla condizione-cardine dettata da Schittulli (niente epurazioni dei fittiani dalle liste Fi) e non soddisfatta dai berlusconiani. «Non ci facesse perdere tempo, non siamo bambocci. C’è solo una candidatura per noi, se vogliono accettarla: Poli Bortone».

Da parte di Fitto, vero playmaker della proposta shock, è stato l’ennesimo colpo di reni per isolare i berlusconiani e dipingerli come coloro i quali non vogliono tregue, ma altra guerra. Era stata però Meloni - scelta non casuale: Fd’I è il partito della Poli - a lanciare la mina: «Di certo Adriana è sempre stata una sostenitrice delle primarie. Ce la possiamo fare anche in pochi giorni. Vediamoci oggi stesso per stabilire regole trasparenti e condivise, chi sarà sconfitto farà il vicepresidente». Schittulli subito ha raccolto: «Assolutamente condivisibile: meglio primarie last minute che continuare in questo clima di litigiosità». E immediato è stato l’imprimatur di Fitto: «La proposta mi vede favorevole, anzi entusiasta. È sempre giusto dare la parola ai cittadini, gli unici dinanzi ai quali ci si deve inchinare. Chi dovesse dire no, si assumerebbe la responsabilità di un regalo alla sinistra», «da un anno dico “facciamo le primarie o sarà il caos”, poi Fi ha scelto Schittulli, ma all’improvviso per regolare conti romani si è tirata fuori un’altra candidatura». A ruota una pioggia di dichiarazioni dei fittiani e il via libera di Ncd (Massimo Ferrarese: «Siamo d’accordo, organizziamoci»), Vitali invece non ha mai lasciato aperti spiragli: «Proposta irricevibile, siamo ormai in limine mortis, vengano loro sulla Poli. E poi non ci sono i tempi, non c’è un regolamento, non c’è una condivisione».

E l’ex senatrice salentina? La reazione a caldo è stata al veleno: «Una semplice provocazione alla quale Fitto ha risposto con entusiasmo nel giro di 60 secondi... Che Schittulli accetti le primarie è una notizia, visto che ci aveva chiesto di non farle». Poco dopo, ecco le condizioni: «Io sono pronta a farle. Innanzitutto però vorrei sapere chi sono gli alleati che hanno sottoscritto le primarie. E dovrebbero essere tutti quanti. Poi voglio conoscere il regolamento. Infine quali sono i luoghi e le garanzie per far sì che siano fatte in modo legale». Le regole? «Scrivile tu, Adriana. E quanto ai partiti, sono tutti d’accordo. Con l’unica eccezione del partito che sostiene la tua candidatura», è la replica di Meloni. L’ultimo tassello è di Schittulli, ma servirà a poco: «Basta con le parole, io sono abituato da chirurgo ad operare e per questo propongo di vederci domani (oggi, ndr) alle 11 a Bari: invito a partecipare Poli Bortone e tutte le delegazioni di coloro che presenteranno liste elettorali, per stabilire modalità e regole delle primarie». La suggestione di una giornata, perché la frattura resta.

Vitali: "Una farsa le primarie last minute" - "Come e' naturale che sia non prendero' parte al tavolo convocato questa mattina dal dottor Francesco Schittulli.

L'idea delle primarie last minute e' solo una farsa strumentale alla quale non credono loro per primi e alla quale non intendo prestarmi". Lo afferma il segretario regionale pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali. "Le primarie - aggiunge in una nota - sono una cosa seria, vanno fatte con criterio, con regole discusse e condivise, con tempi che permettano ai candidati di incontrare gli elettori ai quali illustrare perche' votare per uno o per l'altro. Il centrodestra un suo candidato unitario lo aveva gia' scelto ed era sostenuto da tutti i partiti. Poi questo candidato unitario ha deciso di spaccare in due la coalizione, schierandosi da una parte e cacciando l'altra". "Se Schittulli vincesse queste ipotetiche primarie - conclude - ci troveremmo punto e a capo. Con lui che torna a imporre a Forza Italia i candidati dettatigli da Fitto, io che mi rifiuto e lui che ci caccia. Vogliamo continuare cosi' all'infinito? Non scherziamo. Le elezioni sono una faccenda seria, cerchiamo almeno di non offendere l'intelligenza dei pugliesi".

Berlusconi vede i parlamentari, sul piatto Italicum e partito - Dopo una riunione con i consiglieri a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi ha deciso: oggi prenderà parte alle riunioni dei gruppi parlamentari di Forza Italia. Due incontri distinti, prima a Montecitorio e poi a palazzo Madama in cui l’ex capo del governo proverà a serrare i ranghi di un partito dove ormai coesistono almeno due anime. L’intenzione è quella, innanzitutto, di ribadire la contrarietà di Forza Italia ad appoggiare le riforme: guardate cosa ha fatto Renzi - avrebbe detto ancora una volta ai suoi - ha cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto gli accordi. L’input, confermato dalla decisione di abbandonare i lavori della commissione Affari Costituzionali, sarà quello di dare battaglia in Aula contro l’approvazione dell’Italicum. Insomma, toni barricaderi quelli che ha intenzione di usare con i suoi parlamentari convinto che con l’avvicinarsi delle regionali un ennesimo cambio di linea non aiuterebbe Forza Italia. Il rischio però, e Berlusconi lo sa bene, è che un atteggiamento di chiusura nei confronti di Renzi ha come conseguenza quella di rendere ancora più gelidi i rapporti con Denis Verdini, convinto al contrario, che la rottura del Patto del Nazareno sia stata un errore e abbia portato Forza Italia all’isolamento.

Non è un mistero che i rapporti tra i due si siano incrinati e a sentire diversi azzurri, anche la decisione di nominare Marcello Fiori (coordinatore nazionale dei club Forza Silvio) responsabile Enti Locali del partito, viene considerata nel cerchio magico come un ennesimo schiaffo alla vecchia classe dirigente. La sensazione che si respira dunque all’interno di Forza Italia è quella che comunque, dopo le regionali, il partito sia destinato a perdere pezzi. L’incognita è capire quanti. E i fari sono inevitabilmente puntati sui circa 35-40 parlamentari fedeli al ribelle Raffaele Fitto, soprattutto dopo la spaccatura in Puglia. A preoccupare però sono le mosse di Verdini. Il senatore azzurro, che gode di un certo seguito sia alla Camera che a palazzo Madama, potrebbe far sentire la sua voce dando sostegno al governo in caso di necessità sulle riforme andando contro la linea ufficiale del partito.

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