Puglia, piano da un miliardo per mettere in sicurezza il territorio regionale

Puglia, piano da un miliardo per mettere in sicurezza il territorio regionale
di Alessandra LUPO
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Venerdì 21 Novembre 2014, 21:48 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 11:05

Falesie pericolanti e costoni rocciosi a rischio, esondazioni e reti idrogeologiche da ripristinare. Ma anche la messa in sicurezza delle aree a rischio geomorfologico per la presenza di cavità sotterranee o di gravine.

Sono queste le priorità messe a fuoco dalla Regione Puglia nella ricognizione complessiva che l’allora ministro Orlando avviò sul territorio nazionale lo scorso gennaio e che entro il 4 dicembre prossimo dovranno entrare nel piano di intervento che ogni Regione consegnerà al governo.

Nell’incontro dell’altro ieri a Palazzo Chigi, cui era presente anche il presidente pugliese, Nichi Vendola, si è parlato soprattutto degli interventi destinati alle città metropolitane. Vendola, che ha rivendicato l’ottima performance pugliese in materia di spesa e impegno (anche) in materia di dissesto, ha recepito l’impegno del sottosegretario Delrio a spiegare entro pochi giorni da dove arriveranno le risorse, posto che per i 4 interventi del Barese saranno impiegate risorse del piano nazionale, chieste alla Bei e sostenuto dalla garanzia dei 110 milioni presenti nel Dl Sblocca Italia, per il resto degli interventi invece dovrebbe essere impiegata la prossima programmazione dei fondi su Sviluppo e coesione.

I tempi? Ancora non si conoscono ma le Regioni e i Ministeri dovrebbero firmare a breve una serie di protocolli d’intesa che fissano il cronoprogramma sulla base delle criticità evidenziate dal fabbisogno idrogeologico di ogni regione.

Nell’elenco pugliese compaiono 275 interventi complessivi, cui viene rinosciuto un livello di urgenza crescente che va da bassa a molto alta.

La massima priorità negli interventi viene riconosciuta - oltre che a zone particolarmente a rischio come il Gargano - anche per i crolli che hanno interessato la falesia adriatica salentina, per le gravine della Murgia tarantina ma anche e soprattutto per l’adeguamento idrogeologico dei centri abitati, vere bombe a orologeria alla mercè del meteo. Le esondazioni occupano infatti misure di spesa importanti, accompagnate dalla doppia A dell’urgenza.

C’è poi il litorale nord brindisino ma anche del

Come quella che a dicembre 2013 colpì la città di Brindisi e per cui saranno sistemati i canali Petri, Ponte Grande e Cerrito (Un milione e 700mila euro). O Castellaneta, dove nel marzo 2011 e a dicembre 2012 fu il fiume Lato ad esondare, allagando per giorni le provinciali di collegamento ai comuni limitrofi. Un interventoche costerà 4 milioni di euro. Molto alta è la priorità che la Regione assegna anche alle sistemazioni idriche delle province del Brindisino, Tarantino e Leccese, dove andrà sistemata l’intera rete idrica per evitare gli ormai consueti allagamenti.

Nel Salento invece gli interventi considerati molto urgenti riguardano soprattutto i crolli: alla messa in sicurezza della falesia di Melendugno, ovvero le scogliere mozzafiato di San Foca, Roca e Sant’Andrea, molte delle quali vietate alla balneazione proprio per il pericolo di nuovi crolli, vengono destinati dal piano 6 milioni di euro. A Cutrofiano, per esempio, uno dei comuni a tradizione estrattiva del territorio, la presenza di cave e tunnel sotterranei ha dato vita al fenomeno diffuso delle doline da crollo. Stessa realtà a Gallipoli. Oltre che naturalmente nelle zone carsiche per eccellenza come Massafra, Mottola, Laterza, ma anche Grottaglie con interventi molto consistenti che vanno dai 4 milioni e mezzo di Cutrofiano e Gallipoli ai 2 milioni rispettivi di Massafra e Laterza.

Una priorità alta viene assegnata alla messa in sicurezza della costa alta di Gagliano del Capo, dove sorge il canalone del Ciolo, la depressione naturale più profonda di Puglia, con tracce di frequentazioni preistoriche al recupero del quale vengono assegnati 3milioni di euro. Mentre tra gli interventi più contenuti (si fa per dire, visto che si tratta comunque di 700mila euro) figura anche la sistemazione di un frantoio ipogeo nel centro storico di Miggiano.