Piani di accoglienza sulle resistenze: ora mediano i prefetti

Piani di accoglienza sulle resistenze: ora mediano i prefetti
di Nicola QUARANTA
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Venerdì 12 Maggio 2017, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 13:10
«Stiamo preparando nuovi bandi di gara, da estendere al numero maggiore possibile di Comuni, per favorire un’equa distribuzione dei migranti. I bandi sono destinati alle strutture private che hanno i requisiti per l’accoglienza, ma è fondamentale che si distribuiscano su un numero più ampio di Comuni». L’annuncio di Claudio Palomba, prefetto di Lecce e presidente del Sinpref, il sindacato più rappresentativo della categoria prefettizia, non è passato inosservato. E così pure i nodi sul tavolo. A partire dall’arrivo in Salento, tutto da gestire evidentemente, di circa 2mila immigrati. Il prefetto ha spiegato che entro la fine del mese, non a caso, si riunirà di nuovo il tavolo di confronto tra prefetti e ministero dell’Interno per fare il punto sullo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo, ndr) in accordo con l’Associazione nazionale dei Comuni. L’obiettivo è quello di un’equa ripartizione sul territorio nazionale proprio per non gravare solo su alcune città.
«La responsabilità e l’impegno sul fronte accoglienza - sottolinea Palomba - vanno condivise tra i vari Comuni in modo equilibrato. Ma è ovvio che occorre tempo, si tratta di un processo graduale. Noi prefetti, con l’aiuto dell’Anci, possiamo esercitare una sorta di moral suasion, perché l’adesione dei Comuni è volontaria, ma le resistenze di tipo politico restano grandi. Del resto lo dimostrano le differenze nei numeri dell’accoglienza tra Nord e Sud».
La natura del bando non convince intanto i parlamentari di Direzione Italia Rocco Palese, Roberto Marti e Francesco Bruni. «Il Ministero dell’Interno, tramite la Prefettura di Lecce, ha pubblicato da qualche giorno un avviso pubblico per il reperimento di strutture ricettive e di accoglienza in favore di migranti nel nostro territorio provinciale. La lettura dell’avviso lascia sconcertati ed esterrefatti! In esso sono previsti, infatti, tre lotti da 586 posti ciascuno per un costo complessivo di quasi 11 milioni di euro nel periodo 1° luglio/31 dicembre 2017». Chiara la polemica, alto il “muro”: «La prima considerazione riguarda la mancata concertazione con gli imprenditori e gli enti locali al fine di ottenere l’assenso e la condivisione per ospitare oltre 1700 migranti nel nostro territorio. In particolare, tale concertazione è più che mai necessaria ove si pensi che l’ospitalità nelle nostre strutture alberghiere dovrebbe essere assicurata dal prossimo luglio, ovvero a stagione turistica ormai nel vivo. Come non ricordare in proposito i problemi e le controindicazioni registrate negli anni ’90, quando l’accoglienza degli immigrati albanesi fu organizzate nelle strutture ricettive, con inevitabili disagi per le nostre località turistiche. La seconda riflessione attiene alle ingenti risorse di denaro impegnate dal Ministero: ben 11 milioni di euro per soli sei mesi. Senza cedere alla demagogia, non si può non pensare al disagio delle famiglie dei cittadini italiani, al tema delle cosiddette nuove povertà, che riguardano intere fasce della nostra società, lasciate in balia di se stesse e dimenticate da un Governo incapace di riprogettare il nostro sistema di welfare. Tale ingente impegno di spesa suona come una grande beffa per quegli amministratori locali, di comuni e province, che ogni giorno non possono che stringere le spalle di fronte alle pressanti richieste di aiuto, provenienti dai loro cittadini, per la totale assenza di risorse economiche».
 
Che la situazione rischi il collasso, lo dicono anche altri numeri. Dall’ex-Cara di Bari, alle strutture Cara e Cie di Brindisi e l’hotspot di Taranto. Le condizioni di accoglienza dei centri risentono del sovraffollamento. In particolare nel centro di Bari sono ospitate 1000 persone in più rispetto ai posti disponibili: 1773 migranti a fronte di 770 posti, una capienza iniziale che in realtà sarebbe poi stata allargata a 1040 trasformando degli uffici in moduli abitativi, un numero di posti assolutamente insufficiente rispetto al numero di migranti ospitati. Nel Cara di Brindisi il numero dei migranti ospitati è doppio rispetto al numero dei posti disponibili, 240 ospiti a fronte di 128 posti.
Giuseppe Brescia, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema d’accoglienza al termine di una recente visita nelle strutture di accoglienza presenti in Puglia, aveva sottolineato il rischio, peraltro avvalorato dall’inchiesta barese: Il fenomeno che ha destato maggiormente la nostra preoccupazione - dichiarava il deputato cinquestelle - è la continua movimentazione di migranti che trovati senza documenti al nord vengono trasferiti al sud nell’hotspot di Taranto dove ricevono un semplice foglio di Via e vengono praticamente subito rimessi in libertà nella condizione di irregolari e senza soldi, finendo per diventare dunque facili prede della criminalità organizzata o dei caporali”.
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