Pd: Emiliano escluso dalle primarie in Lombardia e Liguria

Pd: Emiliano escluso dalle primarie in Lombardia e Liguria
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Giovedì 13 Aprile 2017, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 21:53
Michele Emiliano è escluso dalle primarie Pd in Lombardia e Liguria: in quelle due Regioni il suo nome non comparirà sulla scheda per eleggere il segretario. È questa la nuova grana che crea tensione nel congresso Pd. Non è detta l'ultima parola e mentre si continua a cercare una difficile mediazione, gli uomini di Emiliano annunciano ricorsi. L'esclusione, avverte Francesco Boccia, sarebbe «un errore» anche perché peserebbe sulla affluenza ai gazebo, vera incognita del 30 aprile. «Se votassero in 100 mila sarebbe un insuccesso», dice Andrea Orlando, contraddicendo Matteo Renzi secondo cui quel dato non conta, ma conta la «partecipazione democratica». Intanto le commissioni regionali di Liguria e Lombardia decidono di cancellare il governatore pugliese dalla scheda dopo aver appurato che «nella stragrande maggioranza dei casi» mancano le 50 firme necessarie a presentare le liste a sostegno del candidato. Le firme, spiega Roberto Montanari, presidente della commissione congresso, erano di iscritti non residenti in quelle Regioni o non iscritti al Pd. Non è vero, ci sono e sono valide, replica Boccia. Che protesta per come la notizia sia stata fatta trapelare: «Se e quando sarà ufficiale faremo appello. Il congresso non sia una questione burocratica», dice. In serata Montanari spiega che la commissione nazionale che gestisce il congresso non ha potuto che prendere atto delle scelte delle commissioni regionali ed esaminerà eventuali ricorsi. In realtà, per quasi quarantotto ore si è cercata una soluzione di mediazione nell'interpretazione delle regole: la riunione fiume al Nazareno è stata sospesa nella serata di martedì, quando è giunta la notizia della morte improvvisa di un collaboratore di Emiliano e il rappresentante del governatore nella commissione ha avuto un malore. I renziani raccontano di aver proposto come mediazione, che in un primo momento sarebbe stata respinta, l'ammissione delle liste solo nei collegi con le firme in regola. L'altra ipotesi sarebbe ammettere Emiliano ma non le liste di suoi candidati all'assemblea nazionale, ma anche questa si scontrerebbe con il regolamento. «È molto complicata - spiega un dirigente renziano - una mediazione in violazione palese dello statuto. Rischieremmo congressi in sede civile». Ma la partita non è chiusa. Andrea Orlando afferma che si dovrebbe «assicurare la presenza di Emiliano alle primarie». I renziani replicano che anche loro sarebbero per «sanare», ma aggiungono, come dice Matteo Orfini, che «il rispetto delle regole non è mai solo un fatto burocratico ma di sostanza». Nei giorni scorsi la presentazione delle liste per l'assemblea nazionale ha portato grane non solo a Emiliano ma attriti, spiegano diverse fonti, tra i sostenitori delle diverse mozioni, a partire da quelli di Renzi, con veri e propri scontri sui posti in lista in alcune Regioni come la Sicilia, la Sardegna e anche la Toscana. Chiudere la vicenda del governatore, osservano le stesse fonti, aiuterebbe a portare il dibattito su temi di merito. Un assaggio del dibattito che potrà esserci il 26 aprile nel confronto tv tra i tre candidati lo si ha sul tema dell'Europa. Renzi incalza sulla necessità di bloccare i fondi ai Paesi dell'Est che non accolgono migranti. Ma Andrea Orlando e i suoi respingono la posizione dell'ex premier: «Sono convintamente europeista e se diventerò segretario del Pd non andrò in cerca di voti parlando male dell'Europa»
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