Cinque stelle, ecco i nomi:
zero ricambio tra i capilista
tutti gli uscenti riconfermati

Cinque stelle, ecco i nomi: zero ricambio tra i capilista tutti gli uscenti riconfermati
di Francesco G.GIOFFREDI
3 Minuti di Lettura
Domenica 21 Gennaio 2018, 21:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 11:42
La rivoluzione, almeno quella interna, può attendere. Ieri la piattaforma Rousseau ha sfornato il verdetto delle parlamentarie cinque stelle: il voto online degli attivisti ha spianato la corsia preferenziale per i parlamentari uscenti, tutti nelle postazioni di testa dei listini plurinominali. Insomma: benzina sul fuoco delle polemiche e dei sospetti, alimentati dagli esclusi dalla selezione sul web. La Puglia è un caso paradigmatico, in tal senso: i sei capilista di Camera e Senato sono tutti parlamentari uscenti, e senatori con un mandato già sul curriculum figurano al secondo e terzo posto di un listino. La rielezione potrebbe pertanto essere solo una formalità per i salentini Barbara Lezzi e Diego De Lorenzis, da vagliare la posizione dei senatori Maurizio Buccarella e Daniela Donno (proprio loro occupano la seconda e terza piazza del listino senatoriale del sud Puglia). Sono soltanto due gli uscenti depennati, entrambi baresi: Francesco Cariello, la cui autocandidatura era stata già “decapitata” dai vertici del M5s in fase di preselezione dei curriculum; ed Emanuele Scagliusi, fuori dal quartetto di testa nel collegio di Taranto-Martina-Brindisi-Monopoli e ora primo “rincalzo”.
La griglia dei nomi è stata svelata solo dopo le 21, quando la convention nazionale del movimento - organizzata a Pescara - era ormai conclusa: un modo, anche, per neutralizzare contestazioni live degli sconfitti o degli esclusi. Le tabelle però non riportano i voti raccolti dai singoli candidati alle parlamentarie: verranno resi noti, è spiegato sul blog, «nei prossimi giorni». I listini ovviamente rispettano l’alternanza di genere, il che avrà forse permesso a qualche secondo di coronare il sorpasso pur avendo incassato meno preferenze del terzo. Chance d’elezione? Capilista virtualmente già a Roma, i secondi devono sperare in ottime performance della lista.

La Camera. La carrellata parte dalla Camera. Nel collegio di Lecce-Nardò-Casarano-Francavilla il capolista sarà il leccese Diego De Lorenzis, deputato uscente; alle sue spalle Veronica Giannone, anche lei leccese; terzo il galatinese Leonardo Donno; quarta Annalisa Urso, di Taurisano. Nel collegio di Taranto-Martina-Brindisi-Monopoli il capolista è Giuseppe L’Abbate, deputato uscente di Castellana Grotte; poi a seguire Alessandra Ermellino, tarantina di Crispiano; Giovanni Vianello, tarantino e nello staff di De Lorenzis; Valentina Palmisano, ostunese. Nel collegio di Bari-Bitonto-Molfetta-Altamura alla guida del listino c’è l’uscente Giuseppe Brescia, dietro di lui Angela Masi, Davide Galantino e Marika Notarangelo. Nel collegio che abbraccia Bat e Foggia altro uscente in testa, Giuseppe D’Ambrosio, e poi Marialuisa Faro, Giorgio Lovecchio, Francesca Troiano.

Il Senato. Due i collegi proporzionali del Senato. In quello che abbraccia le tre province della Puglia meridionale al vertice c’è la leccese uscente Barbara Lezzi, stessa carta d’identità (leccesi e già senatori) per Buccarella e Donno, rispettivamente secondo e terza; il quarto nome è Cataldo Mininno, galatinese. Lo schema non cambia nel collegio nord: uscente capolista (Alfonso Ciampolillo) poi Gisella Naturale, Vincenzo Garruti, Cinzia Maria Di Nunno.

Gli uninominali. Attenzione però: non si tratta di listini ormai immutabili. La partita degli uninominali, tutta ancora da giocare, potrebbe obbligare a riassemblare e ripescare. Sarà Luigi Di Maio a scegliere - anche tra chi non era nemmeno in corsa alle parlamentarie - i candidati dei collegi uninominali. E il candidato premier pentastellato potrebbe così anche spostare qualche nome dal proporzionale al maggioritario, provocando scostamenti e promozioni nei listini: non a caso, a margine delle tabelle pubblicate ieri sul blog c’è la colonna dei “candidati supplenti” a cui attingere in caso di necessità.

Le reazioni. Già monta, e l’eco potrebbe essere ben più rumorosa oggi, la rabbia degli esclusi. Stefano Alparone, che per i cinque stelle era stato candidato sindaco e consigliere comunale a Brindisi, ma che alle parlamentarie non è stato nemmeno ammesso, ieri sera su Facebook commentava: «È il metodo non le persone. È stata una farsa». Giovanni Manzo, già candidato alle comunali leccesi e anche lui fuori dal voto online, così si è sfogato sui social: «Missione compiuta! Il piano della banda Bassotti è perfettamente riuscito».
© RIPRODUZIONE RISERVATA