Ospedale San Cataldo di Taranto: archiviata l'indagine su Stefanazzi e Sannicandro

Il giudice ha ritenuto che via sia una «insufficienza degli elementi probatori a sostenere una ragionevole previsione di condanna»

Ospedale San Cataldo di Taranto: archiviata l'indagine su Stefanazzi e Sannicandro
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Giovedì 30 Marzo 2023, 17:22 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 08:11

Il gip del Tribunale di Bari Angela Salerno ha archiviato l'indagine per falso per induzione a carico dell'ex capo di gabinetto della Regione Puglia, Claudio Stefanazzi, ora deputato Pd, e di Raffaele Sannicandro, commissario straordinario dell'Asset Puglia (Agenzia regionale strategica per lo sviluppo eco-sostenibile del territorio). Stefanazzi è difeso dall'avvocato Giuseppe Fornari. 

L'indagine riguardava la presunta incompatibilità di Sannicandro a componente la commissione giudicatrice dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto. Questo perché Sannicando in precedenza, nel 2018, aveva fatto parte del gruppo di lavoro incaricato di elaborare le linee guida per il piano strategico di Taranto, che comprendeva anche la realizzazione del nuovo ospedale, incarico che l'indagato non aveva menzionato nel suo curriculum vitae. La nomina di Sannicandro alla commissione giudicatrice dei lavori era stata «semplicemente» - annota la Procura - comunicata in una nota a firma di Stefanazzi.

Il giudice, accogliendo la richiesta del pm Michele Ruggiero e del procuratore aggiunto Alessio Coccioli, ha ritenuto che via sia una «insufficienza degli elementi probatori a sostenere una ragionevole previsione di condanna».

«Anni duri»

«Questa archiviazione - commenta Stefanazzi - rappresenta un ulteriore passo verso l'uscita da un lungo periodo di indagini che hanno riguardato me e, a causa mia, la mia famiglia e altre persone risultate poi estranee ai fatti contestati. Questa è la seconda archiviazione che giunge dopo quella relativa ad un procedimento per un presunto finanziamento da parte della Regione Puglia ad un corso di formazione, risultato anch'esso completamente infondato. Sono stati sei anni duri, difficili, dolorosi, nei quali ho sempre mantenuto un profilo basso, continuando a fare il mio dovere, a lavorare e ad avere fiducia nella magistratura». «È rimasto l'ultimo rivolo di questi anni di intercettazioni, pedinamenti, perquisizioni e delle relative inchieste. Anche questa volta - conclude - continuo ad aver fiducia nella magistratura (torinese in questo caso). Ô l'unica cosa che una persona onesta può fare».

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