Olio, i prezzi calano: «Però fermate la Xylella»

Olio, i prezzi calano: «Però fermate la Xylella»
di Serena Costa
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Giovedì 20 Agosto 2015, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 11:01
Sarà un’annata da record per l’olio di oliva salentino. Il 2015 è l’anno della riscossa per gli agricoltori del Tacco d’Italia, danneggiati da una produzione olearia 2014 scarsa e troppo cara, da un lato, e dalla spada di Damocle della diffusione del batterio della xylella fastidiosa, dall’altro.



Complice un clima poco piovoso, qualità e quantità delle olive prodotte sono al top e questo si ripercuoterà positivamente anche sul prezzo, salito alle stelle nel 2014. E il disseccamento rapido degli ulivi, per lo meno per quest’anno, non inciderà praticamente per nulla su entrambi gli aspetti, permettendo un vero e proprio record di produttività. Ma se l’infezione del batterio che provoca la morte degli ulivi non dovesse essere fermata, entro 10 anni le province di Lecce, Brindisi e Taranto potrebbero dover rinunciare al 70% del prodotto.



È questo il messaggio di allarme lanciato da Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio produttori dop, portavoce del comitato “Voce dell’ulivo” e titolare dell’azienda olearia “Foresta forte” di Gagliano del Capo: «Quest’anno ci sarà un record di produzione di olio d’oliva e, a differenza di quanto accade per il vino, a un’annata di quantità corrisponde una di qualità: un ceppo di uva troppo carico, infatti, ha un titolo zuccherino più basso, mentre in un ulivo carico di frutti si rallenta la maturazione e quindi l’attacco da parte di insetti dannosi. E posso affermare con certezza che il calo di produzione di olio dovuto alla xylella inciderà al massimo per l’1%. Ma nel Salento – avverte Melcarne – i focolai puntiformi sono dappertutto, e se la politica non darà risposte certe al problema, fra 10 anni arriveremo a un calo del 70%. Tengo poi a precisare che è escluso qualsiasi nesso di causalità tra le olive raccolte dalle piante malate e la scarsa qualità dell’olio: in tutti questi mesi, abbiamo chiesto alle istituzioni di lanciare campagne di sensibilizzazione che spiegassero al consumatore che non esiste alcun danno per l’uomo, invano. Il 70% della clientela mi fa questa domanda ogni giorno, ma quanti, invece, hanno direttamente rinunciato all’acquisto?».



Una paura condivisa anche dal presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che teme che fra qualche anno il Salento debba rinunciare alla sua vocazione olivicola, se il governo italiano e l’Unione europea non adotteranno soluzioni meno penalizzanti per il territorio: «Nel giro di un anno, siamo passati dalla zona di Gallipoli a quella di Brindisi, con Torchiarolo e Oria», stigmatizza Cantele.



Un’ottima annata anche per Francesco Barba, titolare dell’azienda “Donna oleria” di Monteroni: «A naso, posso dire che la produzione olearia 2015 sarà del +50% rispetto all’anno scorso e credo proprio che il prezzo a litro scenderà, anche se certamente l’olio extravergine di oliva di qualità ha dei costi che non si possono bypassare. Certo, è vero che la xylella finora non ha colpito i miei terreni agricoli, ma questo non mi fa stare tranquillo, perché credo sia solo questione di tempo, e, se non si interviene, la malattia si estenderà in tutto il Salento».



Anche nel Brindisino la situazione è nettamente positiva. Lo spiega Francesco Prudentino, vicepresidente della cooperativa “De Laurentis” di Ostuni: «Ci aspettiamo una stagione 2015-2016 particolarmente positiva, complice un meteo asciutto d’estate, poco piovoso e per questo con olive eccezionalmente buone. L’anno scorso, a causa di una stagione scarsa, il prezzo dell’olio extravergine era salito a 6 euro al chilo e noi lo rivendevamo al dettaglio a 7.50 euro al litro. Quest’anno, credo proprio che i prezzi scenderanno, ma fino a un certo punto. Fortunatamente, la zona di Ostuni non è stata ancora colpita dalla xylella fastidiosa, ma quest’anno si è avuta una maggiore attenzione da parte degli agricoltori, che hanno diserbato e arato i terreni».
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