Un mese in zona arancione, ma i contagi continuano a salire. Dalle misure restrittive risultati in tutte le regioni, ma non da Foggia a Lecce: ecco perché

Un mese in zona arancione, ma i contagi continuano a salire. Dalle misure restrittive risultati in tutte le regioni, ma non da Foggia a Lecce: ecco perché
di Francesco G. GIOFFREDI
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Lunedì 7 Dicembre 2020, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 16:03

C'è un concetto di dominio comune, quasi un assioma: le regioni del Sud, e tra queste la Puglia, durante la prima ondata non sono state travolte e spazzate via dalla pandemia perché il lockdown è subentrato tempestivamente, quando cioè la circolazione del coronavirus era agli inizi e perciò fondamentalmente bassa. Tutto vero. Del resto, è questo il principio che anima qualsiasi dpcm e restrizione a intensità variabile: limitare movimenti e occasioni di contatto priva il virus del vettore, ossia del contatto umano.


In Italia cominciano a essere timidamente apprezzabili gli effetti del decreto che aveva suddiviso il Paese in tre fasce: ovunque, la curva dei contagi appare in lieve calo o comunque in progressiva stabilizzazione. È così in tutte le regioni, tranne in una: la Puglia. Osservando i grafici elaborati da Paolo Spada (il "medico dei numeri" di Pillole di Ottimismo) su dati del ministero della Salute, si nota per la Puglia una curva di fatto ascendente che attraversa senza alcun freno apparente tanto la fase "verde", cioè quella delle restrizioni soft, quanto le settimane "arancioni", peraltro caratterizzate dall'ulteriore limitazione della Regione alle lezioni scolastiche in presenza (non solo dad per le superiori, ma anche facoltà di scelta ai genitori per elementari e medie).

Insomma: il giro di vite non avrebbe prodotto alcun effetto sul contenimento del virus, almeno all'apparenza. Un'avvertenza è valida per tutte le regioni italiane: alla luce del tempo intercorrente tra l'infezione e la notifica del caso, si stima che l'efficacia di qualsiasi provvedimento restrittivo sia ritardata di circa 10-15 giorni rispetto alla data del varo ufficiale di decreti e misure. Tuttavia, la Puglia è stata in fascia arancione dal 6 novembre fino all'altroieri.

I grafici calcolano l'incidenza ogni 100mila abitanti sulla media dei sette giorni, criterio ritenuto affidabile: ieri il dato pugliese era di 276, il che vuol dire che nell'ultima settimana c'è stato un incremento quotidiano medio di circa 1.600 casi.


Abbiamo scelto altre due regioni campione, per certi versi simboliche, per un confronto: la Lombardia, il primo fulcro della pandemia italiana; e la Campania, altra regione del Sud che ha limitato i danni durante la prima invasione del virus, ma che s'è ritrovata a gestire la seconda ondata tra numeri in continua impennata, non pochi ritardi, difficoltà strutturali. Ebbene: in entrambi i casi - per la Lombardia prima rossa e poi arancione, e per la Campania gialla, poi rossa e da ieri arancione - la curva dei nuovi contagi imbocca il declivio. Il trend è analogo per le altre regioni, ovviamente con le dovute differenze: la Sardegna sembra aver intrapreso solo ora la discesa, il Veneto è in una lunga fase pianeggiante, il Friuli e la Sicilia seguono alti e bassi ma appaiono in calo, tutte le altre si segnalano per parabole discendenti di varia inclinazione, inaugurate proprio in vigenza del precedente dpcm. Persino l'Abruzzo, unica regione al momento rossa, ha una curva incoraggiante.


E allora perché questa eccezione pugliese? Potrebbero incidere più fattori. Evidentemente, per esempio, quando sono arrivate le restrizioni arancioni il coronavirus circolava in Puglia ben più di quanto non fosse svelato dai tamponi. E non dev'essere trascurata la variabile contact tracing: in Puglia il tracciamento dei contatti dei positivi - e lo dicono anche gli indicatori del ministero della Salute - è in difficoltà continua, sempre sul punto di collassare o di andare in tilt. Insomma: in presenza di un soggetto contagiato, è fondamentale monitorarne tempestivamente i contatti. Altrimenti il virus cammina sulle gambe delle persone. Restrizioni dei dpcm o no.

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