Marò, braccio di ferro Italia-India. Gentiloni: pronti a tutto. Pinotti: Latorre resta qui

Marò, braccio di ferro Italia-India. Gentiloni: pronti a tutto. Pinotti: Latorre resta qui
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Mercoledì 17 Dicembre 2014, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 21:17

«Siamo delusi ed irritati per la decisone della Corte suprema indiana sui due marò. Le nostre istanze erano di carattere umanitario e ci aspettavamo un risultato diverso».

Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in audizione insieme al ministro degli esteri Paolo Gentiloni alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. «Latorre è malato e resta in Italia», ha detto ieri il ministro. E Gentiloni annuncia che saranno prese tutte le misure necessarie alla tutela dei due fucilieri.

«In cima ai nostri pensieri» Salvatore Girone, ha aggiunto, «è in India da quasi tre anni, la sua detenzione crea disagio ed è in cima ai nostri pensieri.

Il Governo metterà in atto tutte le misure possibili per rimediare». «L'Italia - ha aggiunto Pinotti - è responsabile per i suoi militari ed è interesse dell'India riconoscere l'immunità dei due marò davanti ai tribunali indiani».

La salute di Latorre L'impegno per il pieno recupero fisico di Massimiliano Latorre è «una priorità per il Governo e nulla sarà fatto per mettere a rischio le sue condizioni», ha aggiunto.

Gentiloni: tutti i passi necessari L'Italia «si riserva tutti i Passi necessari» nei confronti delle autorità indiane sulla vicenda dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E lo «dobbiamo fare», ha aggiunto «senza improvvisazioni» e «con il necessario equilibrio». La posizione del fuciliere Girone è per noi motivo di «angosciosa preoccupazione». Le autorità indiane, ha sottolineato, hanno accumulato una serie «incredibile di rinvii». «Di fronte a un atteggiamento così grave» delle autorità indiane «il governo si riserva i passi necessari a partire dall'urgente richiamo per consultazioni dell'ambasciatore italiano a Nuova Delhi» anche se «non si tratta di rottura delle relazioni diplomatiche».

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