Lidi, la sfida di settembre: gli operatori ci credono

Lidi, la sfida di settembre: gli operatori ci credono
di Nicola QUARANTA
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Domenica 3 Settembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:37
Estate, “punto e a capo”. Scade oggi l’obbligo di tenere aperti gli stabilimenti, scattato il primo sabato dello scorso mese di giugno. Ma la bella stagione, assicurano gli operatori, è tutt’altro che ai titoli di coda. Destagionalizzare, infatti, si può. E sull’onda lunga della medesima ordinanza balneare della Regione Puglia che fissa il principio per cui la stagione balneare dura l’intero anno solare e quindi la facoltà di tenere attivi 365 giorni l’anno i servizi sulle aree in concessione.
Per i circa 1.500 imprenditori balneari resta, quindi, la facoltà di mantenere aperto lo stabilimento e consentire il bagno a mare per tutto l’anno, garantendo la presenza dei servizi di salvamento oppure l’esposizione dei cartelli che segnalano l’assenza del personale di salvataggio. E così sarà, da domani. Almeno per un altro mese ancora. Settimane che si annunciano, peraltro, all’insegna di numeri tutt’altro che autunnali sul piano degli arrivi. Con il mercato straniero a farla da padrone, come spiega Giuseppe Mancarella (Cna balneatori Puglia): «Ottimo il riscontro sul fronte delle prenotazioni. E flussi esteri in crescita, con particolare riferimento al mercato americano e giapponese. Peccato, soltanto, che, a fronte di una Regione che punta a prolungare la stagione turistica non sia previsto, proprio in Puglia, un coordinamento tale che consenta alle scuole di posticipare, anche e soltanto di una settimana, l’inizio delle scuole. Questo avrebbe consentito agli stabilimenti balneari di godere anche a settembre di un rassicurante movimento regionale. Così non sarà. Ma le porte dei lidi resteranno comunque aperte».
Alle spalle, intanto, numeri da record. Un’estate speciale sulle spiagge. E per il turismo balneare italiano cifre da capogiro. Basti pensare che soltanto nei cinque giorni clou dell’estate gli italiani hanno acquistato servizi di spiaggia, pasti e bevande per un valore superiore ai 200 milioni di euro. Ma c’è di più. Tra giugno, luglio e agosto gli stabilimenti in riva al mare hanno registrato 90 milioni di presenze, segnando una impennata del 16% rispetto ai 75,6 milioni del 2016, rileva una indagine di Cna Balneatori condotta tra 457 titolari di stabilimenti balneari, aderenti alla Confederazione.
 
Va all’Emilia-Romagna la medaglia d’oro per la crescita in confronto all’estate scorsa grazie a un exploit del +25%. La tallonano Puglia (+23%) e Sicilia (+22%). Quindi, nell’ordine, Liguria e Sardegna (+19%), Toscana e Veneto (+18%), Calabria e Campania (+16%), Friuli Venezia Giulia (+15%), Abruzzo e Lazio (+14%), Marche (+13%) e Molise (+10%).
I turisti stranieri negli stabilimenti balneari italiani sono stati mediamente il 12% nel trimestre clou delle vacanze estive, marcando una crescita del 5% sul 2016. Ma nel ponte di Ferragosto hanno raggiunto la media record del 20%: un turista su cinque non era italiano. Un dato che caratterizza l’estate 2017 è il prepotente emergere delle prenotazioni online con punte quasi del 12% sul totale in Emilia-Romagna e di oltre il 10% in Sicilia, seguite da Puglia, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Un’altra novità di questa estate è rappresentata dall’irrompere del turismo esperienziale. Il vacanziere non si contenta più del binomio sole-mare.
Tanto che un terzo dei turisti balneari ha deciso di accoppiare allo stabilimento balneare escursioni per conoscere il territorio circostante, visitare borghi, apprendere de visu attività e tradizioni locali. E non è finita. Seppure, tra mille contraddizioni, la stagione va avanti.
«Non tutti gli operatori, purtroppo, agiscono sulla logica del “do ut des”. L’apertura dei lidi anche in periodi di bassa stagione è un dovere, nel momento in cui, peraltro, si tratta di spalancare gli orizzonti al mercato straniero, che è quello che dovremmo sforzarci di coltivare con sempre maggiore impegno. Ma perché ciò avvenga è necessario un coordinamento anche a livello istituzionale che purtroppo ad oggi non c’è, a discapito dell’informazione turistica e della qualità dei servizi offerti. Basterebbe soffermarsi sul disastroso fronte dei trasporti, per comprendere quanto ci sia ancora da lavorare», è il monito di Fabrizio Santorsola, vice presidente Cna balneatori Puglia.
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