"Lavoro di cittadinanza" al via in 36 comuni salentini. La Regione: ci sono 100 milioni

Al centro, Nichi Vendola. Da sinistra: Loredana Capone, Alba Sasso e Leo Caroli
Al centro, Nichi Vendola. Da sinistra: Loredana Capone, Alba Sasso e Leo Caroli
2 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Luglio 2014, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 17:14

BARI - Mettendo insieme lavoro, formazione e sviluppo economico attraverso politiche che richiedono coraggio e fantasia, la Regione Puglia ha oggi dato il via al secondo Piano straordinario per il lavoro c he parte con un investimento di 100 milioni di euro per sostenere cassaintegrati e disoccupati. Si tratta del piano legato al "lavoro minimo cittadinanza", che parte con un progetto pilota in 36 comuni del Salento.

La conferenza stampa. A presentarlo sono stati, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e l'assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, oltre ai rappresentanti regionali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl Puglia, e i sindaci dei Comuni del Salento interessati dalla sperimentazione. «Noi non ci possiamo rassegnare - ha detto Vendola - a una condizione sociale che è così drammatica e ogni giorno bussa alle porte, soprattutto dei Comuni, in forma di pura e semplice radicale disperazione». Un progetto grazie al quale, è stato spiegato, i lavoratori che ora percepiscono ammortizzatori sociali si occuperanno della manutenzione del territorio. «Ma - ha spiegato Caroli - abbiamo voluto allargare la platea delle persone che possono beneficiare di questi interventi, prevedendo anche la misura dei 'cantieri di cittadinanzà, per chi è particolarmente svantaggiato come i disoccupati di lunga durata». L'intervento riguarda il settore del sociale e prevede anche momenti di formazione. Infine, una terza misura riguarda i 'contratti di collocamento e ricollocamentò per il reinserimento lavorativo dei disoccupati e inoccupati che in Puglia sono in tutto 302mila. «Mettiamo in campo - ha commentato Vendola - cinquanta milioni per aiutare i Comuni a dare una risposta alla povertà più grave, e aiutarli ad aprire quei cantieri necessari alla manutenzione del Paese, della città della strada, del ciclo dei rifiuti. E cinquanta milioni di euro per quei lavoratori più svantaggiati, che vanno riqualificati e reinseriti nel mercato del lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA