Incidenti, aumento del 25%: nove morti in 72 ore

Incidenti, aumento del 25%: nove morti in 72 ore
di Vincenzo DAMIANI
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Agosto 2017, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 13:26
Nove morti in meno di 72 ore. E’ stato un ponte di Ferragosto tragico sulle strade pugliesi, tra domenica e ieri sono decedute 9 persone: l’abuso di alcol, l’imprudenza e l’alta velocità le cause principali degli incidenti. Le vittime sono quasi tutte giovanissime, come il 20enne Valerio Quarta di Castrì e la 25enne Angelica Greco di Melendugno. Era poco più grande di loro il 28enne campano Raffale Casale, deceduto a Trani dopo aver impattato con la sua moto contro un palo nella notte tra martedì e mercoledì: il ragazzo era uno chef dal grande talento, allievo di Antonino Cannavacciuolo con il quale aveva lavorato per due anni prima di trasferirsi in Puglia per guidare le cucine delle Lampare. A 28 anni era diventato già capo cuoco e in molti pronosticavano per lui un futuro da chef stellato.
Qualche ora prima, sulla statale 16 bis, all’altezza di Trani, erano morte tre persone, bruciate vive nell’abitacolo dell’auto sulla quale viaggiavano dopo essere state tamponate. Le vittime, tra il 14 e il 15 agosto, erano a bordo di una Toyota Aygo, la loro auto è stata travolta a velocità folle da una Fiat Stilo con a bordo due giovani albanesi. La Toyota è finita fuori strada e ha preso fuoco. Il 22enne albanese che guidava la Fiat è stato trovato ubriaco e per questo arrestato con l’accusa di omicidio stradale plurimo. Ieri il bilancio si è aggravato: in mattinata ha perso la vita un 81enne rimasto coinvolto in un incidente avvenuto tra Molfetta e Terlizzi, nel Barese; nel pomeriggio, due ragazzi sono deceduti tra Noicattaro e Mola di Bari: la loro Ford è stata schiacciata nel frontale con un tir. Una lunga scia di sangue che ha portato il governatore pugliese, Michele Emiliano, e l’assessore regionale Antonio Nunziante, ad intervenire pubblicamente esortando i pugliesi a guidare con “maggiore prudenza e responsabilità”. Secondo l’Arem, l’Agenzia regionale per la mobilità, nel 2016 sono stati 9.932 gli incidenti stradali gravi che hanno portato al decesso di 254 persone e al ferimento di altre 16.768: rispetto all’anno precedente, il numero degli incidenti con lesioni è aumentato del 4,3%; il numero dei morti è lievitato del 9,5% ed il numero dei feriti del 7,2%. In provincia di Lecce gli incidenti nel 2016 sono stati 1.939 rispetto ai 1.763 del 2015, sono diminuiti i morti (44 anziché 53) ma sono aumentati i feriti (3.179 contro 2.973 del 2015). In aumento i sinistri stradali anche a Brindisi (1.101 nel 2016, 957 nel 2015), pressoché invariato il numero dei deceduti (24 nel 2016, 25 nel 2015), in crescita quello dei feriti (1.821 contro 1.532). Nel Tarantino, invece, si è registrato quasi lo stesso numero di incidenti (1.173 nel 2016, 1.175 nel 2015), ma sono quasi raddoppiati quelli mortali (41 a 24).
 
Questo incremento generale si verifica dopo un decennio di costante riduzione degli incidenti in Puglia. Il 70,1% dei sinistri stradali si è verificato all’interno dei centri abitati, il 29% fuori dagli abitati e lo 0,9% lungo le autostrade pugliesi. I mesi estivi di giugno, luglio e agosto sono stati i peggiori per numero di incidenti gravi e agosto il peggiore in assoluto con 36 morti su strada rispetto ai 19 registrati nel 2015. Gli incidenti mortali nel 49,3% dei casi ha coinvolto due o più veicoli, mentre nel 41,% dei casi ha riguardato una sola auto; per il restante 9,7% dei casi si è trattato dell’investimento di pedoni. Rispetto al 2015 si è registrato un importante incremento (+25,5%) degli incidenti che hanno interessato singoli veicoli dovuti in molti casi a distrazione. “L’analisi di dati così drammatici - sottolineano Emiliano e Nunziante - portano a considerare la distrazione tra le principali cause di incidenti, insieme all’eccesso di velocità. Il fattore umano influisce sensibilmente. Quindi bisogna favorire gli interventi di messa in sicurezza delle strade ma, soprattutto, bisogna incidere sull’atteggiamento culturale della popolazione”, concludono Emiliano e Nunziante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA