Frecciarossa, ora è il governo che deve intervenire

Frecciarossa, ora è il governo che deve intervenire
di Alessandra LUPO
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Mercoledì 30 Settembre 2015, 23:34 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 08:16

Il dado è tratto e i motivi del “no” al Frecciarossa fino a Lecce sono stati snocciolati uno per uno sul tavolo della commissione Bilancio e Trasporti, che martedì si è riunita in seduta congiunta alla Camera. I due top manager di Fs e Trenitalia, Michele Elia e Vincenzo Soprano, hanno enumerato i motivi della decisione di escludere il Salento: valutazioni soprattutto di natura tecnica, percorrenza, turni dei macchinisti e perdite eventuali.

Ma anche il rischio che qualcun altro lungo la linea adriatica possa indispettirsi per il trattamento riservato a Lecce e chiedere una fermata aggiuntiva, rallentando la corsa del Frecciarossa da Milano che può contare su un margine di risparmio piuttosto ridotto, un’oretta e un quarto tutta recuperata sull’alta velocità tra Milano e Bologna.

Le spiegazioni dei manager non fanno altro che ribadire, seppur con maggiori dettagli e qualche contraddizione in termini - vedi il discorso sulla domanda, impossibile da valutare senza che prima vi sia l’offerta - quanto sinora sostenuto a difesa della scelta barese.

Un “regalo” che Elia, originario di Castellana Grotte, ha voluto fare alla sua Puglia, anticipandolo anche di tre mesi rispetto ai tempi previsti grazie all’entrata in funzione dei Frecciarossa 1000, ma dimenticando che si tratta della regione più lunga d’Italia.

Ecco perché al netto degli impedimenti tecnici, a dire il vero nessuno sostanziale, è ora necessario che la parola passi alla politica, l’unica a potersi assumere la risposta al territorio, che va al di là delle valutazioni aziendali e punta sul suo presente e futuro. La palla pasa infatti al governo, cui ora non resta che convocare il tavolo tecnico plurilaterale in grado di sciogliere il nodo del Frecciarossa fino a Lecce, per trasformare questa battaglia simbolica in un segnale chiaro di attenzione da parte del governo, che sinora ha letteralemnte abbandonato a se stesso il territorio in materia di trasporti, basti pensare all’agghiacciante rapporto 80-20 tra Nord e Sud ricordato da Francesco Boccia. A ben guardare non si tratterebbe di una scelta così rivoluzionaria, ma piuttosto di una necessità per un territorio che ha sempre pagato carissima la sua distanza ma non per questo si è arreso.

E questo lo sanno bene i rappresentanti delle istituzioni, che a livello salentino hanno votato compatte un documento in cui si chiede al governo un intervento deciso sulla questione, minacciando altrimenti di dare una piega meno istituzionale alla protesta. A livello regionale, invece, resta l’indirizzo del presidente e della sua giunta, pronti a trattare con Trenitalia per ricollegare il Salento all’alta velocità.

E sulla questione torna puntuale lo stimolo di Rocco Palese. Il vicepresidente della commissione Bilancio della Camera non cede di un passo sulla battaglia per il Frecciarossa fino a Lecce, diventata in un mese un simbolo della voglia di rivalsa del territorio che alle promesse risponde chiedendo un segno di buona volontà.

«Per quanto utile e da noi sollecitata, l’audizione dell'Ad di Ferrovie dello Stato Elia in Commissione, ha avuto esito scontato, perché superata dalle dichiarazioni già ampiamente rese a mezzo stampa ma, soprattutto, perché non è stata preceduta da un tavolo col Governo come invece avevamo auspicato per evitare di parlare di aria fritta».

«Elia non poteva essere più chiaro - prosegue Palese - è il Governo che deve dire a Fs cosa e dove farlo, nell’ambito della naturale programmazione dei servizi di trasporto, d’intesa con le Regioni. Peraltro che il problema non è quello della scarsità di risorse, lo confermano i dati di Bilancio di Ferrovie dello Stato del primo semestre del 2015, con un utile netto di 292 milioni di euro, più 2,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Torniamo quindi all’origine: il vero killer del Sud è il governo Renzi e non molleremo neanche per un attimo finché dal governo non arriveranno risposte politiche e concrete sull’isolamento del Sud e del Salento. Il Frecciarossa deve arrivare a Lecce e per questo continueremo a batterci e protestare in ogni sede, istituzionale e non, finché il Presidente del Consiglio non si accorgerà che l'Italia non finisce a Roma e che la Puglia non finisce a Bari».

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