Emiliano, giunta pronta: cinque scelti dalle Sagre, poi due donne e tre assessorati offerti ai Cinque Stelle

Emiliano, giunta pronta: cinque scelti dalle Sagre, poi due donne e tre assessorati offerti ai Cinque Stelle
di Francesco G. Gioffredi
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Lunedì 6 Luglio 2015, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 19:22

Pronta la giunta di Michele Emiliano: cinque consiglieri regionali (Giannini, Piemontese, Liviano, Leo, Negro) scelti dal popolo delle Sagre; due donne pescate fuori dal Consiglio (Capone e Curcuruto); e poi tre assessorati offerti a tre consigliere del M5s (Laricchia, Barone, Guarini).

I cinque consiglieri. I 3mila delle "Sagre del programma" hanno scelto: i primi cinque assessori della giunta di Michele Emiliano sono Giovanni Giannini (Trasporti e Lavori pubblici; barese, eletto col Pd); Raffaele Piemontese (Bilancio; foggiano, eletto col Pd); Gianni Liviano (Industria turistica e culturale; tarantino, eletto con Sindaco di Puglia); Sebastiano Leo (Formazione e Lavoro; salentino, eletto con Noi a sinistra); Salvatore Negro (Welfare; salentino, eletto con i Popolari).

Le due donne. Si tratta di Loredana Capone (confermata allo Sviluppo economico, candidata e non eletta nel Salento col Pd) e di Annamaria Curcuruto (Urbanistica, dirigente proprio in quel settore al Comune di Bari).

I Cinque Stelle. Emiliano ha anche confermato le intenzioni della vigilia: offerti tre assessorati al M5S.

Alla barese Antonella Laricchia (Ambiente, barese, candidata governatrice), Rosa Barone (Agricoltura, foggiana), Viviana Guarini (Risorse umane).

La lista dei dieci: i retroscena. La stesura della griglia è stata sofferta, scucita e ricucita fino a tarda ora. Sintomo di travagli, perplessità, ripensamenti, il tutto imbastito attorno a poche certezze. Con la consapevolezza che la giornata odierna sarà uno spartiacque: dieci nomi di altrettanti consiglieri di centrosinistra, affidati da Michele Emiliano al vaglio dei 3mila pugliesi protagonisti delle “Sagre del programma”. Sarà il “popolo delle Sagre”, oggi dalle 12 alle 18, a scegliere i primi cinque assessori della nuova giunta regionale.

Il resto della truppa (due donne esterne, forse altri tre uomini pescati sempre dal bacino dei dieci) sarà invece selezionato direttamente dal governatore. Questi, allora, i dieci: Gianni Liviano, Giovanni Giannini, Salvatore Negro, Filippo Caracciolo, Sebastiano Leo, Raffaele Piemontese, Antonio Nunziante, Leo Di Gioia, Peppino Longo, Mimmo Santorsola. Parola alle “sagre”. Metodo innovativo, rivoluzionario, un inedito su scala perlomeno nazionale. Ma sullo sfondo incalza il senso politico delle scelte del governatore, non senza accenni polemici: la “magnifica decina” è dosata col bilancino (tre al Pd, tre alle civiche, due a testa a vendoliani e centristi), mentre sul piano territoriale Bari (tre nomi) stacca Lecce, Foggia e Bat (due), oltre che Taranto (uno).

Fuori del tutto Brindisi, provincia cenerentola. Ma i potenziali elementi di scontro dialettico e politico potrebbero essere anche altri: “Noi a sinistra” - che rivendica il ruolo di principale partner del Pd - difficilmente digerirà il trattamento, visto che la lista vendoliana è stata politicamente messa sullo stesso piano dei centristi; e il Pd di Brindisi, Lecce e Taranto al momento è del tutto estromesso. Poi ci sono gli esclusi eccellenti: innanzitutto Sergio Blasi, consigliere regionale uscente (salentino, Pd) e candidato più suffragato di Puglia. Senza trascurare tutti gli altri grossi calibri, rimasti per varie ragioni ai margini: ad esempio gli assessori uscenti Guglielmo Minervini (Noi a sinistra) e Donato Pentassuglia (Pd), o il capogruppo dei democratici Pino Romano. Ma Emiliano rassicura già tutti: «In Consiglio - spiegano dallo staff - ci sarà riconoscimento per l’impegno di tutti».

Il calderone più rovente è il Pd. Ma proprio i democratici, in virtù dei 13 seggi in Consiglio, scortano nel listone di Emiliano tre rappresentanti: l’assessore uscente alle Opere pubbliche, il barese Giovanni Giannini (un fedelissimo del governatore); il consigliere uscente, barlettano, Filippo Caracciolo; il foggiano Raffaele Piemontese, che così stacca in volata nel derby casalingo Paolo Campo. Tre anche per le civiche del presidente: per “Sindaco di Puglia” ecco Antonio Nunziante (barese, ex prefetto), il tarantino Gianni Liviano e l’assessore uscente al Bilancio Leo Di Gioia (foggiano, cinque anni fa eletto col Pdl, poi - da montiano - precettato da Vendola). Per i vendoliani in pista Sebastiano Leo (salentino, al debutto, sponsorizzato dal senatore Dario Stefàno) e Mimmo Santorsola (tranese). Infine i centristi: la lista dei Popolari piazza nella griglia di Emiliano i due Udc Salvatore Negro e Peppino Longo (leccese il primo, barese il secondo, entrambi uscenti).

Ogni filo della trama risponde a una logica: partitica, territoriale o personale. Ed è collegato indissolubilmente all’altro: tirarne uno vuol dire smagliare tutta la trama. Maggiore libertà, ma non senza applicare criteri e valutazioni complessive, si riserva invece Emiliano nella selezione delle due donne esterne (di più, al momento, lo Statuto non permette di fare): una di taglio tecnico, l’altra di respiro più politico. Resta aperta l’offerta di tre assessorati ad altrettante consigliere dei Cinque Stelle, che però confermeranno il loro “no”. A quel punto Emiliano potrebbe varare comunque una giunta a dieci, recuperando gli altri tre assessori-consiglieri dal listone dei dieci, e ferma restando l’annunciata modifica dello Statuto (per poter successivamente innestare, con possibile rimpasto, altre tre donne esterne). Già in serata il governatore comunicherà i primi cinque membri della sua squadra, e potrebbe contestualmente annunciare anche i nomi delle due donne. L’obiettivo è chiudere la partita della giunta entro domani, al massimo mercoledì. E al netto delle polemiche.