Emiliano, il futuro in otto tappe. Brindisi, Lecce e Taranto: l’agenda per coniugare salute, lavoro, sviluppo e ambiente

Emiliano, il futuro in otto tappe. Brindisi, Lecce e Taranto: l’agenda per coniugare salute, lavoro, sviluppo e ambiente
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Sabato 6 Giugno 2015, 22:59 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 13:19
Una volta smaltita la sbornia elettorale e soprattutto una volta che Michele Emiliano sarà riuscito a venire a capo della questione quote rosa, che rischia di rallentare il lavoro per la formazione dell'esecutivo, il nuovo presidente della Regione Puglia dovrà “rimboccarsi le maniche”. Una metafora cara anche a Matteo Renzi che durante la campagna per le primarie la incarnò fisicamente trasformandosi nell'icona dell'uomo del fare, e che l'ex sindaco di Bari ora dovrà cercare di declinare in una serie di emergenze e criticità che da nord a sud della Puglia, rischiano di scavalcare e inizialmente mettere tra parentesi il programma di governo scritto nelle sagre.



Sul podio dell'emergenza campeggia senza dubbi il caso Ilva, ormai un emblema pugliese, che si gioca a cavallo tra la salute dei tarantini, il futuro di una delle città più importanti della regione e la ripresa economica del paese, che proprio dal manifatturiero nei mesi scorsi ha visto spuntare i primi segnali positivi. Il progetto di ambientalizzazione del sito è complesso e dovrà passare anche per alcune scelte politiche non facili sul mantenimento o meno di interi settori di produzione, una sfida che mette la Puglia ma anche il governo a confronto con l'economia internazionale. Ma il futuro di Taranto si gioca anche sul fronte caldo della portualità e della logistica. Se i privati rifiuteranno la proposta di riprendere la movimentazione dei container da Taranto, scegliendo di rimanere nel Pireo, il Governo dovrà cercare un nuovo partner commerciale cui affidare il molo polisettoriale a conclusione delle opere. Il nodo portuale intreccia anche il problema delle opere in attesa di cantierizzazione, capitolo dolente che attraversa l'intera Puglia.



Nel capoluogo magnogreco mancano ancora all'appello il dragaggio del porto industriale e la realizzazione della vasca di contenimento del porto industriale, lavori finanziati con 300 milioni di euro e mai partiti. Una situazione analoga a quella di Brindisi, che aspetta il completamento della Banchina di Costa Morena, finanziata con 20 milioni di euro. L'elenco delle “incompiute”, d'altronde, è estremamente lungo e oltre alle scuole e agli ospedali continua a tenere il freno a mano tirato anche a quella intermodalità invocata da decenni ma sempre a corto di pezzi per funzionare. Elementi chiave che vanno dal completamento dell'adeguamento ferroviario al collegamento tra il porto di Taranto e la rete ferroviaria, sino alle tormentate vicende della strada Statale 275 Maglie-Leuca e della Regionale 8, nei tratti Lecce - Melendugno e Bari-Taranto (bradanico-salentina).



Abbraccia invece il triangolo dell'aerospazio lo spettro della crisi del settore, sinora un fiore all'occhiello per l'industria pugliese, che oggi guarda con grande preoccupazione alla riorganizzazione di Finmeccanica (cui fanno capo Avio, Alenia, Augusta) sempre più nell'ottica di una razionalizzazione del gruppo decisa dal nuovo management. Non è un caso che il direttore di Confindustria Brindisi, Angelo Guarini, solleciti un intervento urgente della Regione a sostegno delle piccole e medie imprese aeronautiche, per la diversificazione del mercato e l'uscita dall'ottica del mono-cliente, dopo che Augusta, per esempio, ha già prosciugato le commesse per la Puglia, chiudendo i rapporti con numerosi fornitori del Brindisino.



Il sistema regionale dovrà attrezzarsi, insomma. Con la speranza di non delegare la speranza di ripresa al solo turismo, un filone che la Regione sta già sfruttando in maniera intelligente e sempre più integrata, facendo della Puglia un'esperienza imperdibile, tra coste meravigliose e monumenti, piccoli centri tutti da scoprire e l'agroalimentare di qualità. Ed è qui che la bellezza si lascia raggiungere dalla paura, che arriva dalla minaccia per gli ulivi salentini e pugliesi costituita dalla Xylella su cui occorrerà trovare il bandolo della matassa, dopo che il Consiglio di Stato ha confermato il giudizio del Tar, bloccando il piano Silletti e respingendo il ricorso presentato da ministero dell'Agricoltura e Dipartimento della Protezione civile.



Scivolosa è per Emiliano anche la vicenda Tap, che ormai potrà evolversi solo sul piano legale e mette il neoeletto presidente pugliese sul fronte opposto a quello del governo nonché contro il suo stesso segretario nazionale di partito. L'elenco delle emergenze-opportrunità si chiude con il problema principe per i pugliesi, la sanità, che connette l'immediato con il programma a lungo termine del governatore. Anche perché cinque anni hanno già dimostrato di potersi rivelare del tutto vani per la soluzione di un rebus che sopravvive ai governi regionali che si susseguono, a prescindere dai colori politici.
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