«Le risposte devono essere politiche, non manageriali». È lo stesso presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia a dare il senso del braccio di ferro con Fs e Trenitalia al termine dell'audizione parlamentare dei manager. «Quando parliamo della rete ferroviaria in Italia è inutile nasconderlo ma il Parlamento, il governo, Ferrovie dello Stato hanno tutti grandi responsabilità che non possono più essere utilizzate come alibi; oggi servono delle risposte. Va necessariamente capovolto il rapporto delle risorse investite nella rete ferroviaria di Nord e Sud che, negli ultimi dieci anni è stato 80-20 e il caso del Frecciarossa pugliese, di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane, è il simbolo di questo enorme divario. Anche nei servizi».
Che la soluzione al problema del Frecciarossa dovrà essere politica lo si immaginava, ma dopo avere ascoltato le aziende risulta ancora più evidente. Palese annuncia che «la lotta va avanti finché non si convocherà immediatamente il tavolo tecnico per risolvere il problema altrimenti - spiega il vicepresidente della commissione Bilancio - l'argomento lo tireremo di nuovo fuori in sede di legge di stabilità. Noi restiamo sulle barricate».
L'audizione parlamentare è stata un passaggio chiave perché del "caso" si parlasse anche fuori dalla Puglia, dove per la verità era già rimbalzato più volte. Ma in sede di commissione Fs e Trenitalia sono state letteralmente inchiodate al proprio ruolo. «Il 70% dei vostri fondi sono pubblici, e vengono anche dai 2 milioni di cittadini di Lecce, Brindisi e Taranto che avete deciso di tagliare fuori dal servizio Frecciarossa - ha aggiunto Palese -dopo che per 20 anni diversi governi si sono succeduti massacrando il Sud è il momento di dire basta, questa è una battaglia simbolo e se ci obbligano andremo a vedere cosa c'è nei bilanci di Trenitalia tali da impedire uno sforzo così piccolo».
Federico Massa, deputato democratico salentino membro della commissione Trasporti, aggiunge: «Il Bari-Lecce è importante dal punto di vista simbolico, indubbiamente la natura pubblica dell'azienda deve dare un segnale anche in situazioni al limite tra servizio pubblico e privato anche per implementare il trasporto in un territorio che ha sofferto tanto e ora reagisce». Stessa linea per il deputato Salvatore Capone: «Occorre una valutazione sullo stato dell'arte degli impegni presi nei confronti del Mezzogiorno. Il Frecciarossa a Lecce è una questione simbolica per capire se questo quadro di riferimento va nella giusta direzione».
Da Taranto il deputato Pd Ludovico Vico aggiunge: «Quando Trenitalia dice di agire da azienda non ne dubito: accanto alla competitività europea però occorre tenere conto del riequilibrio della mobilità del nostro Paese. Quello che si osserva invece è che c'è un modello in corso della rete, che è quasi tutta tirrenica (ferro, aerei, porti) mente la dorsale adriatica è ricca di premesse senza conclusioni. La rete c'è -conclude Vico - ma i treni no e le valutazioni sull'utenza dell'azienda sono imprecise: se comparato alla gomma, il volume dei viaggiatori che partono ogni giorno da Taranto (ma da Lecce e Brindisi sono molti di più) per varie destinazioni italiane sono 6.800. Nella prima mattina salgono in auto perché non possono accedere ai treni».
I deputati "bocciano" i manager: «Sarà decisivo l'intervento del governo»
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Mercoledì 30 Settembre 2015, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 07:58