I deputati "bocciano" i manager: «Sarà decisivo l'intervento del governo»

I deputati "bocciano" i manager: «Sarà decisivo l'intervento del governo»
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Mercoledì 30 Settembre 2015, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 07:58
«Le risposte devono essere politiche, non manageriali». È lo stesso presidente della com­missione Bilancio Francesco Boccia a dare il senso del brac­cio di ferro con Fs e Trenitalia al termine dell'audizione parla­mentare dei manager. «Quan­do parliamo della rete ferrovia­ria in Italia è inutile nasconder­lo ma il Parlamento, il gover­no, Ferrovie dello Stato hanno tutti grandi responsabilità che non possono più essere utilizza­te come alibi; oggi servono del­le risposte. Va necessariamen­te capovolto il rapporto delle risorse investite nella rete ferro­viaria di Nord e Sud che, negli ultimi dieci anni è stato 80-20 e il caso del Frecciarossa pu­gliese, di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane, è il sim­bolo di questo enorme divario. Anche nei servizi».



Che la soluzione al proble­ma del Frecciarossa dovrà esse­re politica lo si immaginava, ma dopo avere ascoltato le aziende risulta ancora più evi­dente. Palese annuncia che «la lotta va avanti finché non si convocherà immediatamente il tavolo tecnico per risolvere il problema altrimenti - spiega il vicepresidente della commissio­ne Bilancio - l'argomento lo ti­reremo di nuovo fuori in sede di legge di stabilità. Noi restia­mo sulle barricate».



L'audizione parlamentare è stata un passaggio chiave per­ché del "caso" si parlasse an­che fuori dalla Puglia, dove per la verità era già rimbalzato più volte. Ma in sede di com­missione Fs e Trenitalia sono state letteralmente inchiodate al proprio ruolo. «Il 70% dei vostri fondi sono pubblici, e vengono anche dai 2 milioni di cittadini di Lecce, Brindisi e Taranto che avete deciso di ta­gliare fuori dal servizio Frec­ciarossa - ha aggiunto Palese -dopo che per 20 anni diversi governi si sono succeduti mas­sacrando il Sud è il momento di dire basta, questa è una bat­taglia simbolo e se ci obbliga­no andremo a vedere cosa c'è nei bilanci di Trenitalia tali da impedire uno sforzo così picco­lo».



Federico Massa, deputato democratico salentino membro della commissione Trasporti, aggiunge: «Il Bari-Lecce è im­portante dal punto di vista sim­bolico, indubbiamente la natu­ra pubblica dell'azienda deve dare un segnale anche in situa­zioni al limite tra servizio pub­blico e privato anche per im­plementare il trasporto in un territorio che ha sofferto tanto e ora reagisce». Stessa linea per il deputato Salvatore Capo­ne: «Occorre una valutazione sullo stato dell'arte degli impe­gni presi nei confronti del Mez­zogiorno. Il Frecciarossa a Lecce è una questione simbolica per capire se questo quadro di riferimento va nella giusta dire­zione».



Da Taranto il deputato Pd Ludovico Vico aggiunge: «Quando Trenitalia dice di agi­re da azienda non ne dubito: ac­canto alla competitività euro­pea però occorre tenere conto del riequilibrio della mobilità del nostro Paese. Quello che si osserva invece è che c'è un mo­dello in corso della rete, che è quasi tutta tirrenica (ferro, ae­rei, porti) mente la dorsale adriatica è ricca di premesse senza conclusioni. La rete c'è -conclude Vico - ma i treni no e le valutazioni sull'utenza dell'a­zienda sono imprecise: se com­parato alla gomma, il volume dei viaggiatori che partono ogni giorno da Taranto (ma da Lecce e Brindisi sono molti di più) per varie destinazioni ita­liane sono 6.800. Nella prima mattina salgono in auto perché non possono accedere ai treni».