Danni agli agricoltori, il ministero assicura: stop a mutui e oneri

Danni agli agricoltori, il ministero assicura: stop a mutui e oneri
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 14 Gennaio 2017, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 18:26
Il ministero delle Politiche agricole ieri ha confermato di aver ricevuto la richiesta, da parte della Regione, per il riconoscimento dello stato di calamità, dopo la bufera di neve che ha flagellato la Puglia nei giorni scorsi. Si tratta di un primo step al quale dovrà seguire l’invio di fascicolo più circostanziato con la stima dei danni, anche sommaria, altrimenti la procedura per l’ok al riconoscimento non può essere avviata. Il ministro Maurizio Martina ha già dato ampia disponibilità a concedere gli aiuti, per cui ora si tratta di tirare la somme e inviare tutto al ministero.
Ma chi potrà beneficiare del riconoscimento dello stato di calamità? Innanzitutto, vale la pena spiegare che il maggior aiuto che si ottiene nel momento in cui c’è la declaratoria della calamità, non è tanto il risarcimento in denaro, quanto la sospensione - e questo vale per tutte le aziende agricole, casearie e zootecniche, come pure per i coltivatori diretti - delle rate dei mutui, delle rate previdenziali, e di una serie di incombenze che per un determinato momento vengono congelate. Il principio della sospensione è appunto sollevare l’imprenditore messo in ginocchio dalle avversità atmosferiche. Infatti, le aziende mantengono in verde i loro bilanci solo se vendono i loro prodotti, nel momento in cui, come è accaduto invece per colpa della morsa di gelo in Puglia, la produzione viene irrimediabilmente danneggiata, e di conseguenza invendibile, è chiaro che dover continuare a pagare le rate dei mutui per l’acquisto di attrezzature e quant’altro sarebbe aggiungere la beffa al danno. Ecco perché il riconoscimento dello stato di calamità è fondamentale per poter avere almeno la sospensione dei pagamenti, che altrimenti andrebbero a gravare ancora di più sull’impresa colpita. Tra l’altro, si tratta di un beneficio immediato, che scatta nel momento stesso in cui c’è l’ok al riconoscimento, a differenza invece dello stanziamento di fondi come risarcimento, per il quale bisogna aspettare un apposito decreto per tutte le calamità nazionali, che invece viene fatto una volta l’anno.
A proposito di risarcimenti in denaro bisogna chiarire che il “Fondo di solidarietà nazionale” si attiva in presenza di avversità atmosferiche eccezionali e di calamità naturali che incidano sulla produzione lorda vendibile annuale delle singole aziende agricole interessate, in misura non inferiore al 30% della produzione ordinaria. Questo significa che i risarcimenti spettano solo per i danni non assicurabili, che non sono certo la neve, la grandine o il gelo, considerato che il 90 per cento delle assicurazioni agricole sono stipulate proprio contro calamità atmosferiche. Infatti, per legge, l’indennizzo ministeriale può essere corrisposto per i danni conseguenti da “eventi assicurabili”. C’è anche da dire che il ministero delle Politiche agricole, poiché il Fondo di solidarietà nazionale” non può coprire tutte le calamità, avendo a disposizione un budget limitato, per ovviare al pericolo che le aziende danneggiate possano restare a bocca asciutta, dal 2014 e fino al 2020 ha accantonato un miliardo e 600 milioni di euro per incentivare le assicurazioni agricole. Un aiuto che viene dato agli agricoltori, riconoscendo fino al 65-70 per cento del premio assicurativo, che viene appunto rimborsato quando si presentano eventi calamitosi che danneggiano aziende e raccolti.
In ogni caso, come ha confermato anche l’assessore alle Risorse agroalimentari pugliesi, Leonardo Di Gioia, la Regione, una volta fatta la stima dei danni, oltre alla richiesta del riconoscimento della calamità al ministero delle Politiche agricole, è intenzionata «ad avviare un negoziato con il governo per far approvare una legge speciale, che preveda dei fondi extra per coprire anche le spese assicurabili» ha sottolineato l’assessore Di Gioia. Come del resto è stato fatto per la xylella fastidiosa, quando il Consiglio dei ministri approvò una norma ad hoc stanziando 11 milioni di euro. Una misura su cui si dovrà lavorare ma che non assicura tempi brevi.
Intanto, una parte della politica pugliese e anche Coldiretti, ha chiesto alla Regione di attivare ulteriori indennizzi modificando la misura 5.2 del Psr. Anche su questo l’impegno dell’assessore Di Gioia a trovare nuove risorse nella rimodulazione periodica del Piano rurale.
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