Conte recluta i transfughi Vitali: sosterrò il governo

Conte recluta i transfughi Vitali: sosterrò il governo
di Francesco G. GIOFFREDI
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 09:51

Nel borsino dei possibili transfughi, in questa ormai lunga crisi di governo, c'è sempre stato. Quotazioni oscillanti, ora dentro e ora fuori, ieri però Luigi Vitali ha deciso: sosterrà un nuovo, eventuale governo guidato da Giuseppe Conte. Il senatore di Francavilla Fontana lascia definitivamente Forza Italia e aderirà al nascituro gruppo di Palazzo Madama, quarta gamba del progetto giallorosso: sono i volenterosi, tanto auspicati dal premier dimissionario, cellula in espansione e che potrebbe rendere l'avvocato foggiano un po' più autonomo (cioè meno bisognoso di accordi con Italia viva, ipotesi al momento ardua). Il gruppo si chiama Europeisti-Maie-Centro Democratico, al momento può contare su 11 componenti.
Vitali ieri sera s'è limitato a poche, telegrafiche parole ufficiali, almeno nel messaggio di congedo rivolto agli ex compagni di viaggio forzisti: «Cari colleghi, come doverosamente comunicato alla presidente (Anna Maria Bernini,
ndr), ho preso la decisione di sostenere il professor Conte. Ho espresso sempre la mia perplessità sulla situazione attuale. È stato un onore lavorare con voi». «Non è tempo di contrapposizioni», aggiungerà poco dopo. Per Vitali potrebbe presumibilmente profilarsi un incarico di governo, magari da sottosegretario al ministero della Giustizia. «Una scelta molto sofferta. Ma non ho chiesto garanzie a Conte, né lui è nelle condizioni di darmele», puntualizza raggiunto telefonicamente. L'unico punto d'intesa, spiega a Quotidiano il senatore brindisino, sarebbe sui temi: «Ho chiesto garanzie solo sugli argomenti divisivi, come la riforma della giustizia o i temi etici. E mi ha garantito che verranno messi da parte. Dobbiamo occuparci insieme di ciò che serve al Paese: frenare la pandemia, i ristori a commercianti e imprese, la cassa integrazione. Poi, quando si voterà, chi vincerà si occuperà della riforma della giustizia». Nei giorni scorsi, quando il premier non s'era ancora dimesso e s'avvicinava lo showdown in Parlamento sulla riforma della giustizia del ministro Bonafede, Vitali aveva avvertito: così non ci sono le condizioni per convergere. Ha vinto, o così sembra, il braccio di ferro.
Parlamentare di lungo corso, alla quinta legislatura (non consecutiva), avvocato, è stato già sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi (dal 2004 al 2006). Ex coordinatore regionale del partito azzurro, dalla primavera del 2019 non era più iscritto però a FI, per dissidi insanabili con i vertici regionali e nazionali. Nei mesi scorsi era segnalato in progressivo avvicinamento alla Lega, adesso ha innestato la retromarcia e imboccato la direzione opposta. Laconico e tombale il commento affidato ai social da Mauro D'Attis, deputato e coordinatore pugliese di Forza Italia: «Non ci mancherai...». I contrasti tra i due erano e sono ben noti. Vitali potrebbe essere raggiunto presto nel gruppo centrista neo-contiano da Anna Carmela Minuto: senatrice barese alla prima Legislatura, eletta anche lei con Forza Italia. Stesso percorso è stato compiuto già la settimana scorsa da Mariarosaria Rossi e Andrea Causin.
Descritto sempre come un ultra-berlusconiano, ieri Vitali ha ricevuto pure la telefonata dell'ex premier e leader azzurro: «Mi ha detto di ripensarci e che era amareggiato. Gli ho spiegato però che non prendo decisioni a cuor leggero. Al di là del rapporto con lui e dell'amicizia fraterna con Bernini, con il resto della classe dirigente ero in rotta da giugno del 2019. A Berlusconi sono grato, a lui mi lega un'amicizia sincera. La mia opinione su di lui mai è cambiata e mai cambierà». Ora Vitali si ritrova in un gruppo eterogeneo, che raccoglie ex forzisti, centristi, ex cinque stelle, moderati di centrosinistra, pure una senatrice prestata dal Pd (Tatjana Rojc) per agevolare l'operazione: «In questa fase - abbozza Vitali - bisogna mettere da parte le cose che ci dividono e valorizzare ciò su cui siamo d'accordo e andare avanti pensando alle esigenze dei cittadini. Non sono le solite parole, ma reali necessità. E dobbiamo spendere bene i soldi del Recovery». Intanto, in Puglia si ritrova alleato con chi ha combattuto per decenni: «Ma io faccio politica non in Puglia, ma a Roma. E darò il mio contributo nei limiti del possibile alla risoluzione della crisi. Dobbiamo sostenere Conte, è lui il nostro interlocutore in Europa, altri al suo posto avrebbero difficoltà a ripristinare i rapporti». Garanzie su future ricandidature? «No, ho già deciso di non ricandidarmi».
Da registrare intanto un altro giallo Ciampolillo: il senatore barese ex cinque stelle, protagonista la scorsa settimana del voto di fiducia last minute, ieri non ha aderito al gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico: «In questi giorni sto facendo le mie valutazioni, le mie scelte le saprete quando sarà il momento. Bisogna capire da chi sarà formato e sostenuto un eventuale Conte ter, deciderò tra oggi e domani». Intanto, ha fatto sapere che non si sottoporrà al vaccino anti-Covid: scelta in linea con le tesi al sapor di negazionismo del senatore, ma certo fuori asse rispetto all'approccio del governo. Del nuovo gruppo senatoriale fa parte un altro pugliese: Maurizio Buccarella, salentino, anch'egli ex cinque stelle alla seconda Legislatura.
Oggi sarà giornata di consultazione dei partiti al Quirinale, per il capo dello Stato Sergio Mattarella. Il Pd chiederà il reincarico a Conte, la linea della fedeltà al premier dimissionario passa però per un allargamento della maggioranza e non contempla veti neanche su Matteo Renzi. E Italia vive ribadisce i paletti, fa saltare i diktat sui nomi («va bene anche Luigi Di Maio come premier»), e i fronti opposti restano. Ma i confini sono fluidi, e ieri s'è avuta l'ennesima dimostrazione.
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