Camusso e Poletti, braccio di ferro sui “buoni lavoro”

Camusso e Poletti, braccio di ferro sui “buoni lavoro”
di Nicola QUARANTA
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Sabato 28 Maggio 2016, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 10:34

Voucher: tra governo e sindacato è scontro. E il tema anima a Lecce l'apertura della terza edizione delle “Giornate del lavoro” organizzate dalla Cgil. Dal muro contro muro al faccia a faccia: sereno, leale ma franco. La stretta di mano in Salento tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e la leader della Cgil Susanna Camusso è servita a stemperare i toni ma le posizioni sul tema restano distanti.
«La prima cosa che chiederemo al ministro è come mai la questione, alla vigilia dell'approvazione del decreto, non sia stata posta al centro di un tavolo di discussione con le organizzazioni sociali», ha esordito la Camusso, pochi minuti prima di partecipare alla cerimonia di apertura della tre giorni nel salone della Provincia: «Gli annunci del ministro non ci mettono di buon umore. Con il decreto si sta semplicemente compiendo una operazione di maquillage, nell'estremo tentativo di correggere un istituto ha sostituito il lavoro stabile e strutturato, prestandosi ad abusi di ogni tipo. Quando si sbaglia gravemente l'individuazione di una forma che si presta ad abusivi di ogni tipo e non risponde agli obiettivi prefissati, piuttosto che farne un istituto utilizzabile per tutti e per qualunque occasione, bisogna avere il coraggio di intervenire».

 
Come? «Quella forma va semplicemente cancellata. Peraltro noi stiamo raccogliendo le firme per la carta dei diritti fondamentali e tra i referendum che la sostengono c'è quello per l'abolizione dei voucher. Il ministro, poi, aveva assicurato che sul tema il governo si sarebbe confrontato con i sindacati e non ci avrebbe fatto trovare di fronte a un provvedimento unilaterale. Questo non è accaduto. E non è un buon segnale».

Le novità al centro del dibattito, dunque: lo strumento, qualora fosse varato, diventerebbe pienamente tracciabile, modificando l'attuale sistema secondo cui la comunicazione di inizio della prestazione può essere fatta con riferimento ad un arco temporale non superiore ai 30 giorni successivi. Cambia dunque nella sostanza la procedura d'approccio per l'utilizzo dei ticket, che nel corso degli anni si è diffuso a macchia d'olio in tutta la penisola. E anche in Puglia, dove nel 2015 ne sono stati venduti circa 5,4 milioni. Un boom. E proprio dalla Puglia parte l'offensiva della Cgil. Decreto bocciato in partenza, dunque? «Per bocciare i decreti - spiega la Camusso - bisogna conoscerli. Diciamo che le premesse però ci sono tutte», taglia corto la Camusso.

La risposta del ministro pochi minuti dopo e a pochi metri di distanza. L'abbraccio e il saluto con la numero uno della Cgil nel cortile del monastero Teatini. Poletti, ospite della manifestazione, raccoglie la sfida della Cgil per il diritto al lavoro: «Non siamo qui certo a scambiarci sorrisi. È chiaro che il confronto con le parti sociali è fatto anche di contrapposizioni. Di certo il Governo non ha la presunzione di possedere la verità assoluta. Se siamo qui è perché accettiamo il confronto e la via del dialogo».

Ma sui voucher sarà braccio di ferro: «In questo momento – spiega il ministro - abbiamo in discussione nel Consiglio dei ministri un correttivo alla legge delega. Il correttivo consente di intervenire solo sugli argomenti, così come dice la legge delega, quindi non possiamo fare interventi di altra natura. Quello che vogliamo introdurre in questa fase è la tracciabilità dei voucher, a garanzia di un uso legale, corretto e coerente di quello che dice la legge».

Si tratta di un primo intervento, aggiunge il ministro: «Questo però non vuol dire che consideriamo chiusa questa discussione, faremo un monitoraggio dell'esito di questo intervento e se attreaverso la tracciabilità i voucher dovessero tornare a una dimensione ragionevole, coerente con il loro impianto, bene; se questo non dovesse accadere saremo pronti a discutere e cambiare.
Per noi é importante non difendere in astratto delle leggi, ma vedere dei risultati». Quei risultati che il sindacato, nelle politiche adottate e in adozione da parte del Governo a contrasto del precariato, non riesce a intravedere.

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