Camera e Senato, uscenti ai raggi x

Camera e Senato, uscenti ai raggi x
di Nicola QUARANTA
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Domenica 14 Gennaio 2018, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 11:14
Non tutti torneranno a sedere tra i banchi del parlamento nella prossima legislatura. Chi ha già ufficialmente rinunciato a correre in prospettiva delle prossime elezioni politiche, come nel caso dei deputati tarantini Massimo Pelillo (Pd) e Donatella Duranti (Mdp-Leu), chi sarà piazzato in collegi sicuri o quanto più “in alto” nel listino bloccato, chi dovrà sudare per conquistarsi una nuova candidatura e chi dovrà faticare altrettanto, pur candidato, per riconquistarsi uno posto tra gli scranni di Palazzo Madama o Montecitorio.
L’appuntamento, con il giudizio “popolare e sovrano”, è ormai dietro l’angolo: la chiamata alle urne del 4 marzo prossimo. Anticipato, ancor prima, dalla scrematura che potrà maturare, entro la fine di gennaio, in sede di allestimento delle liste. Nel frattempo, su tutti gli “uscenti”, pende puntuale il bilancio di fine mandato fotografato dall’osservatorio civico Openpolis attraverso il costante e aggiornato monitoraggio sullo stato della produttività parlamentare. Così è stato anche per i protagonisti della XVII legislatura. Attraverso elementi quantitativi e qualitativi è stata valutata l’azione di deputati e senatori per rilevarne l’efficacia, analizzando gli atti parlamentari dall’inizio della legislatura al 21 novembre 2016.
In primo piano e sotto osservazione la presenze, le assenze, le missioni, e gli atti prodotti (disegni di legge, mozioni, interrogazioni, interpellanze, emendamenti), in sintesi il livello di produttività dei singoli parlamentari. Radiografia sintetica, al netto di alcune premesse sui dati: numeri che, riportati nudi e crudi, potrebbero non essere lo specchio del politically correct. A partire dalle assenze in aula: si intendono i casi di non partecipazione al voto, sia quello in cui il parlamentare è fisicamente assente (e non in missione) sia quello in cui è presente ma non vota e non partecipa a determinare il numero legale nella votazione. Attualmente, infatti, i sistemi di documentazione dei resoconti di Camera e Senato non consentono di distinguere un caso dall’altro. I regolamenti non prevedono la registrazione del motivo dell’assenza al voto del parlamentare. Non si può distinguere, pertanto, l’assenza ingiustificata da quella, ad esempio, per ragioni di salute o politiche.
Detto questo, le presenze sono pur sempre presenze e la produzione del lavoro svolto in aula è agli atti, come possono rivendicare, tra i rappresentanti pugliesi, due deputati salentini: Rocco Palese (Forza Italia, capace di collezionare il 99,25% delle presenze in aula), seguito a ruota da Salvatore Capone (Pd, 94,80%). Nelle prime posizioni, seppure più distaccate, anche la tarantina Donatella Duranti (Mdp-Leu, 87,82%) e la brindisina Elisa Mariano (Pd, 79,80%). Stessa palma va ai senatori uscenti Salvatore Tomaselli (89,11%) e Francesco Bruni (Ncl, 85,68%).

 
Alle loro spalle, altri tre parlamentari espressione del territorio: Vittorio Zizza (NcI, 77,90%), Maurizio Buccarella (M5s, 77%) e Dario Stefàno (Misto, 75,52% e con una percentuale di assenze per missione pari al 12%). Tornando ai criteri in premessa, la classifica che non fa testo per la viceministra Teresa Bellanova, per la quale il 18,72% di presenze va di fatto sommato al 79,82% delle missioni che l’hanno vista impegnata nell’attività di governo. Discorso analogo per Nicola Latorre (Pd, presidente uscente della commissione Difesa, con il 57,56% di presenze e il 9,71% di missioni).
Sotto il 60% di presenze, infine, seppure di poco, altri tre deputati del Salento e dintorni: Nicola Ciracì (NcI), 51,89%), Federico Massa (Pd, 59,54%) e Roberto Marti (Lega, 59,02%). Sul fronte della produzione degli atti, infine, da segnalare le performance di Palese (1.743 emendamenti), Stefàno (14 disegni di legge e 12.092 emendamenti co-firmati), seguiti dalla senatrice Daniela Donno (M5s, 12 disegni di legge), dalla Duranti (11 disegni di legge), Maurizio Buccarella (M5s, 11 disegni di legge) e Diego De Lorenzis (M5s, 10 disegni di legge).
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