Stretta sui controlli per Italia-Francia

Stretta sui controlli per Italia-Francia
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 24 Luglio 2016, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Sarà una Italia-Francia ad alta tensione. Non sul campo dello stadio San Nicola di Bari, dove il primo settembre la nuova nazionale italiana del debuttante Giampiero Ventura, ex allenatore di Bari e Lecce, sarà impegnata in una partita amichevole, seppur contro i vice campioni d’Europa. L’allerta sarà soprattutto all’esterno, colpa di un pericolo terrorismo che, soprattutto nelle ultime settimane, è tornato brutalmente di attualità. Le forze dell’ordine sono già a lavoro per organizzare al meglio un servizio di d’ordine che, per ovvi motivi, non potrà essere standard: pur non essendoci alcun segnale di minaccia, l’input arrivato anche da Roma è quello di non tralasciare alcun particolare nel preparare il piano di sicurezza. Una prima riunione operativa è stata già svolta, con l’avvicinarsi del primo settembre sono previsti altri incontri in prefettura con tutti i rappresentati delle forze dell’ordine.

Si prevede l’impiego massiccio di uomini, i numeri non sono ancora ufficiali e nemmeno stabiliti con certezza ma si parla di non meno 700-800 agenti da impegnare. Si valuta la possibilità di far arrivare rinforzi anche da altre città, se dovesse essere necessario. D’altronde, l’evento è di quelli che attraggono migliaia di tifosi, la settimana prossima comincerà la vendita dei biglietti, la previsione è di almeno 50mila presenze sugli spalti dello stadio progettato da Renzo Piano. Il San Nicola non è tra gli impianti più moderni in circolazione, soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Per l’occasione potrebbero essere apportate delle modifiche alle zone di prefiltraggio, per permettere a polizia e carabinieri di svolgere controlli più accurati su ogni tifoso, evitando di far arrivare migliaia di persone a ridosso degli ingressi senza aver prima svolto attente ispezioni sui biglietti e nelle borse, zaini e cartelle.
 
Precauzioni ritenute “necessarie”, tanto più che in Puglia l’allerta per il terrorismo è ormai ai massimi livelli da diversi mesi, non perché ci siano segnali di pericolo incombente ma perché, come hanno dimostrato alcune recenti inchieste della Dda barese, la regione è terra di passaggio e di appoggio logistico per presunti foreign fighters. L’ultima indagine in ordine di tempo è quella, ancora in corso, che riguarda il 37enne tunisino Coukri Chafroud. Quello che sta emergendo dalle indagini degli inquirenti francesi dopo la strage di Nizza è inquietante e la pista dei fiancheggiatori del terrorismo che porta in Puglia si sta rafforzando sempre di più. Chafroud, il 37enne che ha vissuto a Gravina in Puglia per alcuni anni e che è stato arrestato dopo l'attentato rivendicato dall'Isis, il 14 luglio scorso, tre ore prima della strage sulla Promenade, si trovava con l'attentatore Mohamed Bouhlel.

Il tunisino “barese” è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza nel tir bianco usato per il massacro, era nel lato passeggero. Choukri, incensurato, ha vissuto a Gravina fino al 2015, lavorando in una masseria. Secondo gli investigatori francesi, sarebbe anche tornato in Puglia qualche settimana fa, ospite di alcuni connazionali. Lui e Bouhlel – secondo gli investigatori - sono sempre stati in contatto, il 4 aprile scorso il 37enne inviò un messaggio su Facebook nel quale sembra incitare l'attentatore. Gli consigliò di "caricare il camion", riempiendolo di "duemila tonnellate di ferro". Choukri scrisse anche di "tagliare i freni". Aggiungendo: "E io guarderò". Da Nizza Choukri ha avuto diversi contatti in Puglia con albanesi e tunisini. Con chi parlava? Di cosa parlava? Sono queste le domande che si pongono le Procure di Bari e Roma, che indagano assieme alla Digos. Dagli accertamenti italiani non è ancora emerso nulla di particolare, sembra che in Puglia il 37enne abbia condotto una vita normale, tranquilla, senza alcun apparente legame o contatto con l’islam fondamentalista. Le verifiche, però, vanno avanti.
 

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