«Papà aiuto, qui brucia tutto»:
le ultime parole di Gloria e Marco

«Papà aiuto, qui brucia tutto»: le ultime parole di Gloria e Marco
di Angela Pederiva
4 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Giugno 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 08:29

«Spettacolo», c’è scritto accanto alla foto postata una settimana fa su Instagram, un arcobaleno che attraversa il cielo sopra Notting Hill. Ora di quei sette colori sono rimasti solo il verde della speranza e il rosso del fuoco: l’illusione che Gloria Trevisan e Marco Gottardi siano ancora vivi, usciti per miracolo dall’inferno che ieri notte ha inghiottito anche il loro appartamento, al ventitreesimo piano della Grenfell Tower. Sono veneti i due italiani che risultano nella lista dei dispersi della tragedia di Londra, una coppia di giovani architetti di cui adesso fra Camposampiero e San Stino di Livenza restano le ultime, angoscianti parole, affidate a cinque drammatiche telefonate e ad uno straziante messaggio vocale, tutti destinati ai familiari: «Qui brucia tutto...».

IL DIARIO INGLESE
Il diario inglese di Gloria e Marco è un racconto dell’amore, e del lavoro, al tempo della Brexit. Salutato il Veneto dalla terrazza del Fondaco dei Tedeschi, con un’istantanea del Canal Grande al tramonto di San Valentino, da inizio primavera gli scatti sono tutti per la capitale britannica. Sì, era davvero tutto meraviglioso da lassù, fino all’1 di ieri notte ora locale, le 2 in Italia. All’improvviso uno squillo irrompe nella quiete di Camposampiero: «Aiuto c’è un incendio... Vedo fiamme dappertutto. Ho paura...». Gloria è terrorizzata, papà Loris e mamma Manuela sono impotenti. Tutto quello che i suoi genitori possono fare è telefonare ad altri due genitori, che alle 3.30 del mattino sono già in piedi, pronti a partire per una vacanza in Sicilia. «Noi non sapevamo nulla dell’incendio, abbiamo subito chiamato Marco attraverso WhatsApp», racconteranno Gianni e Daniela Gottardi. La linea cade almeno tre volte, ma Marco cerca di tranquillizzare i suoi genitori e forse anche la sua fidanzata: «Mamma, papà, c’è del fumo, ma stanno arrivando i vigili del fuoco».

In realtà il grattacielo è ormai una torcia, ma il giovane architetto da 110 e lode vuole mantenere la calma. «Non avevo mai sentito Marco in questo modo – confiderà suo padre – era stranamente pacato. Eppure poco prima i genitori di Gloria ci avevano raccontato tutt’altro. Li per lì non avevamo compreso il disastro che si stava consumando, anche se eravamo comunque preoccupati. Poi abbiamo acceso la televisione e vedendo le immagini abbiamo capito la drammaticità del momento». 

IL DRAMMA
Fra le 3.45 e le 4.07 intercorrono altre tre conversazioni fra il ragazzo e i genitori. «Ci sono state una serie di telefonate convulse – riferirà Gianni Gottardi – nelle quali Marco continuava a garantirci che i soccorsi stavano arrivando e che la situazione si poteva risolvere». Invece è troppo tardi. Dall’ultima chiamata comincia a trapelare l’incombente tragedia: «Marco ci ha informati che il loro appartamento era invaso dal fumo e che la situazione diventava di emergenza. Da quell’istante non abbiamo avuto più alcun contatto e il telefono non era più raggiungibile». Finché nel cellulare dell’uomo arriva un messaggio vocale: è di Marco, è lancinante.

«Ma quello che mi ha detto mio figlio me lo tengo per me...». I due fidanzati avrebbero dovuto rientrare in Veneto la prossima settimana, per festeggiare il compleanno di Marco, 28 candeline il 26 giugno. Ma poi lui e Gloria sarebbero tornati a Londra, in quello stabile che i signori Gottardo avevano visto a maggio, quando erano andati a fare visita alla coppia. «Anche a prima vista – ricordano – si presentava in buone condizioni, come rinnovato. Non avremmo mai immaginato che potesse scatenarsi un inferno simile»

© RIPRODUZIONE RISERVATA