Il presidente Lav: hanno visto
il piccolo come un intruso

Il presidente Lav: hanno visto il piccolo come un intruso
di Alessandra Chello
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Lunedì 7 Novembre 2016, 19:04 - Ultimo aggiornamento: 21:10
Riecco la tragedia. L'ennesima. E puntuale si scatena la caccia al mostro a quattrozampe.
La disputa però non può essere tra cinofili o nemici giurati dei cani. Soprattutto se ci sono vittime. Il nodo in fatti drammatici come questo è sempre lo stesso. Cercare il bandolo della matassa. Per capire se e come fatti del genere possano essere evitati.
Lo abbiamo chiesto a Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lav, la lega antivivisezione che ha seguito tutti i precedenti casi in Italia.  

Cosa ha fatto scattare l'aggressività dei due Corsi?
«Anche stavolta non ci si è resi conto che si stava commettendo un grave errore. Uno di quelli che qualsiasi persona non ben informata sul comportamento canino e sulle necessità biologiche degli animali, avrebbe commesso, proprio per questo senza averne colpa».
Vale a dire?
«Avere con sè un altro cane in una situazione e in un territorio nel quale vivevano due esemplari non socializzati perché confinati e tenuti lontano dalla famiglia umana. Hanno visto il piccolo come un concorrente. Un intruso. A volte succede persino con animali che si erano già incontrati altre volte. E come purtroppo accade, avrebbe potuto esserci un bambino al posto di quel cucciolo. A complicare il tutto c'è pure il fattore cibo che di per sè già scatena forte competizione tra elementi di uno stesso gruppo. Insomma, non si può tutte le volte continuare a parlare di incidente quando si ripropone con altre varianti, sempre lo stesso copione. Vale a dire cani usati solo come antifurti o in altri casi, solo come riproduttori. Il cane, grande o piccolo, di razza o meticcio che sia, è un animale che ama condividere spazi e quotidianetà con quello che considera essere il suo branco fatto di persone e di simili. Questo li rende socializzati e equilibrati. L'esatto contrario di quel che molti continuano a credere. E cioè che basti metterlo in un bel giardino o in un cortile da solo per renderlo felice. In questo caso poi si tratta di cani Corsi, particolarmente possenti e forti: è l'equivalente di affidare una Ferrari a un neopatentato». 
Ora quale sarà il destino dei due cani?
«Come abbiamo già fatto in tutte le altre situazioni in cui purtroppo ci sono state vittime, presentiamo la domanda di grazia perché, in base all'ordinanza del ministero della Salute, tutti i cani protagonisti di aggressioni vanno per legge obbligatoriamente sottoposti al percorso di rieducazione comportamentale fatto da un pool di esperti veterinari e istruttori cinofili. L'Asl di competenza se ne occuperà. La Lav come sempre ha fatto, seguirà anche questo caso. E' bene chiarire che qualsiasi abbattimento dei cani senza prima averli sottoposti al percorso previsto per decreto al termine del quale il team di esperti deve produrre una relazione conclusiva, sarebbe un reato in base all'articolo 544 bis del codice penale: l'uccisione senza necessità. In tutti i casi i cani sono stati sempre recuperati. Quel che invece non mi stancherò mai di ribadire è di mettere consapevolezza nelle scelte che si fanno quando si prende un cane. Difesa e moda sono due motivi che prima o poi aprono al porta alla tragedia specialmente se la scelta va su molossoidi di grossa stazza. Anche la noia è pericolosa: quanti cani presi da cucciolo, all'arrivo di un figlio o al primo cambiamento di vita vengono sbattuti dal divano di casa al recinto in cortile?». 
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