Rigopiano, elicotteri lasciati a terra gli eroi arrivano sugli sci

Rigopiano, elicotteri lasciati a terra gli eroi arrivano sugli sci
di Mauro Evangelisti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Gennaio 2017, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 12:57
dal nostro inviato
PENNE (PESCARA) È una storia di eroi: una manciata di uomini del soccorso alpino e della finanza che nella notte raggiungono l'hotel sepolto dalla neve con gli sci e scavano con le mani. E piangono perché la scalata è stata lunga e dura. È una storia però anche di buchi neri nei soccorsi, di strade non liberate dalla neve che hanno trasformato il resort in una trappola mortale. Mettiamoli in fila, pur tenendo conto che ciò che è avvenuto non ha precedenti, con un muro di quattro metri di neve che ha fermato perfino le turbine che per raggiungere l'Hotel Rigopiano hanno lavorato dalle 21 alle 11 del mattino. Prima della slavina gli ospiti del resort con spa, amato anche dai Vip, avevano già pagato il conto ed erano pronti a partire, spaventati per le scosse di terremoto.

IL RITARDO
Lo spazzaneve che avrebbe dovuto liberare la strada era atteso per le 15 ma non è arrivato, fosse stato puntuale ora non ci sarebbe un bilancio di dispersi tanto grave, perché le stanze dell'hotel sarebbero state vuote. Dopo la slavina ci sono due orari che fanno pensare che qualcosa non abbia funzionato: la prima richiesta di aiuto via WhatsApp di Giampiero Parete, sopravvissuto perché era andato in macchina a prendere dei medicinali, c'è stata alle 17.40. Ha raggiunto lo smartphone del suo datore di lavoro, Quintino Marcella, che ha lanciato subito l'allarme. «Ho chiamato tutti i numeri dell'emergenza, ma nessuno mi credeva».

LE DIFFICOLTÀ
Fatto sta che la macchina dei soccorsi si è messa in moto attorno alle 20. E sempre dopo la slavina non si comprende come mai gli elicotteri abbiamo tardato molte ore a mettersi in volo. Quelli della Forestale - ormai confluita nei carabinieri - erano in manutenzione. Quelli dei carabinieri sono partiti più tardi. Infine, ieri il sindacato Conapo ha denunciato: «Assurdo che i Vigili del Fuoco ancor oggi nel 2017 non si siano dotati delle strumentazioni e del numero di piloti necessari per far volare di notte. E parliamo di quegli elicotteri che già il 24 agosto 2016 hanno dovuto attendere la luce per trasportare i Vigili del Fuoco nelle zone terremotate. Quegli stessi elicotteri che anche questa mattina, non prima dell'alba, hanno trasportato i soccorritori all'hotel Rigopiano».

LA RICOSTRUZIONE
Ma torniamo alle ore che hanno preceduto la slavina. Qualcuno racconta che già la sera precedente una coppia aveva espresso il desiderio di andarsene ma era stato suggerito di restare, a causa del rischio valanga. Il giorno dopo, scioccati dalle scosse di terremoto, tutti i clienti pagano il conto e aspettano solo che venga liberata la strada dalla neve. Conferma a Radio 24 il padre di una donna dispersa, responsabile del centro benessere dell'hotel: «Già ieri mattina - dunque mercoledì - chiedevano di essere sbloccati, ma hanno risposto che c'erano altre priorità e hanno smesso di pulire fin su. Dopo il terremoto, la situazione era divenuta pericolosa». Conferma Quintino Marcella, l'uomo che ha ricevuto l'allarme da uno dei sopravvissuti, Giampiero Parete: «Giampiero e tutti gli altri ospiti dell'albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve.

LE ASSICURAZIONI
Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19». In trappola, con tre-quattro metri di nevi che bloccano la strada verso Farindola, la terra che trema, ospiti e dipendenti dell'hotel vengono sepolti dalla slavina.

VIVI PER MIRACOLO
Si salvano due clienti usciti casualmente dall'albergo: Fabio Salzetta e l'amico il cuoco Giampiere Parete, che era andato in macchina a prendere dei medicinali per la moglie che aveva il mal di testa. Lei è dispersa insieme ai due figli piccoli. Parete vede l'hotel travolto dalla valanga e alle 17.40 chiede aiuto a un vecchio amico e datore di lavoro, il ristoratore Quintino Marcella, grazie a WhatsApp: «È crollato tutto, mandateci qualcuno a salvarci». Da questo momento bisogna affidarsi alla testimonianza di Quintino Marcella. «Non mi credevano, non mi prendevano sul serio. Ho chiamato tutti i numeri, 112, 113, 117... tutto inutile, mi dicevano che a loro non risultava nulla. Alla fine solo un volontario della protezione civile mi ha dato retta».

PREFETTURA
La prefettura di Pescara però smentisce questa ricostruzione. Sostiene che in realtà la prima richiesta di aiuto è giunta da Salzetta e i soccorsi sono partiti nei tempi compatibili con una strada bloccata da quattro metri di neve. Qui si entra nel territorio delle imprese, di coloro - uomini del soccorso alpino abruzzese e della finanza inizialmente - che hanno tentato di oltrepassare il muro di neve per raggiungere l'hotel.

LA TURBINA
«Quando anche la turbina si è dovuta fermare - racconta Giulio Giampietro, coordinatore del soccorso alpino - si è proseguito con gli sci e le pelle di foca, solo in quel modo si poteva andare avanti, ma non ci potevano arrendere». In quattro o cinque raggiungono con gli sci l'hotel nella notte e salvano Parete e Salzetta. Tra i soccorritori c'è chi scoppia a piangere. Poi per tutto il giorno prosegue il lavoro infaticabile per liberare le strade, anche con l'aiuto dell'esercito e dei vigili del fuoco. C'è anche il rischio, quando torna la notte, di altre valanghe.