La cabina di regia della lotta anti-Covid, con il premier Draghi, si riunisce domani. E il Green pass per i trasporti a lunga distanza è una delle poche certezze di cui si parla nel governo e che sarà vagliata per diventare probabilmente operativa - da Palazzo Chigi al ministero della Salute si vuole vedere che andamento andranno i contagi in questi giorni - la prossima settimana. Altra certezza è che ci sarà il Green pass per i concerti: o sei vaccinato o niente rock. In Olanda il boom del 500 per cento di contagi in più proprio a causa delle grandi adunate musicali di questi giorni. E questo è un dato che sta facendo molta impressione nel nostro Cts e dentro il governo.
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Il punto sui vaccini in Italia
Dunque in Italia - dove sono state somministrate oltre 59,3 milioni di dosi di siero e sono 25,2 milioni le persone che hanno completato il ciclo vaccinale - la prossima settimana si decide, ovviamente sulla base del monitoraggio settimanale e della campagna vaccinale. A preoccupare sono gli ultimi bollettini sopra i 2000 contagi e un tasso di positività salito all’1 per cento.
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Al momento comunque in Italia il green pass è richiesto per partecipare alle cerimonie di matrimonio, per far visita agli anziani delle Rsa, per assistere agli eventi negli stadi, e per le serate in discoteca (questo settore però non è ripartito e le sale da ballo, anche quelle all’aperto, sono ferme). Secondo il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri l’ipotesi di allargare l’uso del Green pass va trattata così: «Non propongo il Green pass come condizione per prendere un caffè al bar o andare a mangiare una pizza con gli amici, ma nel caso in cui la situazione epidemiologica peggiori possiamo pensare a questo strumento come alternativa ad eventuali future chiusure». Frena però il sottosegretario Andrea Costa: «Per quanto riguarda l’obbligatorietà del Green pass, un conto è se parliamo di discoteche e di stadi, ma parlare di ristoranti e bar mi pare eccessivo, anche perché si introdurrebbe un elemento economico. Pensiamo ad una famiglia che va a mangiare una pizza con due bambini di 10 anni: li costringiamo anche a doversi pagare il tampone. Su questo andrei più cauto». La discussione è aperta, il governo si sta interrogando e sta vagliando i dati e ne sta aspettando altri. «Vediamo come sale, e se sale ancora, la curva epidemiologica e poi interverremo», è la linea del governo. Intanto i ristoratori, dopo mesi di stop del settore, sono pronti a fare le barricate. Anche Matteo Salvini si schiera contro: «Il modello francese non è un modello. Le scelte estreme non piacciono né a me né a Draghi», continua a ripetere. E il ministro per i Rapporti con le Regioni, Maria Stella Gelmini: «Il governo Draghi e l’Italia saranno in grado di trovare una via italiana».
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Cambio di colore delle Regioni: sul tavolo modifica parametri
Oltre al tema del Green pass sul tavolo c’è anche quello della modifica dei parametri per i cambi di colore delle Regioni: con l’aumento dei vaccinati il governo potrebbe decidere di fare pesare di più il numero delle ospedalizzazioni, rispetto al numero dei nuovi casi. «I contagi possono pure innalzarsi, ma ciò che noi dobbiamo monitorare è la presenza e la pressione nei nostri ospedali; questo è il dato vero che ci deve eventualmente preoccupare», ha spiegato Costa. Da più parti sia scientifiche sia politiche, sia dal mondo della scuola che da quello professionale, si chiede al governo di decidere in fretta. La cabina di regia su tutto questo, con il premier Draghi, probabilmente si farà domani, giorno del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e delle possibili nuove ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, con i primi passaggi delle Regioni da bianco a giallo. Con i casi di variante Delta in aumento non è escluso che alcuni territori nelle prossime settimane possano passare anche in arancione. Per questo l’uso del Green pass garantirebbe continuità alle attività, senza imporre stop alla vita sociale.