Se le rotatorie offendono il paesaggio

di Totò MININANNI
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Mercoledì 27 Luglio 2016, 20:30
Domenica scorsa, La posta dei Lettori di Quotidiano curata da Rosanna Metrangolo riportava una lettera con la quale si segnalava lo stato di pericolosità e di degrado in cui versano le strade e in particolare quelle che conducono alle località estive.
Quella lettera e la risposta hanno sollecitato questo mio breve scritto che spero sia di qualche interesse per i lettori e il giornale che è sempre attento ai temi dell'Ambiente e del Paesaggio.
In quella stessa domenica percorrevo in auto, cosa che faccio con frequenza, una delle più belle strade che da Lecce conducono a Otranto. Un tempo quella strada attraversava i centri di Cavallino, Caprarica e Martano e lambendo i centri di Carpignano, Serrano e Cannole giungeva a Otranto attraversando un lungo tratto di campagna olivetata, a mio giudizio, tra i più belli del Salento orientale. Una buona parte di quella strada oggi è sostituita dalle strade a scorrimento veloce che scavalcano i centri urbani di Cavallino e Caprarica, ma consente ancora di percorrere un lungo cannocchiale ondulato che attraversa i territori rurali fino a Otranto, da cui è possibile godere di ampie viste panoramiche che si aprono sulla campagna e sui centri urbani. Da qui la denominazione di strada parco che qualifica quel lungo tratto attribuita dal Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Lecce, confermata dal Piano paesaggistico territoriale regionale.
Quella strada provinciale da tempo è sottoposta a lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza; si è trattato di interventi misurati ed efficaci. Di recente però, qualcuno, sedotto dalle rotatorie, e forse dalle convenienze di spesa, si è lasciato prendere la mano e ha deciso di sfigurare quella strada, che costituisce un segno territoriale caratteristico e persistente, con immensi blocchi cementizi circolari che sormontano vistosamente la strada fino ad annullare le caratteristiche forme ondulate della strada e le viste che quel lungo cannocchiale costruito con sapienza riusciva a rimarcare nel rispetto delle forme del territorio.
Sono favorevole alla costruzione delle rotatorie. Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Lecce, alla cui redazione ho collaborato, dedica ampio spazio a quelle intersezioni stradali: moderano e snelliscono il traffico, rallentano la velocità, consentono di eseguire in sicurezza l'inversione di marcia e….. se costruite con caratteri paesaggistici consentono di valorizzare i contesti nei quali quelle intersezioni ricadono.
I casi a cui mi riferisco riguardano in particolare le rotatorie collocate sulle intersezioni con Castrignano e Serrano (ma ve ne sono tante altre in quella ed altre zone con caratteristiche, analoghe e assai discutibili). L'automobilista e i passeggeri che si inoltrano su quel tratto di strada si trovano davanti un immenso ciambellone la cui altezza massima può raggiungere anche i due metri dal livello del suolo, in buona parte reso impermeabile con pavimentazione di gusto discutibile, “abbellito” con alberi e arbusti collocati al centro del ciambellone per chiudere il cannocchiale e ostruire quella vista longitudinale e lunga che preannunciava la meta e rendeva piacevole e attraente tutto il percorso.
Rammento che il Piano territoriale di coordinamento provinciale è vigente dal 2008 e dal 2015 è vigente il Piano Paesaggistico territoriale regionale, entrambi i piani definiscono indirizzi e criteri per la progettazione e l'ammodernamento delle strade che in questi casi mi pare siano stati del tutto violati. Quelle rotatorie sono cariche di difetti, denotano una certa superficialità e l'incapacità di cogliere e interpretare i caratteri paesaggistici di quei luoghi.
La Provincia ha il dovere di vigilare sulle opere di sua competenza in fase di progetto e in fase di esecuzione ed ha il dovere di intervenire se quelle opere procurano vistosi impatti negativi. Così come sarebbe opportuno che Regione e Soprintendenza competente per il Paesaggio indagassero sulla compatibilità e regolarità di quelle opere.

*Architetto e urbanista

 
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