Piano coste: i ritardi di sindaci e governatore

Torre Sant'Andrea, Otranto
Torre Sant'Andrea, Otranto
di Nicolino STICCHI
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Martedì 11 Aprile 2017, 18:10
Sarebbe bello se i sindaci salentini, in particolare quelli i cui territori si affacciano al mare, e il governatore Emiliano ponessero al centro del loro interesse i problemi dell’erosine delle spiagge e della falesia che continua a crollare davanti all’indifferenza più assoluta, determinando gravi danni al turismo. Viene da chiedersi dove sono gli organi preposti alla tutela e vigilanza delle coste e degli spazi di spiagge libere.
Spazi che continuano a diminuire a vantaggio delle aree destinate agli stabilimenti balneari sempre in crescita; delle dune che gradualmente scompaiono o sono ridimensionate, consentendo ai lidi di arretrare per compensare la parte di spiaggia erosa dal mare; delle ormai poche e splendide calette rimaste lungo il tratto di costa che va da Sant’Andrea a Otranto a causa del crollo della parte di roccia che consentiva l’accesso all’ arenile.
Il ruolo dei Comuni non può essere quello di limitarsi ad apporre i segnali di divieto di balneazione per rischio crollo falesia e giustificare il mancato intervento con il fatto che non ci sono le risorse finanziarie, se poi sono in colposo ritardo con la dovuta programmazione del Piano coste.
Secondo il Piano Regionale in materia, approvato nel 2011, i Comuni dovevano redigere, nell’arco di quattro mesi dalla pubblicazione, i Piani comunali delle coste, al fine di individuare le criticità esistenti e programmare interventi di valorizzazione e gestione dei litorali.
A tutt’oggi, le Amministrazioni locali, o risultano totalmente inadempienti, o hanno in corso l’iter istruttorio della procedura amministrativa, senza però alcun coinvolgimento dei cittadini.
Coinvolgimento, invece, richiesto a gran voce dalle stesse Autorità, locali e regionali, quando non sono direttamente interessate a programmare.
E’ vero che l’erosione della falesia e degli arenili è dovuta per la gran parte a fattori naturali, ma molto è dovuto anche ad anni di incuria e completo abbandono da parte di chi è preposto alla tutela e salvaguardia ambientale e paesaggistica.
Ritengo che una programmazione tempestiva e realizzata sulla conoscenza effettiva delle variabili nel tempo dello stato dei luoghi e delle cause prevalenti a determinarne i fattori di rischio avrebbe sicuramente consentito di intercettare un minimo di risorse finanziarie per mettere in sicurezza brevi tratti di costa e di arenile, che per la loro bellezza naturalistica, sono luogo di attrazione turistica.
Vi sono tratti come la zona costiera di Conca Specchiulla (Otranto), che per i suoi paesaggi di eccezionale valore naturalistico; per le sue insenature, accessibili fino a quando l’incuria e l’abbandono le ha rese impraticabili; per le sue acque cristalline; fino a qualche anno addietro erano luogo di attrazione turistica.
Oggi, purtroppo, le calette si possono solo ammirare dall’alto, perché non sono più praticabili per la balneazione.
Eppure, per la messa in sicurezza della falesia e per la regolamentazione delle spiagge, le sollecitazioni ai Sindaci sono state tante, sia dai privati, che dalle Capitanerie di porto, ma purtroppo le aspettative dei cittadini di poter usufruire di maggiori spazi liberi e di tratti di scogliera sicuri, sono rimaste inascoltate.
Una cosa è certa, ad oggi, i Piani coste di molti comuni non esistono ancora, compreso quello di Otranto. E la Regione, che in altri ambiti ha evidenziato sollecitudine a nominare Commissari straordinari per affrontare la risoluzione di problemi stagnanti, cosa intende fare per porre fine a queste lungaggini?
I ritardi certamente non giovano alla collettività e non giovano alle Istituzioni, le quali, in questo modo evidenziano l’incapacità di gestire il territorio, di prevenire i rischi derivanti dal crollo dei tratti di falesia frequentati dai cittadini locali e dai turisti, di tutelare le risorse naturali, di garantire un corretto equilibrio dell’utilizzo degli arenili, di assicurare il rispetto della legalità davanti all’abusivismo, di salvaguardare l’aspetto paesaggistico, di rendere questo territorio attrattivo a fini turistici.
Abbiamo il mare più bello ed acque cristalline, perché non possiamo avere anche luoghi la cui naturalità e bellezza possano essere conservate?
I sindaci si attivino con urgenza a redigere in modo partecipato, condiviso e in tempi brevi i Piani delle coste, tenendo conto degli indirizzi Regionali, ma anche della Bozza delle Linee Guida Nazionali, predisposta nel novembre 2016 dal Governo, per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici; si prodighino per attingere alle risorse finanziarie destinate a interventi di risanamento costiero e il loro operato, sicuramente sarà apprezzato e valutato positivamente dalle popolazioni salentine, come oggi stanno condividendo ed apprezzando l’intervento a difesa delle risorse naturali e del paesaggio.
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