La figuraccia tra falegami e microonde

di Renato MORO
4 Minuti di Lettura
Domenica 31 Luglio 2016, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 17:00
Era già accaduto la scorsa settimana, è successo ancora ieri. L’esodo di fine luglio-inizio agosto era l’ultima grande occasione per dimostrare di saper organizzare l’accoglienza, ma centinaia di turisti abbandonati sui marciapiedi della stazione ferroviaria di Lecce, diretti a Gallipoli e Otranto, e sui binari soltanto un paio di forni a microonde mascherati da Littorina Fiat 1900 del 1977 (l’anno di “Ti amo” di Umberto Tozzi, per intenderci) hanno consumato in una nuvola di smog e imprecazioni la carta che ci restava da giocare. Perché al prossimo giro, fine agosto-inizi settembre, sarà tutta un’altra storia. Morale: mare, sole e vento quanto ne volete, ma servizi zero. Anzi, se possibile mettiamoci pure un segno negativo.

Siamo la terra dei tavoli, dei vertici, degli stati generali e delle sagre intese come momento collettivo di progettazione. Ma siamo anche la terra dove buona parte di quello che progettiamo rimane misteriosamente sulla carta o, peggio ancora, si ferma sulla soglia delle buone intenzione. C’è un rituale dal quale non riusciamo a svincolarci: a ottobre si brinda al successo della stagione turistica sgomitando per il selfie finale, a dicembre si parla di destagionalizzazione, a febbraio si apre la falegnameria (nel senso che si comincia ad aprire i tavoli), a maggio diciamo che è tutto pronto e tra luglio e agosto corriamo come matti per tappare le falle che si aprono qua e là. Chiedere scusa a quanti hanno dovuto ingoiare amaro è il minimo che si possa fare. Promettere che l’anno venturo non sarà più così è un azzardo che per decenza sarebbe meglio evitare.

Sicuramente, a proposito di treni locali e quindi di Sud Est, c’è ben poco da aspettarsi da un’azienda che per la Procura di Bari negli ultimi anni pare abbia sublimato le sue migliori capacità nell’impegno a tenere fede a tutto tranne che alla sua missione. Un’azienda che ora sta tirando le cuoia, che i giudici vogliono far fallire e che le Ferrovie dello Stato vorrebbero far risorgere ancora non si sa come, con chi e quando e soprattutto a quale prezzo. Ci si sarebbe aspettato, però, un po’ di lungimiranza in più da commissario e subcommissari mandati a salvare il salvabile. Anche perché non c’era bisogno di un master ad Harvard per capire, tra aprile e giugno, che questa sarebbe stata un’annata fortunata per il turismo in Puglia. Sarebbe stato sufficiente guardare ogni tanto qualche tg, leggere i commenti e le previsioni degli esperti sui giornali, vedere cosa sta accadendo negli altri Paesi del Mediterraneo e quindi partorire l’idea geniale che ci avrebbe fatto risparmiare la figuraccia: mettere qualche treno in più, di quelli più moderni e capienti e non i trenini buoni solo per il museo ferroviario, e rinforzare le tratte Lecce-Gallipoli e Lecce-Otranto invece di correre ai ripari a pastrocchio ormai confezionato. E magari dare qualche informazione in più al turista che, sceso dalle varie Frecce, si ritrova spesso a chiedere informazioni alla fontanella dell’acqua. Non resta, a questo punto, che sperare nella capacità delle Ferrovie dello Stato di fare delle Sud Est ciò che amministratori, capi, vicecapi, vicevicecapi, commissari e subcommissari non sono stati capaci di fare. A loro probabilmente mancherà lo stipendio, a noi certamente non mancheranno loro.

Ma è tutto qui? Nemmeno per sogno. Sarebbe riduttivo pensare che la figuraccia internazionale sin qui rimediata sia soltanto frutto dell’incapacità che viaggia su rotaia. Perché a fronte di una Sud Est che non esiste è fin troppo evidente che qualcun altro avrebbe dovuto vigilare, intervenire, chiedere, esigere e magari costringere a fare. E sul punto la Regione qualche spiegazione dovrebbe darla, se non altro perché con tutti i tavoli collezionati, un minimo di riscontro è d’obbligo. Ieri il presidente Emiliano ha postato su Twitter un pezzo del tg di Sky in cui si parlava dell’esodo e si dava la Puglia al primo posto tra le mete turistiche degli italiani. Siamo contenti, orgogliosi, tocchiamo il cielo con un dito. Ma questa, come usiamo dirci nelle redazioni, è una notizia vecchia, un tormentone che ritorna. Un po’ come la corsa al panettone a Natale o come il tacchino sulle tavole americane nel giorno del ringraziamento. La notizia non è più quella delle migliaia di turisti che scelgono le bellezze della Puglia. Ci siamo ormai abituati. La notizia è che di quei turisti ci stiamo prendendo gioco. E ce n’è anche un’altra: quelle Littorine-microonde che hanno piazzato ieri sui binari di Lecce sono in realtà maledettamente contemporanee. Perché viaggiamo (noi tutti, non solo quelle) con qualche annetto di ritardo. Come se “Ti amo” di Umberto Tozzi fosse il disco più venduto in questi giorni.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA