Turismo, vola il Salento ma la qualità dell'offerta va migliorata

di Adelmo GAETANI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Agosto 2016, 09:10
Telegiornali, quotidiani, periodici e stampa specializzata di ogni parte del mondo celebrano la performance della Puglia, trainata da un Salento “tarantato”, come una delle mete turistiche preferite per le vacanze estive. E’ un’attrazione (fatale?) per gli italiani, ma anche per un numero sempre crescente di visitatori provenienti da Paesi europei ed extraeuropei.
Si tratta di un’investitura plebiscitaria, di un riconoscimento fondato su numeri da record: uno studio di Federalberghi ha assegnato alla Puglia una domanda di turismo interno del 10,6% (l’anno scorso era del 10%), seguita da Sardegna (9,7% rispetto al 9,6% del 2009), Sicilia (8,8% rispetto all’8,5% dell’anno scorso) ed Emilia Romagna (8,3% rispetto al 10% del 2009).
Già i dati del Sistema Puglia per l’Osservatorio Turistico relativi al primo trimestre 2016 avevano rilevato un incremento complessivo degli arrivi del +9,2% e del +18,5% dei pernottamenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+8,7% gli arrivi e +14,9% le presenze degli stranieri, +9,2% e +19,4% per il turismo nazionale).

La stagione estiva ha rafforzato questa tendenza positiva e oggi la Puglia e il Salento possono esibire un sold out a tutto tondo e un numero impressionante di turisti che affollano località balneari, città d’arte come Lecce, entroterra, borghi, campagne, sino a riscontrare situazioni di sovraffollamento al limite della sostenibilità.
Ci sarebbe da essere soddisfatti, da esultare, come fanno gli atleti vincitori di una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio. Ma, a differenza del campione olimpionico che si porta a casa un riconoscimento che resta attaccato alla sua pelle e vale per sempre, chi è impegnato in un’attività imprenditoriale, come è quella legata al turismo, sa - o dovrebbe saperlo - che non c’è nessuna assicurazione sul futuro, se non il lavoro per elevare costantemente il livello e la qualità dell’offerta in modo da soddisfare le esigenze e le attese di visitatori sempre più inseriti in un mercato globale e pronti a cogliere nuove opportunità, in nuovi posti.

Da questo punto di vista, alcune osservazioni sono d’obbligo. Dicevamo che di Puglia e Salento si parla tanto e, in generale, se ne parla bene. Anzi, molto bene. Almeno per ora, dopo si vedrà e comunque dipenderà da noi evitare che la “ruota della fortuna” vada a girare in altra direzione. È tutto nelle nostre mani: dipenderà da come sapremo comportarci, dalla qualità dell’offerta turistica e dalla capacità di migliorare qualità ed efficienza dei servizi immateriali e materiali, in particolare quelli trasportistici, vero tallone d’Achille del territorio.
La parola d’ordine per fare in modo che le luci prevalgano in modo strutturale sulle ombre può essere una sola: programmazione, per evitare e/o limitare gli interventi emergenziali dell’ultima ora, com’è successo quest’anno con i collegamenti interni e altre criticità via-via emerse.

Arrivare nel Salento è già un problema per costi e disponibilità di mezzi, spostarsi nel Salento è quasi proibitivo, soprattutto per chi non viene con la sua auto. Si può affrontare una problematica di tale ampiezza e di primaria rilevanza strategica solo agli inizi di agosto? E si possono dare risposte credibili ad agosto inoltrato?
Stesso discorso vale per i problemi della sicurezza e del commercio abusivo fuori controllo che invade le spiagge, ma non solo, al di fuori di qualsiasi regola. Una situazione simile si presenta con il diffuso fenomeno degli improvvisati parcheggiatori ormai padroni di strade, piazze, scogliere e terreni trasformati in aree di sosta a pagamento.

Da qualche tempo nel Salento si parla di Distretto turistico (qualcuno osserva che sarebbe meglio parlare di Distretti per esaltare maggiormente le specificità delle diverse aree), una buona cosa sulla carta, a patto che gli impegni assunti non restino lettera morta e che la tempistica degli interventi sia in grado di assecondare il prevedibile andamento dei flussi di visitatori. La stagione estiva - con i picchi di luglio e agosto - è quella che necessita di maggiori cure e di particolare attenzione. Lo si sa e bisogna agire di conseguenza. Lo devono fare le Istituzioni pubbliche, per la parte di loro competenza, e i privati, sui quali grava una diretta responsabilità sul sistema diretto di accoglienza, decisivo biglietto da visita del territorio.
Anche in questo caso vanno accesi i riflettori su abusi e possibili comportamenti illegali, in modo da impedire che il turista finisca nelle mani di profittatori e di operatori con pochi scrupoli impegnati a massimizzare subito il profitto, senza nessuna considerazione per le conseguenze negative su un’attività dalle sempre più importanti ricadute socio-economiche.

Sicurezza, controlli e qualità dei servizi devono essere gli assi portanti di un’offerta turistica che sappia guardare con fiducia al futuro. Oltre i successi di oggi.
Non deve apparire eccessivo, alla vigilia di Ferragosto, pensare già alla prossima stagione turistica. Per recuperare e rilanciare il meglio di quanto fatto sinora e superare errori e limiti riscontrati in un’annata che, comunque, sta registrando un incremento dei flussi turistici nel Salento superiore al 20 per cento.
Guardare oltre, alzare l’asticella, puntare al continuo miglioramento: tutto ciò in coerenza con la soddisfazione per i risultati già raggiunti, ma nella consapevolezza che le sfide economiche e sociali non si vincono mai una volta per tutte.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA