Banche: i nodi al pettine su semplificazione e tutela del cliente

Banche: i nodi al pettine su semplificazione e tutela del cliente
di Giorgio MANTOVANO
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Giovedì 23 Marzo 2017, 18:25
Giunge al termine, con la recente approvazione del documento conclusivo, l’indagine conoscitiva sulla semplificazione e sulla trasparenza nei rapporti con la clientela, promossa dalla Commissione parlamentare per la semplificazione, in ambito bancario, finanziario ed assicurativo. Nel corso di poco più di sei mesi la Commissione ha proceduto all’audizione di una vasta platea di soggetti, in rappresentanza dei consumatori, del mondo bancario finanziario ed assicurativo, degli ordini professionali (avvocati e commercialisti), nonchè delle Istituzioni di controllo (Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip).

Sono stati affrontati ambiti tematici di assoluta attualità, in tempi di crisi economica e di scandali finanziari, quali la complessità delle regole, l’efficacia dei controlli e degli strumenti di protezione della clientela. Ma anche, e soprattutto, l’importanza, per la collettività, delle iniziative di educazione finanziaria. Dall’indagine è emerso un quadro problematico a causa dei seguenti fattori: proliferazione normativa eccessiva e sovente mal coordinata, documentazione ipertrofica a scapito della reale comprensione da parte dell’utente, tecnicismo economico inevitabile e scarsa alfabetizzazione finanziaria di chi investe. E ardua è parsa una razionalizzazione legislativa, perché i contrapposti interessi da bilanciare sono molteplici e difficilmente componibili.

Più in dettaglio, si è detto che l’evidente ipertrofia normativa, per lo più di matrice europea, ha imposto agli intermediari finanziari nuovi adempimenti in materia di trasparenza che, nella loro declinazione pratica, si sono tradotti in una proliferazione eccessiva di documenti e moduli da fornire alla clientela. Tale circostanza, inevitabilmente, è destinata a mortificare i basilari principi di trasparenza e chiarezza per cui erano stati ideati. Le Associazioni dei consumatori hanno rilevato che l’offerta di strumenti finanziari complessi ha condotto alla moltiplicazione delle competenze di più Autorità di vigilanza, talora non adeguatamente coordinate. Da ciò l’avvertita necessità di una migliore razionalizzazione delle informazioni da rivolgere alla clientela, di una maggiore vigilanza sulle modalità con le quali le informazioni vengono rese e di un sistema realmente efficiente di sanzioni.

Gli intermediatori bancari sono assoggettati alla normativa europea, alle leggi nazionali ed alle disposizioni delle Autorità di vigilanza, in un complesso di norme che spesso presenta sovrapposizioni, incongruenze e stratificazioni. Da ciò incertezze ed inevitabili contrasti interpretativi. Con l’accordo interistituzionale dal titolo « Legiferare meglio », sottoscritto il 13 aprile 2016, il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea hanno preso finalmente coscienza della delicatezza del problema. La necessità di semplificazione riguarda anche i prospetti informativi relativi ai singoli prodotti bancari e finanziari che vengono sottoscritti dai clienti. Essi risultano troppo complessi sia per dimensioni che per linguaggio. Nel febbraio 2016 l’ABI ha richiesto alla Consob la semplificazione di tali prospetti, in modo che siano meno corposi e più chiari, che sia adottato il modello europeo semplificato KID (Key Information Document), che il linguaggio sia semplice ed accessibile e che ci si avvalga della grafica e dei colori.

Dal canto suo, la Consob ha ricordato che occorre, comunque, tenere conto dei vincoli di legislazione primaria europea in materia di prospetto e di sua redazione. E purtroppo, pochi sono i margini per interventi normativi nazionali che si discostino dalla normativa europea. Le Autorità di vigilanza hanno sottolineato, inoltre, che non esistono strumenti finanziari che si possano descrivere senza fare ricorso a nozioni tecniche, il cui impiego è fisiologico. Il vero obiettivo da perseguire non è quello di fuggire la complessità, bensì di evitare che i suoi costi vengano addossati alla parte più debole, quella meno in grado di valutarne compiutamente la portata. In alcuni casi limite, si è anche proposto di vietare, normativamente, l’acquisto di strumenti finanziari complessi a quei consumatori che è più difficile informare.

Stando alla Banca d’Italia, in ambito contrattuale il lavoro di semplificazione è molto difficile. Cercare di estendere ai contratti le tecniche di semplificazione applicate ai documenti precontrattuali è problematico. Usare degli indicatori sintetici è più concepibile. Ciò detto, non è vano provare almeno a semplificare il linguaggio, se non la quantità di informazioni ritenute necessarie. In ogni caso, è evidente che le informazioni sono comprensibili solo da chi possegga almeno le conoscenze base di economia. Affinché la “profilatura” del cliente richiesta dalle norme sulla distribuzione dei prodotti finanziari e assicurativi sia efficace è necessario che il cliente sia criticamente ricettivo, che possegga una adeguata consapevolezza delle proprie capacità ed esigenze. Consapevolezza che, purtroppo, è piuttosto carente nel nostro Paese.

Nel 2012 è stato introdotto nei tradizionali test Ocse/Pisa – destinati alla valutazione di competenze nella lettura, in matematica e scienze – un framework destinato a rilevare dati comparativi sulle competenze finanziarie di quindicenni, con l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento utile per migliorare le politiche educative dei diversi Stati in questa direzione. I risultati dell’Italia, in materia di alfabetizzazione finanziaria, sono stati inferiori alla media dei 13 Paesi ed economie dell’OCSE che hanno partecipato all’indagine. Più di uno studente su cinque in Italia non riesce a raggiungere il livello minimo.

Anche in assenza di abusi da parte degli operatori, non è facile per una persona priva di educazione finanziaria comprendere quale possa essere il rischio assumibile in un investimento. Il prevedere, in seno alla Legge “Salva risparmio” (Legge 17 febbraio 2017, n.15) delle prime misure atte a sviluppare un utilizzo più consapevole dei servizi finanziari offerti dal mercato, significa, dopo anni di colpevole inerzia, riconoscere finalmente l’importanza della questione.
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