Se n’è accorto perfino il ministro della Giustizia, Konstantin Chuychenko, compagno di studi dell’ex presidente russo Medvedev a Leningrado, e per tre anni nel Kgb prima di scalare i vertici di Gazprom. I numeri erano sotto i suoi occhi, bastava leggerli. Nel 2018, solo trecento russi avevano chiesto di cambiare sesso, nel 2022 sono diventati 2700. E l’impennata risale a un mese dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio dell’anno scorso. Mistero sui numeri più recenti. Chuychenko ha fatto due più due e capito che molti dei transgender, in realtà, vogliono registrarsi come donne solo per non arruolarsi e non andare al fronte in Ucraina.
Il giro di vite
Perciò ha deciso un giro di vite legislativo, rafforzando le norme che invece oggi consentono a chiunque, in Russia, di cambiare sesso presentando un certificato medico, senza doversi sottoporre ad interventi chirurgici.
L'aumento
Il vero motivo che starebbe dietro l’iniziativa di governo e Parlamento sarebbe proprio la guerra: «Si fanno sempre più numerosi i casi di uomini che evitano in questo modo di farsi inviare in prima linea», dicono alla Duma. La comunista Nina Ostanina, che presiede la Commissione parlamentare sulla Famiglia, le Donne e i Minori, confida al “Daily Telegraph” che coloro che «non riescono a scappare in Georgia o in Kazakhstan, vanno in una clinica privata e ottengono le carte che vogliono». Gettonatissimi sessuologi, psicologi e psichiatri, titolati a formulare diagnosi di “transessualismo”. Ma presto il pezzo di carta non basterà più. Per questo “Coming out”, il principale movimento Lgbt, raccomanda di sbrigarsi a cambiare sesso per evitare che la nuova legge lo renda impossibile o molto più complicato. Al lavoro anche il ministero della Sanità. Al momento, una volta ottenuta la diagnosi con annesso certificato di “transizione di genere” valido un anno, si possono modificare i documenti personali, dal certificato di nascita al passaporto, e intanto accedere alla Hrt, terapia di sostituzione ormonale. Infine, può farsi cancellare da qualsiasi lista per la coscrizione militare obbligatoria o la mobilitazione eccezionale. Nessun rischio di essere mandati o mandate nel Donbass o nelle regioni più calde, a morire come altre decine e forse centinaia di migliaia di soldati. Perché come ha osservato l’intelligence ucraina, il problema dei russi non è quello di non avere abbastanza munizioni, ma un sufficiente numero di militari pronti a perdere la vita per la causa. E pur di non essere arruolati, in molti sono disposti a farsi passare per transgender.