Zara: «Ancora più forte il legame col territorio Vinceremo nuove sfide»

Zara: «Ancora più forte il legame col territorio Vinceremo nuove sfide»
di Maddalena MONGIÒ
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Sabato 24 Febbraio 2018, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 12:38
Cerimoniale slim, ma denso nei contenuti. Sono i due livelli attorno ai quali si è dipanata, nel Centro congressi di Ecotekne, l'inaugurazione del 63° anno accademico dell'Università del Salento dichiarato aperto dal rettore Vincenzo Zara dopo un discorso connotato da valutazioni di tipo sociologico e da rimandi, sfumati o subliminali, a quello che era l'Ateneo nel 2013 quando si è insediato al vertice dell'Ateneo, a quello che oggi rappresenta, per approdare poi alla direzione da solcare in un futuro di breve e medio termine.
Questa la sintesi politica del discorso del rettore che è stato preceduto dagli interventi della vicepresidente della Consulta del personale tecnico-amministrativo Maria Eugenia Verdaguer, del presidente del Consiglio degli Studenti Robert D'Alessandro, del direttore generale Emanuele Fidora. Il tutto intervallato dall'esibizione del Coro polifonico di UniSalento. La cerimonia si è chiusa con la stimolante lectio magistralis del professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, che ha tenuto un discorso sui diritti e doveri dei cittadini contenuti nella Carta costituzionale.
L'apertura di un anno accademico è anche occasione di bilanci che, puntualmente, non sono mancati ieri mattina, come pure non sono mancate le note di colore. Dallo striscione dell'associazione studentesca Link Lecce teso a rivendicare la necessità di azioni concrete nel governo dell'Università, all'entusiasmo con cui è stato accolto l'ingresso del direttore del dipartimento di Storia, Società e studi sull'uomo, Fabio Pollice, che i rumors danno come papabile candidato rettore nella corsa che si aprirà il prossimo anno alla fine del mandato di Zara, i bisbigli non sono mancati.
E poi. Le luci e le ombre che caratterizzano UniSalento sono state sottolineate da Verdaguer e D'Alessandro, Fidora ha indicato quali sono le sfide che deve raccogliere UniSalento, prima tra tutte l'investimento sulle risorse umane. Lo ha fatto da direttore generale uscente e quindi non sono mancati i ringraziamenti di rito, con un filo di emozione che a tratti si percepiva nella voce quando ha raccontato (in chiusa di intervento) cosa ha significato per lui l'esperienza di manager in UniSalento. E Zara: «Nei prossimi giorni il Senato accademico e il Consiglio di Amministrazione nomineranno il nuovo direttore generale che prenderà le redini dal punto di vista organizzativo-gestionale del nostro Ateneo. In merito ho delle priorità che corrispondono a quelle di Unisalento e che ci permetteranno di consolidare lo straordinario risultato raggiunto in questo ultimo anno. In particolare penso a: un'organizzazione interna più efficiente ed efficace che consenta di dare delle risposte adeguate in tempi congrui; servizi per gli studenti sempre più ampi; un'internazionalizzazione vera, anche nei servizi, che consenta di attrarre studenti da altri Paesi; un'edilizia di qualità, confortevole, vivibile e sicura per tutta la comunità accademica; il reperimento di risorse che consentano il reclutamento di docenti e personale tecnico-amministrativo».
Su tutto ha svettato l'orgoglio dell'accademia rivendicato dal rettore attraverso i risultati ottenuti: incremento delle immatricolazioni, il nuovo percorso professionalizzante in Ingegneria delle tecnologie industriali che sarà attivato solo in 15 università e UniSalento sta correndo per essere una tra queste; la nuova offerta formativa che in pochi anni è cresciuta con l'innesto di Scienze della Formazione primaria, Dams, Viticoltura ed Enologia, Manager del turismo e che per il prossimo anno dovrebbe annoverare anche Scienze motorie, Governance euro-mediterranea, Digital management; il raddoppio delle borse di studio per i dottorati di ricerca; il riconoscimento, da parte del Miur e di Anvur, di Dipartimento d'eccellenza a Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali che porterà 9 milioni di euro in cinque anni per sviluppare le attività nei due ambiti della Biodiversità e servizi eco sistemici e della Biologia e salute dell'uomo. Le spine nel fianco? Le risorse, ossia i fondi per dare corso alle manutenzioni straordinarie che D'Alessandro ha chiesto a gran voce e per la progressione di carriera dei docenti, del personale tecnico-amministrativo, oltre alla stabilizzazione dei ricercatori a tempo determinato. Sono 200, tra ricercatori e docenti, ad essere in possesso dell'abilitazione scientifica per il passaggio ad associato o ad ordinario, ma Zara lo ha detto chiaro: servono fondi.
E poi gli scenari. Zara ha aperto la finestra su un tema intrinseco alla contemporaneità: la complessità in una società governata dalla tecnologia e da internet. «In aula ha detto Zara oltre al docente adesso c'è anche il professor Google, inteso come qualunque dispositivo elettronico, connesso ad internet, che viene consultato in tempo reale e fornisce una marea di informazioni durante la lezione. Informazioni sicuramente molto ampie sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, ma che non possono né devono mutare la necessità del percorso educativo che comporta necessariamente una serie di tappe che qualificano e rendono produttivo, appunto, il percorso di apprendimento». Questa la premessa che lascia aperte molte domande.
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