Xylella, 10 milioni di piante infette e un miliardo di danni

Xylella, 10 milioni di piante infette e un miliardo di danni
di Maria Claudia MINERVA
3 Minuti di Lettura
Sabato 1 Aprile 2017, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 13:10
Mentre la Regione Puglia, dopo la trattativa di lunedì scorso a Bruxelles, spera che la Commissione Europea possa al più presto modificare la Decisione di esecuzione del maggio 2015 per cancellare il divieto di impianto nelle zone infette da xylella, la Coldiretti Puglia fa la conta dei danni causati dal pericoloso batterio che ha divorato gli ulivi del Salento all’indomani della pubblica assemblea di olivicoltori organizzata da Coldiretti che si è svolta a Manduria (Taranto) alla presenza del direttore del Dipartimento regionale all’Agricoltora, Gianluca Nardone. 
«Disastrosa la stima del danno arrecato dalla xylella fastidiosa nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi – ha denunciato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – secondo quanto rappresentato dal direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone. Si parla di oltre 10 milioni di piante infette e di un danno che supera di gran lunga il miliardo di euro. Dopo aver creato il Piave per evitare che la fitopatologia dilaghi ancora, attraverso il primo serio piano di monitoraggi, il 2017 sarà l’anno in cui la Regione Puglia, ci ha garantito il direttore Nardone, grazie ai migliorati rapporti con l’Unione Europea, potrà dare risposte concrete agli olivicoltori senza reddito da 3 anni. In base agli articoli 16, 17 e 18 del Regolamento Ue n. 652 del 2014, per cui il budget comunitario totale per fitopatologie e zoonosi è pari a 20 milioni di euro, il direttore Nardone ha chiesto alla DG Sante un congruo sostegno finanziario per le attività di eradicazione, controllo e sorveglianza della malattia, sottolineando che per i monitoraggi la Regione Puglia ne ha già spesi 5 e stigmatizzando la evidente e grave insufficienza del fondo». 
Davanti all’Ue la Regione Puglia si sta anche giocando la partita per salvare i millenari. «Abbiamo ribadito la necessità di salvare i nostri ulivi monumentali che, a differenza di tutto il resto del mondo, sono censiti – ha aggiunto il rirettore Nardone, reduce dalla due giorni a Bruxelles – evitando, attraverso l’incappucciamento e ogni altro metodo utile, di eradicare gli esemplari secolari nel raggio dei cento metri dalle piante infette. Alla DG Agri abbiamo chiesto di utilizzare oltre 40 milioni di euro della misura 4.1 del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) da destinare solo al Salento, solo alla zona infetta e solo agli olivicoltori».
  
Determinanti i risultati raggiunti sul fronte reimpianti e liberalizzazione del commercio delle barbatelle. «La conquistata credibilità della Regione Puglia – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – ha consentito di centrare due obiettivi che finora sembravano irraggiungibili, la possibilità di reimpianto delle specie varietali resistenti, a partire dal leccino e dall’“FS-17”, anche conosciuta come “Favolosa” e la liberalizzazione del commercio delle barbatelle, facendo leva sul valore aggiunto della termoterapia e ipotizzando addirittura un marchio di qualità. Le conclusioni dell’Efsa (che proprio l’altro ieri ha confermato la tolleranza/resistenza di “leccino” e “favolosa” al ceppo di xylella pugliese, ndr) passeranno al vaglio della Commissione europea, dove la lobby italiana dovrà fare quadrato per l’approvazione in via definitiva».
Vale la pena ricordare che è attivo il portale per la semplificazione delle procedure per accedere alle provvidenze previste dal Decreto Ministeriale n. 21 del 2015 che ha dichiarato il carattere di eccezionalità per i danni causati dalla xylella fastidiosa nei territori pugliesi dal primo gennaio 2014 al 30 giugno 2015. «E’ possibile inserire le domande di indennizzo – hanno ribadito da Coldiretti Puglia - per 1500 potenziali danneggiati dalla xylella, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, che detta le regole per la richiesta di stato di calamità naturali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA