Vele Blu, l'Adriatico batte lo Ionio: ecco perché

Frassanito
Frassanito
di Paola ANCORA
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Domenica 12 Giugno 2016, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 19:05

La bellezza non è tutto. Una mano di belletto può servire per spedire nelle agenzie di viaggio e sul web la cartolina di un mare da sogno e la promessa di una vacanza indimenticabile, ma non basta di certo per ottenere le Cinque Vele di Legambiente e Touring Club italiano nella Guida Blu 2016. Lo Jonio insegue l’Adriatico, che con tre località premiate - Otranto, Melendugno e Castro - vince il derby del turismo sostenibile. Quattro le vele che sventolano per Nardò e addirittura tre quelle assegnate a Gallipoli, regina indiscussa dell’estate salentina. A dire che, sebbene i flussi turistici crescano vertiginosamente, lo stesso non accade per i servizi di accoglienza, le politiche della mobilità, la gestione e la tutela dell’ambiente. È qui che il versante ionico inciampa e cade, prima di arrivare alla meta, al traguardo delle Cinque Vele.

 
 
«Dallo smaltimento delle acque in battigia alla raccolta differenziata, dalla mobilità ai servizi di accoglienza, se le città dello Jonio non interverranno su tutti questi fronti - dice il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Taratini - le Cinque Vele non le avranno mai». «Sullo Jonio - gli fa eco il console del Touring, Giovanni Colonna - è necessario uno sforzo ulteriore». Uno sforzo che consentirebbe di smettere i panni dei “bravi giocatori” - giacché l’inserimento nella Guida Blu è ritenuto comunque un buon risultato - e indossare quelli del “bomber
«Abbiamo analizzato più fattori - continua Colonna - premiando chi si è mosso nella direzione di offrire una vacanza di qualità. L’obiettivo è far sì che la Guida diventi uno strumento di scelta per i cittadini. Accanto a realtà di consolidata tradizione turistica, che ormai incentrano le loro politiche sulla sostenibilità, sul rispetto del suolo, sui servizi resi ai disabili e diversificano l’offerta, c’è un’altra realtà, quella ionica, dove cresce il pubblico dei viaggiatori e bisogna quindi adeguare l’offerta di vacanza, perché diventi autentica, esclusiva, di qualità».
“Responsabile, sostenibile e accessibile”: così deve essere il turismo a Cinque Vele per Legambiente e Touring Club. «Il problema - dice Tarantini - è che non è bastano le presenze turistiche o un mare pulito per scalare le posizioni in classifica. I parametri valutati dall’Istituto di ricerca Ambiente Italia (che ha elaborato i dati inseriti nella Guida Blu ndr) sono 21 e, fra questi, ci sono anche la qualità della raccolta differenziata e la mobilità, che non mi pare lungo il litorale ionico abbiano fatto grandi passi in avanti». Fra i criteri c’è anche lo stato di conservazione del territorio e del paesaggio e su questo fronte le “ferite” sono troppe e sono aperte da troppo tempo. «Il ciclo della depurazione - insiste il presidente di Legambiente - lungo quel versante non si chiude. Ci sono tanti problemi irrisolti: dalla condotta sottomarina di Nardò al depuratore e alla rete fognaria di Porto Cesareo. Si continua da anni a smaltire l’acqua di depurazione in battigia. Se questi problemi non verranno risolti, le Cinque Vele non si otterranno mai. Lo Jonio si dia da fare». Non solo i Comuni e le amministrazioni che verranno, dopo il voto al ballottaggio del 19 giugno, per Nardò e Gallipoli. Ma anche la Regione, chiamata «ad accelerare gli interventi sui depuratori, visto che nemmeno per quest’estate si riuscirà a potenziarne il funzionamento», e i Consorzi di bonifica, «che devono lavorare per creare una domanda di acqua affinata in agricoltura: inutile produrla, se nessuno la richiede» spiega Tarantini. E poi, con la messa a bando dei 197 milioni di euro per migliorare e potenziare i depuratori salentini, «si dovrà aprire il capitolo dei fanghi: la produzione aumenterà - avvisa Legambiente - e non abbiamo impianti per smaltirli». Ergo, li si dovrà spedire fuori regione, con un aumento dei costi a carico dei cittadini.
«Le Vele - chiude Colonna di Touring Club - servono sì, a premiare chi ha ben operato, ma anche a scoraggiare interventi e politiche che mal si sposano con il turismo sostenibile». Come è accaduto per la bianca Ostuni, che scegliendo di aprire le porte alla costruzione di un resort extralusso fra gli ulivi, ha perso le Cinque Vele l’anno scorso. «Il nostro vuole essere un pungolo a fare - conclude Tarantini - e a fare sempre meglio. Nell’interesse dell’ambiente e del turismo».
 

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