Evade ma viene catturata, fuga lampo
per la 33enne condannata per omicidio

Evade ma viene catturata, fuga lampo per la 33enne condannata per omicidio
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Martedì 11 Luglio 2017, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 12:08

Fuga e cattura lampo per Valentina Piccinonno, 33 anni, di Lecce. Ieri sera ha lasciato la casa di cura di Turi dove si trovava agli arresti domiciliari. E' evasa a poche ore dalla sentenza del giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Lecce, che l'ha condannata a 16 anni di reclusione con l'accusa di omicidio volontario e riconoscendole il vizio parizlale di mente. E' stata ritenuta responsdabile della morte di Salvatore Maggi, 73 anni, di Monteroni, ucciso nelle campagne di Arnesano la sera del 28 giugno di due anni fa. Ad ammazzarlo, un colpo alla testa con un “corpo contundente”. La giovane però è stata riacciuffata nella notte a Specchia mentre era in auto con un uomo che la accompagnava a casa di un'amica. I due sono stati notati un un bar di Specchia nella tarda serata. I carabinieri, nel vedere delle facce nuove, hanno chiesto loro le generalità e si sono insospettiti dalle versioni contrastanti sulla presenza nel capo di Leuca.
Una volta in caserma la Piccinonno ha confessato ed è stata arrestata, mentre il suo complice, di oriogine egiziana, è accusato di favoreggiamento.

 


Quell'omicidio si consumò dopo che per due volte era evase dagli arresti domiciliari, la Piccinonno.
Scappò da casa  quel 28 giugno e lo fece altre volte dopo che le era stato concesso di restare nella sua abitazione, in regime di custodia cautelare, dalla sentenza che la condannò ad un anno ed otto mesi con l’accusa di aver rapito dal parco giochi di Monteroni una bambina bulgara. In quell’andiriviene fra casa e carcere, anche il pestaggio alla madre quando tornò libera per la scadenza dei termini di custodia cautelare dell’inchiesta per l’omicidio di Maggi.

Fu fermata nuovamente dai poliziotti delle Volanti la sera della tragedia, nel quartiere Stadio. Era alla guida di una Fiat Panda, la Piccinonno. La Panda di Maggi. Da questa anomalia gli investigatori si portarono ad Arnesano nell’appezzamento di terreno dove Maggi passava il tempo libero. E lo trovarono disteso senza vita, con il cranio fracassato.
Nel processo è stata difesa dall'avvocato Ladislao Massari. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l'avvocato Roberto Rella.

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