Ultimatum della Provincia alle scuole: «Non pagheremo più le bollette»

Ultimatum della Provincia alle scuole: «Non pagheremo più le bollette»
di Paola COLACI
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Sabato 13 Febbraio 2016, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:00
“Scuole salentine: per la legge non tocca più alla Provincia pagare le bollette di luce,
acque, gas e telefono. Se entro il 31 marzo gli istituti superiori non subentreranno nei contratti, staccheremo le utenze”. E anche alla cancelleria, all’acquisto di materiale vario d’ufficio, di banchi sedie e lavagne ma anche alla pulizia dei locali dovranno provvedere di tasca propria i dirigenti scolastici. Firmato il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone.
La missiva con cui l’ente di Palazzo dei Celestini annuncia l’ipotesi che le scuole superiori salentini possano restare al buio e senza acqua, gas, telefoni e riscaldamento porta la data dello scorso 27 gennaio. Ad inoltrarla all’Ufficio scolastico regionale e, per conoscenza, al direttore regionale del Miur è stato lo stesso numero uno della Provincia. Il presidente, in premessa, ha sottolineato che a seguito della riforma Delrio e della legge 56 del 2014 che ha ridimensionato le Provincie, ai nuovi enti di secondo livello ormai spetta solo la gestione dell’edilizia scolastica. I compiti connessi all’istruzione secondaria, e dunque anche le varie spese d’ufficio e il pagamento delle utenze di luce, telefono, acqua e riscaldamento non toccano più a Palazzo dei Celestini. La Provincia, si legge nella lettera, in base alla nuova normativa deve provvedere soltanto alle attività di fornitura della manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili. Una porta che si rompa, una banco da sostituire o un muro da ridipingere, in altre parole. E alle bollette? Ci deve pensare lo Stato, ribadisce a chiare lettere il presidente.

“Alla luce del nuovo quadro normativo, le spese per le utenze delle scuole – si legge nella comunicazione – sono di competenza statale”.
Eppure, ci tiene a rimarcare il presidente, nonostante la legge fosse già in vigore dall’aprile 2014 lo scorso anno così come dall’inizio del 2015 la Provincia ha continuato a farsi carico delle spese per le utenze. Bollette che da settembre ad oggi a Palazzo dei Celestini sono costate più di 2,5 milioni di euro. Sotto la voce “consumi per istituti scolastici anno 2015” gli uffici provinciali hanno segnato 1 milione e 115mila euro per l’energia elettrica, 121.500 euro per la telefonia, 560.500 euro per l’acqua, 530.000 euro per il gas e 192.000 euro per il gasolio. Se sino ad ora la Provincia ha pagato le bollette.
“Ma oggi, stante la situazione di preoccupante squilibrio di bilancio aggravata dai provvedimento assunti con le ultime leggi di stabilità, non è più possibile farlo” scrive il presidente.
Poi l’aut aut alle istituzioni scolastiche: entro il 31 marzo dovranno procedere a subentrare nei contratti intestati alla Provincia in relazione alle utenze telefoniche, elettriche, idrico-fognarie e per il riscaldamento. I dirigenti salentini, dunque, avranno un mese e mezzo di tempo per adeguarsi all’indirizzo provinciale e a modificare l’intestazione delle bollette. Altrimenti, annuncia Gabellone, l’ente si vedrà costretto a procedere al distacco delle utenze. In altre parole, se il Ministero dell’Istruzione non metterà mano al portafogli più di 150 istituti scolastici salentini rimarranno al buio, senza acqua, telefoni, gas e riscaldamenti. Ma c’è di più. Alla lista delle spese scolastiche sin da subito i prèsidi dovranno aggiungere alcune altre voci.
“In osservanza delle nuove competenze – scrive in chiusura il presidente – questa Provincia non provvederà ad erogare in favore delle istituzioni scolastiche il fondo di funzionamento per fare fronte alle spese per cancelleria e materiale vario d’ufficio e per l’acquisto di materiale per la pulizia dei locali n0onchè della fornitura degli arredi scolastici”. Ipotesi che hanno già fatto saltare sulle poltrone numerosi dirigenti delle scuole superiori della provincia di Lecce i quali ora si ritroveranno a gestire una situazione che rischia di trasformarsi in pochi giorni in una vera e propria emergenza.
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