«A Burgesi nuove analisi e bonifica: non molleremo»

«A Burgesi nuove analisi e bonifica: non molleremo»
di Annalisa NESCA
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Martedì 3 Gennaio 2017, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 17:21
 «Difenderemo la salute dei cittadini, tuteleremo ambiente e territorio. Rischiamo un danno di immagine che potrebbe mettere in ginocchio l’economia. Nuove analisi, certezza dei dati e immediata bonifica del sito». I sindaci di Acquarica e Presicce sono pronti a nominare un legale e un tecnico per fare chiarezza sui veleni tombati a Burgesi. 
Nuove analisi e bonifica immediata del sito. È questa la decisione emersa ieri pomeriggio nel corso del Consiglio comunale congiunto che si è svolto nell’aula consiliare di Acquarica del Capo insieme agli amministratori di Presicce, convocato d’urgenza in seguito alla notizia, diffusa dal nostro giornale e relativa alla presenza di grosse quantità di pericolosi policlorobifenili, sostanze industriali cancerogene, nella vecchia discarica comunale ormai dismessa da anni. 
 
All’assise congiunta, molto affollata da cittadini preoccupati dall’allarmismo diffuso in questi giorni, hanno partecipato anche il vicepresidente della Commissione bilancio della Camera Rocco Palese e il consigliere regionale Pd Sergio Blasi. I dubbi sulla vicenda sono tanti a partire dai dati forniti per anni da Arpa Puglia e dai quali pare non siano mai emersi valori allarmanti tali da insospettire le istituzioni preposte al controllo e alla lotta contro i reati ambientali. 
«Abbiamo appreso il problema pochi giorni fa dalla stampa - ha esordito il sindaco di Acquarica del Capo Francesco Ferraro - e immediatamente ci siamo adoperati per capire cosa stesse accadendo realmente. Insieme al Comune di Presicce ho inviato comunicazione a quello di Ugento per conoscere meglio la situazione e subito ci sono stati forniti tutti i documenti in possesso che lo stesso ente aveva provveduto a recuperare dalla Procura. Poi insieme abbiamo chiesto l’intervento della Regione Puglia ed immediatamente abbiamo ricevuto la visita di Emiliano. Nel corso del sopralluogo a Burgesi, il presidente ci ha assicurato che questi territori non resteranno soli». Anche se la discarica si trova nel territorio di Ugento, dal cui centro abitato dista qualche chilometro, sorge invece a circa 500 metri da Acquarica e Presicce, per questo l’allerta da parte dei primi cittadini e delle amministrazioni comunali è stata subito alta. 

La prima cosa da accertare è se i 600 fusti ci siano davvero, come ha detto ai carabinieri l’imprenditore pregiudicato Gianluigi Rosafio. La Procura ha cercato riscontro alle sue parole, dando incarico al Cnr di Bari. E in effetti dentro al percolato di Burgesi sono state rinvenute percentuali di Pcb «largamente superiori» a quelle fissate. Poi, però, dopo aver lanciato l’allarme sull’«elevato rischio ambientale», la Procura ha fatto un passo indietro, dicendo che quelle quantità di Pcb «non sono rilevantissime» e che non c’è certezza dell’esistenza dei fusti.
Da qui la confusione. E ora che la “bomba” è esplosa i sindaci non accettano l’ipotesi che l’inchiesta della Procura venga archiviata, come hanno chiesto i pm Angela Rotondano ed Elsa Valeria Mignone perché i reati sono andati prescritti. E sono pronti a scendere in campo per avere certezza della reale situazione a Burgesi. «In tempi non sospetti - ha proseguito Ferraro - quando nel 2012 l’impianto di Poggiardo andò in sofferenza e i rifiuti di quell’area vennero conferiti nell’impianto di Burgesi (che sorge accanto alla vecchia discarica), insieme a Presicce decidemmo di istituire una Commissione permanente intercomunale ambientale, per monitorare la situazione. I componenti della commissione si sono spesi molto in questi anni producendo verbali su verbali e richieste indirizzate soprattutto ad Arpa per chiedere i dati relativi ai monitoraggi costanti senza, però, ricevere risposte chiare ai tanti interrogativi». 

«Vogliamo capire a che punto siamo - ha chiarito il sindaco di Presicce Riccardo Monsellato - non possiamo nascondere niente, solo i dati reali potranno mettere fine ai dubbi e soprattutto abbiamo il dovere di informarci e di informare le comunità. Acquarica e Presicce sono unite in questa battaglia e dal prossimo tavolo tecnico con la Regione capiremo come muoverci». 

Dal consigliere regionale Sergio Blasi hanno ricevuto pieno appoggio. «Sono venuto qui per ascoltare e per conoscere i fatti - ha affermato - e sappiate che in Consiglio regionale potete contare sul sottoscritto. Questa non è solo la vostra vicenda, ma di tutto il Salento. E Burgesi rischia di non essere l’unico caso». A chiedere l’intervento del Governo nazionale sarà l’onorevole Rocco Palese. «Non appena riprenderà l’attività parlamentare - ha spiegato - ne parlerò con il presidente Narracci, che si è dimostrato molto sensibile nei casi Ilva e Terra dei Fuochi». Intanto si attende la convocazione ufficiale per il tavolo tecnico a Bari che quasi sicuramente si terrà il prossimo 12 gennaio. 
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