Commesse e famiglie sotto shock
«Attimi terribili, ci siamo nascosti»

Commesse e famiglie sotto shock «Attimi terribili, ci siamo nascosti»
di Alessandro CELLINI
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Martedì 9 Maggio 2017, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 11:43

«Non abbiamo nemmeno avuto il tempo di renderci conto di cosa stesse accadendo. Abbiamo visto queste persone avvicinarsi e spaccare tutto». È ancora scossa la commessa che si è trovata a tu per tu con i malviventi, ieri pomeriggio, durante la rapina alla gioielleria “Bluespirit”. Ha negli occhi il terrore di quei momenti, durante i quali ben poco ha potuto fare per contrastare la furia dei banditi che, armi e mazze alla mano, si sono diretti subito verso le vetrine. «In quegli istanti non ho potuto fare nulla. Ero con alcuni clienti, e appena abbiamo visto i quattro avvicinarsi, armati e con i volti coperti, ci siamo messi in un angolo. Cosa vuoi fare davanti a gente con pistole in mano, che vogliono solo una cosa? Niente».
E così ha guardato, impotente e piena di rabbia e paura, i quattro rapinatori fare razzìa all’interno del negozio. Hanno colpito a caso, senza pensarci troppo. Le schegge di vetro sono ovunque. Con una di queste si è ferita la donna, subito dopo l’assalto. Fortunatamente non è nulla di grave. Ben più difficile sarà riprendersi dallo spavento e tornare a lavorare come se nulla fosse successo.
Dopo i rilievi dei carabinieri, in ogni caso, la gioielleria ha chiuso la saracinesca: c’era da fare la conta dei danni, che fino a tarda sera non erano ancora molto chiari. «È impossibile stabilire quanta merce hanno portato via», dice ancora la donna. «Può darsi che alcuni gioielli siano finiti tra le schegge di vetro». Un lavoro che è andato avanti per ore.
Paura anche tra i commessi degli altri negozi che condivono con “Bluespirit” la stessa zona del centro commerciale. «Quando abbiamo sentito i colpi dati alle vetrine abbiamo pensato subito che fossero degli spari», rivela una ragazza che lavora in uno dei negozi lì vicino. «Poi mi sono affacciata e ho visto quello che stava succedendo. Abbiamo avuto paura. Ho cercato le chiavi per chiudere le saracinesche, ma tutto è stato così veloce che non ce n’è stato bisogno». Stesse scene di panico che si sono vissute in un altro negozio. «Appena la collega ha capito quello che stava succedendo - rivela la responsabile - ha preso i clienti che in quel momento erano qui da noi e con loro è uscita dalle porte di sicurezza che danno all’esterno del centro commerciale».
Uno dei rappresentanti che lavorano negli stand temporanei che sorgono nella galleria si è trovato faccia a faccia con i rapinatori. La sua testimonianza sarà fondamentale per le indagini. «Erano appena arrivato - dice l’uomo - quando li ho visti uscire dall’ingresso principale. Erano a volto coperto, avevano delle armi in mano: lo ricordo bene, impugnavano tre pistole e un mitra. Sono saliti su un’Alfa Romeo di colore nero e sono scappati. Certo, è grave che abbiano agito in pieno giorno, con il centro commerciale pieno di gente. E fortunatamente nessuno si è fatto male. Perché se avessero sparato avrebbero causato una strage».
 

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