Terra Rossa, la sfida di Lecce Città Pubblica: "Un altro asilo è indispensabile per la città. Gli occupanti lo liberino"

L'asilo occupato
L'asilo occupato
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Venerdì 1 Aprile 2016, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 10:42
«Nessun conflitto né braccio di ferro è necessario; nessuno ordine di sgombero dovrà essere disposto. Poter consentire a settembre a 66 famiglie leccesi di utilizzare l’asilo nido comunale è un obiettivo a cui tutti come cittadini e amministratori dobbiamo impegnarci».
A dirlo è il consigliere di Lecce Città Pubblica Carlo Salvemini, che rilanciando un tema caro all’associazione - quello degli asili nido e degli assolutamente insufficienti posti disponibili per i bimbi della città - torna a parlare del centro sociale Terra Rossa, nato proprio con l’occupazione di un asilo, intitolato “Angeli di Bleslan”.
La premessa, essenziale, è che in una città come Lecce i posti disponibili negli asili comunali sono appena 120. Talmente pochi da piazzare Lecce agli ultimi posti delle classifiche regionali e italiane per il servizio dedicato alle famiglie.
Un servizio che, soprattutto, è indispensabile per le donne che lavorano, al Sud ancora troppo poche.
«Quell’edificio - ricorda Salvemini - venne chiuso nel 2012 per adeguamenti dovuti alla normativa antincendio". Adeguamenti che riguardarono tutti gli asili comunali. «Ospitava 66 bambini e un organico di 12 dipendenti comunali e 4 ausiliari della Lupiae - continua Salvemini - che vennero trasferiti nel nuovo immobile di via Nino della Notte, inaugurato dall'amministrazione in campagna elettorale. Da allora un iter complicato, legato all’acquisizione del titolo di proprietà del suolo, alle procedura di accatastamento, alla dichiarazione di agibilità, ha rallentato fin troppo i tempi previsti per la riapertura degli “Angeli di Beslan” e mutilato l’offerta di un servizio pubblico essenziale per la città".
L'asilo, insomma, è rimasto vittima della «burocrazia amministrativa e della lentezza politica, a danno delle famiglie leccesi. Ora si è pronti ad affidare i tanto attesi lavori, come conferma il settore Edilizia scolastica. Ben si comprende come quei 66 posti siano di fondamentale importanza per i bisogni della città e di chi la vive. Il modo migliore per dare “un valore di comunità” all’occupazione - chiude Salvemini - è quello di pretendere da parte della Giunta l’impegno alla riapertura dell’asilo per il prossimo anno scolastico. La richiesta più politica che ci possa essere. Siamo certi che i primi a dichiararsi favorevoli al riuso di quell’edificio come asilo nido per la città siano propri quelli di Terra Rossa».
 
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