Tagliati e rubati 30 ulivi secolari: «Legno per mobili»

Tagliati e rubati 30 ulivi secolari: «Legno per mobili»
di Fernando DURANTE
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Martedì 17 Gennaio 2017, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 21:02
Decapitati, rubati e portati via. Ben 30 alberi di ulivo secolari nella campagna della Masseria “Barrera” nel mirino dei ladri. Una sorta di raid, probabilmente messo a segno nella notte tra sabato e domenica: i danni sono ad un’azienda agricola situata sulla Lecce-Torre Chianca, al chilometro 9.
Le tracce sul terreno non avrebbero lasciato spazio a dubbi. «Molto recenti», riferiscono i contadini del luogo. Sono stati loro ad accorgersi di quella che viene considerata una vera e propria “strage” con tanto di furto e ad informare il proprietario dell’azienda, l’ingegnere Antonio Stomeo. Nello stesso uliveto, durante l’estate scorsa, erano stati tagliati e rubati altri 40 alberi. Una “esecuzione” effettuata con un taglio a circa un metro dal terreno. Tutta uguale, stessa altezza. Segno evidente, a dire della figlia del titolare, Titti, che ha denunciato il fatto sul web, che il legno rubato non sarebbe servito come legna da ardere, ma per la fabbricazione di mobili di pregio. In questo caso legno di ulivo che è tra i più ricercati sul mercato in caso di esemplari secolari.
 
“Denunciate tutto questo”: è il primo sfogo della figlia del titolare sollecitando la sensibilità delle persone a cui sta a cuore le sorti dell’agricolatura nel caso in cui «nell’acquisto di mobili di ulivo si rilevi la presenza di taglio di legno recente. Noi lo abbiamo fatto nella precedente “strage”, ma non è accaduto nulla. Ma non ci arrendiamo e siamo tornati a presentare una denuncia presso la caserma dei carabinieri della stazione del rione di Santa Rosa che sono intervenuti immediatamente per i rilievi nella zona della masseria».
Gli abbattimenti degli ulivi non sono avvenuti solo nei terreni dell’ingegnere Stomeo, ma anche in due terreni confinanti. La scelta di attingere il legname da campagne diverse nonostante la presenza di un ampio uliveto tale da permettere l’“approvvigionamento” di grandi quantità potrebbe anche nascondere un’azione criminale finalizzata ad una richiesta estorsiva.
«No, niente richiesta di denaro - è certa Titti Stomeo - ma solo delinquenti che vendono gli alberi ad altri delinquenti che costruiscono mobili d’ulivo». La figlia del titolare ipotizza che
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