Tac, balzo record con Leo Shoes: «Nuova fabbrica e altri 100 posti»

Tac, balzo record con Leo Shoes: «Nuova fabbrica e altri 100 posti»
di Pierpaolo SPADA
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Martedì 19 Novembre 2019, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 17:17

Il fatturato lievita esponenzialmente. Un nuovo stabilimento e altre 100 assunzioni sono in arrivo a Casarano, in provincia di Lecce. L'ascesa di Leo Shoes appare inarrestabile. Nel Salento è unica. Ma, stando ai numeri, nemmeno in ambito nazionale esisterebbe realtà del settore moda in grado di esprimere una crescita tale.

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Capitanata da Antonio Sergio Filograna, per conto dei brand internazionali del lusso, l'azienda calzaturiera ha preso la rincorsa nel bel mezzo della crisi economica esplosa nel 2008. E dopo una falsa partenza, è definitivamente decollata, raggiungendo, nell'arco degli ultimi 6 anni, quote che, per la seconda volta consecutiva, la pongono prima fra le 30 imprese italiane top della Moda - con fatturato compreso tra 20 e 500 milioni di euro - nella classifica elaborata dal Centro Studi Italy Post, con il contributo del Gruppo Crédit Agricole e di auxiell, su dati Aida-Bvd.

Da 11,8 milioni di euro nel 2012 a 109,7 nel 2018. Il fatturato è aumentato del 44,99%, quattro volte di più rispetto a quello della società commerciale Primadonna srl di Bari, seconda nel calzaturiero. Nemmeno colossi da 250 milioni l'anno, come Imac di Ascoli Piceno, tengono il passo dell'azienda casaranese, sorta dalle ceneri dell'impero Filanto, con 574 dipendenti all'opera. Numeri da capogiro. Unitamente a quelli di altre aziende del nuovo Tac, del metalmeccanico ma anche dell'arredamento - attive nelle zone industriali di Lecce, Nardò, Galatina e Casarano -, stanno consolidando la nuova leva di sviluppo del Salento, il lusso.

Il balzo è stato così rapido e intenso che a Leo Shoes un capannone e quasi 600 operai non bastano più. «Vorremo assumere ma non abbiamo spazio per sviluppare il nostro business. Lo spazio in cui lavoriamo è ormai saturo. Ci auguriamo di poter utilizzare, quanto prima, strutture per noi importanti che oggi non sono nella disponibilità perché oggetto di sequestro», spiegava Filograna su queste pagine il 30 marzo scorso con riferimento ai capannoni di Zodiaco, Tecnosuole e Italiana Pellami (galassia Filanto). Due mesi dopo, su quegli immobili è stata disposta la proroga della confisca per effetto della condanna per truffa a Regione e Inps inflitta nei confronti del Consorzio Prosalca, di cui le tre aziende erano socie.

Gli stessi restano, quindi, inutilizzabili, ma Leo Shoes non ha ritratto, mica, le sue mire espansionistiche, anzi. «Tra poco - spiega, infatti, l'imprenditore - attiveremo un altro stabilimento di 4mila metri quadri, già di proprietà di Leo Shoes, vicino a quello esistente. Sarà un sito produttivo orientato alla sostenibilità ambientale, in termini produttivi e strutturali: dall'alimentazione di energia da fonti rinnovabili all'azzeramento delle emissioni tramite sistemi avanzati di filtraggio e monitoraggio. Lo facciamo per aumentare la qualità dei nostri prodotti e della produzione, l'elemento che oggi fa la differenza». Tempi? «Stiamo elaborando il progetto. Vorremo aprire tra 6 mesi. Stiamo definendo i piani formativi. Assumeremo altre 100 persone», anticipa lo stesso Filograna guardando già al futuro.

Una nuova prospettiva con i riflettori accesi anche sulla diversificazione e questa è un'ulteriore novità per il gruppo. «Il comparto pelletteria - aggiunge l'imprenditore - offre grandi opportunità. Produrremo calzature, ma guardo con sempre maggiore interesse a tutta la gamma di accessori che la dimensione del lusso consente di apprezzare».

Con un rating da BBB, a questo punto, a Leo Shoes mancherebbe, insomma, solo la A.

Questione di indebitamento? «Tutt'altro - replica l'imprenditore -, quella voce dipende dal patrimonio netto: noi ci affidiamo solo a quello, non utilizziamo mezzi terzi». Pari a 12,5 milioni, è il più contenuto nella Top 30. «Ma, nel 2019 - assicura Filograna -, con un fatturato di circa 150 milioni, otterremo anche la A».

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