Sud Est: esposto di una turista e la Procura apre un'inchiesta

Sud Est: esposto di una turista e la Procura apre un'inchiesta
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 21 Settembre 2016, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 14:00
Al via un’inchiesta sulla qualità del servizio di trasporto su gomma delle Ferrovie Sud Est. Il fascicolo è sul tavolo del pubblico ministero Paola Guglielmi e nasce dalla volontà di verificare se siano rispettati gli standard di sicurezza e di qualità, nonché tutte le procedure per rendere agevoli i viaggi e i trasporti. Che siano tratte brevi o lunghe in autobus.

La Procura vuole capire, insomma, come funzioni la rete di trasporti su gomma delle Fse che attraversa il Salento e collega tutta la Puglia. Un’esigenza nata dopo l’esposto presentato da una turista di Milano, in vacanza nella zona di Santa Cesarea Terme a luglio. Un esposto che ha dato vita all’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio, dopo che un autista si è rifiutato di mettersi al volante del bus.
La ragione addotta dall’autista e confermata poi dal collega che lo sostituì, ha fatto sì che il magistrato stralciasse il fascicolo per verificare se quelle ragioni fossero realmente fondate: non funzionava il climatizzatore, nel bus. E i finestrini non potevano essere aperti per fare almeno circolare l’aria, perché i vetri sono sigillati.
Il disservizio che sta producendo sviluppi imprevisti si verificò nel primo pomeriggio del 22 luglio scorso. Con il termometro oscillante attorno alla temperatura di 35 gradi, la turista milanese decise di raggiungere Santa Cesarea Terme per trovare conforto sul mare rinfrescato dalle correnti di maestrale.
Si trovava a Poggiardo, la turista, e raggiunse la fermata della linea delle Fse. Il bus era lì, ma l’autista, tuttavia, pose il veto: con questo caldo non se ne parla nemmeno di stare nel pullman. Nemmeno per quei pochi minuti necessari a percorrere gli otto chilometri che separano Poggiardo da Santa Cesarea, passando da Castro.
Quell’uomo lamentò problemi di salute che si sarebbero potuti acuire senza l’aria condizionata e nella fornace che si sarebbe creata nell’abitacolo del bus, visto che i finestrini non si potevano aprire. Un collega lo sostituì, ma senza per questo smentirlo: alla turista prima e ai carabinieri in seguito, quando venne sentito come “persona informata sui fatti”, riferì che spesso le condizioni di lavoro sono particolarmente dure d’estate, per il ripetersi di problemi tecnici ai mezzi.
Il primo autista è intanto finito sott’inchiesta per interruzione di pubblico servizio, ma l’indagine che si prospetta più interessante, ed anche più complessa, sta riguardando la necessità di verificare se è vero che i mezzi della Fse presentino spesso problemi che rendono gli spostamenti non consoni agli standard di sicurezza e di qualità.
Va da sé che ora la Procura verificherà se esista una certificazione del sistema di gestione della qualità e chi, eventualmente, l’ha rilasciato. Se esista un programma delle manutenzioni per prevenire i guasti e azzerare il rischio di imprevisti. Se la flotta sia sottoposta agli adeguamenti stagionali, con particolare attenzione alla climatizzazione durante la stagione estiva. E se e quale programma di igienizzazione e di pulizia quotidiana venga adottato. L’inchiesta dirà, insomma, se Fse sia attenta o meno a un turismo di qualità.
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