Cena con butulino: migliorano le condizioni dello studente salentino
«Vertigini e vomito, aspettiamo che il siero faccia effetto»

Cena con butulino: migliorano le condizioni dello studente salentino «Vertigini e vomito, aspettiamo che il siero faccia effetto»
di Donato NUZZACI
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Martedì 20 Giugno 2017, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 12:42

Un barattolo di prodotti sott’olio ad «elevata carica batterica». Così lo hanno definito i medici che stanno curando Francesco Leucci, il 21enne di Botrugno finito in ospedale a Perugia dopo essere stato attaccato dal botulino, un batterio presente solitamente nelle conserve fatte in casa. Le condizioni del ragazzo, inizialmente apparse gravissime, sembra si siano stabilizzate nelle ultime ore. La direzione sanitaria dell’ospedale Santa Maria della Misericordia ha diramato ieri un bollettino nel quale si parla di «condizioni stazionarie con prognosi riservata». Fin dal loro arrivo in Pronto soccorso, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, i sanitari si sono trovati davanti ad «un quadro clinico severo». In ospedale sono state avviate tutte le necessarie terapie per fronteggiare una situazione simile. «Prosegue il monitoraggio - si legge ancora nella nota - dei parametri vitali dei due pazienti con il personale della Rianimazione, in costante contatto con i familiari».
La famiglia di Francesco è giunta a Perugia non appena ha ricevuto la notizia di quanto era accaduto. Sono stati contattati non solo, ovviamente, per stare vicini al loro caro, ma anche per capire quale fosse la fonte del contagio e se ve ne fossero altre. Stando ai primi accertamenti, il batterio si sarebbe trovato in un barattolo di conserva di melanzane, zucchine e pollo. Due, in particolare, i barattoli che erano stati portati a Perugia dal 21enne. Altri due erano finiti nella dispensa della sorella, che studia a Bologna. E da quest’ultima sono stati distrutti una volta appreso il destino del fratello.
Anche lei, ora, come la madre, il padre (ex sindaco di Botrugno) e gli altri fratelli, è al capezzale di Francesco. Secondo alle ultime notizie giunte dall’ospedale, il ragazzo non sarebbe comunque in pericolo di vita. In base alle prime analisi fatte sui prodotti ingeriti, sembra che la carica batterica presente all’interno fosse particolarmente alta, visto che i primi sintomi si sono verificati in meno di 24 ore, quando di solito ne servono circa 48.

Francesco e un suo coinquilino, un 26enne di Viterbo, si sono presentati al Pronto soccorso dell’ospedale di Perugia sabato notte, in preda a forti dolori e con problemi neurologici già in corso. Subito il pensiero era andato al botulino, e i primi test fatti in laboratorio all’ospedale avevano dato esito positivo. Il batterio si nasconde in quanto ci sia di più innocuo all’apparenza, come le conserve della mamma: dai carciofini e le melanzane sott’olio alle olive in salamoia. Può essere letale già in piccolissime dosi. «In Italia si registrano ogni anno mediamente 20-30 casi, 5 dei quali mortali». A sottolinearlo sono le “Linee Guida per la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico”, presenti sul portale del ministero della Salute. Nel nostro Paese la prevalenza di intossicazione è più alta che altrove, perché abbiamo una radicata tradizione di conserve. Ma abbiamo anche la migliore capacità diagnostica. E una serie di consigli vitali. In primo luogo assicurare l’igiene personale e della cucina e ispezionare bene le materie prime. Quindi sanificare correttamente i contenitori: non basta lasciarli per un paio di minuti in acqua bollente, ne servono 5-10. Una volta aperti, vanno conservati in frigo e per poco tempo, variabile a seconda del preparato: da poche settimane per la salamoia a quasi 2 mesi in caso di sottaceti. Meno a rischio sono le marmellate, per via dell’acidità della frutta e dello zucchero che costituiscono un terreno in cui è più difficile per il batterio proliferare.
Intervenire urgentemente con siero antibotulinico può salvare la vita, perché l’intossicazione può causare arresto cardiaco e respiratorio. Per questo è importante riconoscere i sintomi, che si manifestano circa 12-48 ore dopo l’ingestione del cibo contaminato, con scarsa mobilità oculare, difficoltà a mettere a fuoco, spossatezza, bocca asciutta, nausea e diarrea. Il tutto in assenza di febbre.
 


«Mio fratello è attualmente intubato e tenuto sotto osservazione dal personale medico, ma non è in pericolo. Prima di risvegliarlo i medici aspettano che il siero antibotulino faccia effetto fino in fondo». A parlare è Alessandro, fratello di Francesco Leucci, 21enne studente originario di Botrugno che studia Biotecnologie presso l’Università di Perugia, rimasto coinvolto dopo aver consumato la cena in un brutto caso di botulismo nella notte tra sabato e domenica scorsa mentre si trovava nel proprio appartamento nella città umbra.
Il fatto ha tenuto in apprensione per diverse ore la famiglia di Francesco, papà Mauro Leucci già sindaco di Botrugno, la mamma Raffaella, la sorella e gli altri fratelli che nella giornata di domenica si sono precipitati a Perugia presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia per stare accanto al giovane studente, ricoverato insieme ad un amico di Viterbo con cui condivide l’appartamento.
«Le cause sono tutte al vaglio degli specialisti, le prime diagnosi parlano di intossicazione, il fatto certo è che mio fratello Francesco e il suo amico hanno cominciato ad avere dei problemi allo stomaco nella notte tra sabato e domenica. In un primo momento si pensava ad una indigestione - riferisce Alessandro - tuttavia nel pomeriggio di domenica pare che la situazione sia andata peggiorando e addirittura entrambi abbiano cominciato a vedere doppio e ad avere vertigini e vomito». Allertato il 118, sono stati subito trasportati d’urgenza e ricoverati presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale di Perugia.
«Sono stati sistemati nel reparto di Rianimazione per un discorso di sicurezza e per tenerli sotto osservazione costante - continua il fratello Alessandro -. È stato somministrato ad entrambi il siero antibotulino, dopo che la diagnosi medica ha constatato questa intossicazione. I medici prima di procedere, hanno spiegato a loro in via preliminare tutto quello che stava per accadere, quindi sono stati fatti addormentare col sedativo e intubati col respiratore. Personalmente quando ho visto Francesco ho notato che aveva cenni di movimento, pertanto non è in pericolo, si sta solo aspettando che il siero faccia effetto, penso passerà ancora qualche giorno. Il monitoraggio costante serve anche a capire se ci siano stati eventuali danni al sistema nervoso».
Tanta paura dunque per i familiari di Francesco e per la comunità di Botrugno, in ansia per tutto il giorno di ieri quando la notizia è cominciata a circolare e il tam tam su Whatsapp ha tenuto col fiato sospeso tanti amici del giovane e della famiglia. Le cause di questa intossicazione sono comunque tutte al vaglio, ma molto probabilmente sono da ricercare in alcuni preparati sott’olio arrivati da casa quasi certamente mal conservati.
 

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