Sindaci, salta la firma: «Non c’è condivisione»
I punti della discordia

Sindaci, salta la firma: «Non c’è condivisione» I punti della discordia
di Nicola QUARANTA
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Giovedì 30 Novembre 2017, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 11:01

Salta la firma. Ma non ferma la diplomazia. Il documento frutto dell’assemblea dei sindaci, convocata lunedì scorso nella sede della Provincia di Lecce, è l’unico che fa fede. Ed è quello che pontieri e diplomazie stanno cercando di limare e perfezionare, allo scopo di giungere in tempi brevi, come spera il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ad una posizione condivisa che possa consentire a tutti di sottoscriverlo: sia ai sindaci favorevoli al confronto, guidati dal capo dell’Amministrazione comunale di Trepuzzi, Giuseppe Taurino e dal sindaco di Andrano, Mario Accoto, sia gli amministratori in prima linea contro l’approdo del gas a San Foca, a partire dal primo cittadino di Melendugno, Marco Potì.
Ma mediare tra il “no, punto e basta” al gasdotto (come chiede Potì) e l’opportunità di attendere e bloccare i tavoli per il “ristoro” sino all’esito dell’iter autorizzativo in corso per la condotta Snam da Melendugno a Mesagne (ipotesi, quest’ultima, suggerita dal sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, con un richiamo al senso di responsabilità), non appare un’impresa semplice. Che non sia una questione di virgole, infatti, ad impedire di mettere nero su bianco la posizione unanime delle amministrazioni comunali del Salento, lo sottolinea lo stesso Gabellone.
«C’è un documento ufficiale, sintesi della discussione sviluppata lunedì scorso. Ma attorno a quanto stilato e concordato in quella sede, i sindaci non hanno trovato ancora un’intesa perfetta. Ragione per la quale in queste ore circolano diverse bozze, tra loro differenti. Nessuna di queste, infatti, è quella definitiva. A questo punto ne riparleremo dopo la seduta del consiglio provinciale (convocato per oggi, ndr). Nei prossimi giorni riconvocheremo l’assemblea dei sindaci. E a quel punto tireremo le somme. Nella speranza di dare sostanza a un documento unitario che possa tenere conto delle posizioni e dei punti di vista di tutti».
I dubbi del presidente della Provincia, a margine di un’altra, lunga giornata di trattative che ha visto protagonisti gli amministratori salentini, tornati in settimana a discutere sul progetto Tap, nel tentativo di giungere compatti e con un’unica voce all’appuntamento del Tavolo Salento fissato per gli inizi di dicembre dal ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti.
L’apertura al dialogo, su compensazioni e investimenti, sollecitata da parte di alcuni dei primi cittadini del territorio ed accolta già in partenza con diffidenza da parte del Comitato “No Tap”, potrebbe dunque lasciare il campo ad una ritrovata compattezza del fronte istituzionale, soltanto nel momento in cui dovessero registrarsi passi che sino ad oggi non si sono registrati. Intesa soltanto su un punto: sulle compensazioni, se ne riparlerà solo se e quando l’iter autorizzativo per la condotta Snam da Melendugno a Mesagne, al momento in corso, sarà concluso.
E dei ristori saranno titolati a parlare i sindaci che vedono il loro territorio attraversato da gasdotto e metanodotto, sino a ipotizzare anche un confronto diretto tra questi sindaci e il governo. I fronti, dunque: alcuni sindaci tra cui il primo cittadino di Melendugno, insistono sulla necessità che sia esclusa dal documento la locuzione “investimenti aggiuntivi”, che lascerebbe supporre la presa d’atto dell’approdo del gasdotto a San Foca, esprimendo viceversa la disponibilità a sedersi al Tavolo Salento nel momento in cui fosse separato dal “Progetto di realizzazione del tratto italiano del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline).
Altro punto della discordia, l’opportunità di confermare la linea del “no al gasdotto ovunque” (con il rifiuto del gas a prescindere dal sito d’approdo), rispetto alla contrarietà limitata al terminale di San Foca. Questi i nodi. Questo lo scoglio da superare e che ha impedito ai sindaci di apporre la firma su un documento unitario.
 

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