Tennero le armi dei vigili dopo la delibera pacifista: prosciolti sindaco e assessori

Tennero le armi dei vigili dopo la delibera pacifista: prosciolti sindaco e assessori
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Giovedì 30 Giugno 2016, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 14:27
Il sindaco di Sannicola, due assessori ed un dirigente comunale sono stati prosciolti dall’accusa di aver detenuto illegalmente le armi e le munizioni consegnate dalla polizia municipale, dopo la delibera del Consiglio che decretò l’orientamento pacifista dell’amministrazione. Non luogo a procedere, ha stabilito ieri mattina il giudice per l’udienza preliminare Michele Toriello che ha così rigettato le richieste di rinvio a giudizio arrivate prima dal pubblico ministero Emilio Arnesano nelle vesti di titolare dell’inchiesta e poi, in udienza, dal procuratore aggiunto Antonio De Donno.

Prosciolti perché seguirono scrupolosamente la procedura consegnando quelle cinque pistole e 250 proiettili a due diverse armerie, dopo aver informato polizia, carabinieri e prefettura. Si è chiusa, dunque, senza ulteriori conseguenze sul piano giudiziario questa disavventura per il sindaco Cosimo Piccione, 52 anni (difeso dagli avvocati Luigi Corvaglia e Roberto Marra); per gli assessori Maria Greco (avvocato Letizia Di Mattina) e Loredana Campa (avvocato Pompeo Demitri), 36 e 50 anni, di Sannicola e di Alezio; ed anche per il dirigente Giampaolo Miglietta (avvocato Luigi Corvaglia), 53 anni, originario di Squinzano.
Rispondevano di due diversi episodi di detenzione di quelle armi e delle munizioni. Il sindaco Piccione ed i due assessori per la consegna avvenuta il 3 luglio di due anni fa, dalle mani del comandante della polizia municipale a pochi giorni dalla delibera del Consiglio comunale. Il dirigente Miglietta e l’assessore Campa per la restituzione dell’11 maggio dell’anno scorso da parte di un negozio di armi di Lecce a cui intanto era stata affidata la custodia.
«La documentazione in carteggio convince della radicale insussistenza dei delitti per i quali è processo», ha scritto il giudice Toriello nelle motivazioni della sentenza, ripercorrendo tutta la procedura seguita dagli amministratori del Comune di Sannicola. Il sindaco, ad esempio, inviò una lettera al comandante della Compagnia dei carabinieri di Gallipoli, nonché al questore ed al prefetto di Lecce un giorno prima ed il giorno stesso in cui ricevette l’armamento. Cioè, il 2 ed il 3 luglio del 2014. Il 14 luglio il questore rispose che tutto doveva essere affidato ad un’armeria autorizzata. Intanto l’8 luglio il dirigente Miglietta era stato incaricato di individuare la soluzione più opportuna che si concretizzò il 25 agosto con la consegna delle stesse ad un’armeria di Lecce.
L’11 maggio, a scadenza del contratto, la custodia passò ad un’armeria di Cellino San Marco. «Gli odierni imputati hanno immediatamente avviato una interlocuzione con le autorità di pubblica sicurezza», sottolinea la sentenza. «Hanno infine individuato il luogo di detenzione. Non può, dunque, in alcun modo, sostenersi che essi abbiano illegalmente detenuto cinque armi comuni da sparo ed il relativo munizionamento».
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