Rudiae, torna alla luce per intero l’anfiteatro

Rudiae, torna alla luce per intero l’anfiteatro
di Ilaria MARINACI
3 Minuti di Lettura
Sabato 3 Dicembre 2016, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 13:05

Il colpo d’occhio è di quelli che non si dimenticano, appena si varca il cancello che delimita il cantiere nelle campagne alle porte di Lecce: protetto da una cinta di alberi di ulivo, è finalmente stato riportato alla luce l’intero anfiteatro di Rudiae, l’antica patria del poeta latino Quinto Ennio.
Grazie all’impegno dell’equipe di archeologi guidati dal professor Francesco D’Andria e delle altre maestranze coinvolte, adesso è possibile vedere, per la prima volta, tutto il piano dell’arena che un tempo ospitava gladiatori e bestie feroci e, intorno ad esso, le gradinate che accoglievano gli spettatori. Degli spalti è rimasta da scavare una piccola porzione che ancora serve a garantire l’accesso ai mezzi di cantiere perché, da qui ai prossimi mesi, si procederà al restauro vero e proprio, visto che i lavori di sbancamento e gli scavi stratigrafici sono stati completati. Una volta terminata anche questa fase, presumibilmente in primavera, il monumento potrà essere conosciuto e fruito dai leccesi e dai turisti.
L’anfiteatro di Rudiae rappresenta un gioiello archeologico prezioso proprio per via del suo straordinario stato di conservazione, reso possibile dal fatto che la struttura si trovava all’interno di una depressione naturale che, nel corso di oltre duemila anni, è stata riempita dal colluvio, cioè dalla terra portata dall’acqua. Proprio questo lo ha preservato e portato fino a noi in ottime condizioni.

 
 
Il progetto per il suo recupero è stato voluto dal Comune di Lecce ed è stato articolato in due momenti. I primi scavi, finanziati con un milione di euro attraverso il progetto Prusst, hanno permesso di far riemergere l’anello perimetrale, i corridoi radiali che dividevano la cavea, cioè le gradinate, in cunei (i settori verticali) ed uno degli ingressi principali, quello meridionale, in prossimità del quale è stata rinvenuta la statua di marmo, forse greco, molto pregiato, che raffigura un personaggio togato, che, secondo D’Andria, potrebbe essere un imperatore “velato capite”, ossia con la testa coperta da un lembo della toga (anche se proprio la testa manca).
Con questo secondo lotto di lavori, invece, finanziato con un milione e 300mila euro di fondi Poin, si è portato alla luce il secondo ingresso, quello settentrionale, speculare all’altro con le stesse scalette laterali che permettono di accedere alla cavea e la stessa soglia a ridosso dell’entrata nell’arena. Sono visibili adesso anche i due corridoi mediani laterali attraverso i quali entravano nell’arena i gladiatori e gli animali feroci. Come reperti, non sono state trovate altre statue grandi come quella togata ma monete, oggetti personali tipo spilloni in osso, lastre di marmo con iscrizioni dedicatorie e tutta una serie di vasellame che testimonia la vita nella città di Rudiae in età romana: anfore commerciali, vasi da mensa, piatti in ceramica sigillata di produzione africana e via dicendo. In base agli ulteriori elementi che si hanno ora a disposizione ma che dovranno essere ancora approfonditi, si ipotizza che l’anfiteatro di Rudiae possa essere di età traianea, quindi successivo a quello di Lupiae, in piazza Sant’Oronzo, che è sicuramente di età augustea.
Contestualmente al restauro del monumento, infine, inizieranno anche i lavori per la fruizione di tutta questa area archeologica che porteranno alla creazione di un percorso di visita che collegherà il polo didattico già esistente di fronte all’Istituto Agrario Columella, realizzato negli anni passati grazie ad un altro finanziamento di 372mila euro, con la zona dell’anfiteatro.
Da adesso, quindi, Lecce è ufficialmente l’unica città al mondo ad avere due anfiteatri romani interi a distanza di circa tre chilometri, visto che anche quello di piazza Sant’Oronzo lo è, sebbene una parte sia nascosta sotto palazzi e chiese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA