Rifiuti e proroghe, indaga la Finanza

Rifiuti e proroghe, indaga la Finanza
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Domenica 22 Gennaio 2017, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 17:01
Rifiuti e contratti in proroga: la Guardia di Finanza ha acquisito l’elenco trasmesso dall’Oga alla prefettura. Interessata ad avviare, insieme all’Autorità nazionale anticorruzione, un’indagine amministrativa sull’abuso delle proroghe da parte delle amministrazioni comunali salentine. Un abuso che seppellisce ogni regola di trasparenza - lo ha detto lo stesso presidente Anac, Raffaele Cantone - e che, soprattutto, allarga le maglie delle Pubblica amministrazione a possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.

Oggi, accanto all’interessamento del prefetto Claudio Palomba - che proprio dalle pagine di Quotidiano aveva lanciato l’allarme -, si affianca quello delle fiamme gialle. Che hanno acquisito l’elenco predisposto a suo tempo dal direttore Oga, il dirigente all’Ambiente del Comune di Lecce Fernando Bonocuore, per la prefettura e a questa trasmesso mesi fa, al termine del processo - e dopo le condanne - ai 19 imputati dell’operazione Coltura a Parabita. Nelle carte di quell’inchiesta, la prova di come i clan facessero pressioni sull’amministrazione, nella persona dell’assessore Giuseppe Provenzano (per lui, il processo con rito ordinario è ancora in corso, ndr), per far assumere sodali e amici nell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti.
 
Anche da qui è partita la prefettura. Da qui, ancora, la richiesta di un dossier dettagliato su tutti i Comuni del Salento, il 63% dei quali ha fatto ricorso alle proroghe dei contratti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Nella percentuale è compresa anche la quota parte di amministrazioni comunali che non hanno fornito i dati richiesti dalla prefettura di Lecce per procedere alla mappatura completa del territorio.

Questo “censimento” documentale è ora nelle mani della Finanza, che indaga sulle proroghe dei contratti di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
A squadernare quel report si scopre, per esempio, che ci sono Comuni - come Alezio e Aradeo, per citarne alcuni - che garantiscono il servizio di raccolta dei rifiuti a colpi di ordinanze sindacali e di proroghe trimestrali dal 2014. E ce ne sono altri che solo a luglio, dopo la stretta di Anac e con la Regione del presidente Michele Emiliano intenzionata a un giro di vite sul tema dei rifiuti, hanno finalmente approvato il progetto per affidare il servizio dopo proroghe successive dal 2002 o dal 2005. È il caso di Calimera, Collepasso, Matino e Caprarica. O dal 2007 come ha fatto, invece, il Comune di Trepuzzi. Una lunghissima sequela di proroghe, autorizzate con i più vari provvedimenti: delibere di Giunta, di Consiglio, determine firmate dai dirigenti e ordinanze.

E queste ultime sono peraltro, di per sé, strumenti normativi da utilizzare solo in caso di emergenza e non per la gestione quotidiana di un servizio. Va detto, certo, che dall’agosto del 2012, quando la Regione - governata allora da Nichi Vendola - varò la nuova legge sui rifiuti riordinandone la gestione, ai Comuni fu vietata l’indizione di nuove gare per l’affidamento dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, a governare i quali avrebbero dovuto essere gli Aro, acronimo di Ambito di Raccolta Ottimale. E proprio gli Aro, insieme alla Regione, sono finiti nel mirino dell’Anticorruzione lo scorso marzo, quando Cantone ha messo in guardia dal rischio di implosione dell’intero ciclo dei rifiuti pugliese, segnalando alle autorità competenti mala gestio, scarsa trasparenza, illegittimità e «gravi anomalie» commesse in questi anni. Proroghe, dunque. Troppe, continue, insistenti. Ora indaga anche la Finanza. P.Anc.
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